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Otello Scatolini, lo scultore del terzo millennio

Il 9 settembre a Isoli Liri la presentazione della mostra personale del 30 settembre

IL MARMO, L’ACQUA E LA PAROLA.

di Antonella Sperati

“Ho visto un angelo nel marmo ed ho scolpito fino a liberarlo.”

Amo profondamente questa citazione attribuita a Michelangelo. Riassume con poche parole la magia del marmo, la sua potenza, la forza e al tempo stesso la dolcezza che si usa per lavorarlo. L’idea che dietro tanta impercettibilita’, tra quelle venature, possano scorrere le vene e il sangue di un angelo, mi fa pensare alla mutazione estrema.

Il marmo ha la sostanza del per sempre, la forza di un guerriero, e spesso gli occhi di una donna.

E così, il mio pensiero va ad un uomo con lo sguardo da diavolo e la classe di un galantuomo di altri tempi, forse un connubio perfetto per chi usa la propria testa per immaginare e le proprie mani per creare.

Otello Scatolini, nasce a Roma il 21 Marzo 1964, e già ad 11 anni inizia nella bottega del padre Livio ad appassionarsi e ad apprendere l’Arte della scultura in Marmo. Dopo aver frequentato i corsi di Scultura tenuti dai Prof. Emilio Greco e Venanzo Crocetti, si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Roma e nel 1995 a Milano inaugura la sua prima personale di sculture e disegni alla galleria “Bryner”. Nello stesso anno, alla galleria “il Cedro” di Roma, apre la sua personale di sculture, disegni ed incisioni.

Partecipa al progetto “Cento piazze a Roma”, dove progetta e realizza “La Porta dell’Acqua“ e “Madre Natura” a cui faranno seguito “l’Anima” “Dio” e “Resurrezione”. Negli anni 90′ collabora con Enzo Cucchi, Francesco Clemente e Mario Schifano che influenzeranno molto la sua produzione artistica.

In occasione del Giubileo del 2000, su commissione del Vaticano, progetta e realizza “l’Urna di San Paolo”, urna in bronzo per la chiusura della Porta Santa della Basilica di San Paolo fuori le mura e dell’anno Giubilare. Da qui, numerose collettive e personali in cui le sue esposizioni hanno incantato gli occhi del pubblico e della critica.

Nel 2008 viene eletto presidente dell’Università dei Marmorari di Roma e nel 2012 inaugura la sua personale di sculture e disegni alle “Scuderie Aldobrandini di Frascati”. Dal 2015 è docente del corso di scultura in Marmo presso le Scuole di Arti e Mestieri del Comune di Roma e nello stesso anno progetta e realizza il “Monumento ai Migranti” per il Comune di Morra de Sanctis (AV), nel 2016 esegue la scultura in marmo raffigurante San Pallotti per la Basilica di Ostia “Regina Pacis”. Nel febbraio del 2018 progetta e realizza una scultura in marmo per la campagna pubblicitaria della Keyline s.p.a. e ne interpreta il video promozionale “Keyline, the art of duplication” per trovarsi poi ad agosto ospite d’onore e giudice della Biennale di Arte Contemporanea di Foshan in Cina. A maggio 2020 inaugura “La Porta della Bellezza”, la scultura Urbana dedicata a Desirèe Mariottini e a tutte le donne vittime dell’ignoranza.

Otello è un esempio della lavorazione di  quell’arte così antica che fonti autorevoli fanno risalire addirittura all’età neolitica, “Età della pietra levigata”,  Il basso indice di rifrazione della calcite, di cui è principalmente composto il marmo, permette alla luce di “penetrare” nella superficie della pietra prima di essere riflessa, e conferisce a questo materiale, e soprattutto ai marmi bianchi, una speciale luminosità, infatti, Il termine “marmo” deriva dal greco marmaros, con il significato di “pietra splendente”.

Otello Scatolini, non si è fermato a far suo solo questo magnifico elemento, un elemento che non puoi mai penetrare completamente, le tue mani non saranno mai quella luce, e così lo ha voluto corrompere, come a barattare un po ‘di anima.

Sono con Otello, siamo seduti ad un tavolo, lui con una sua seconda colazione appena arrivato da Roma per seguire il progetto di una meravigliosa mostra da allestire per la fine di Settembre nel comune di Isola del Liri, e la mia che lo segue attenta come i miei occhi. Con lui,  puoi percepire quella vibrazione di magia che avvicina spesso noi uomini alla ricerca del “senso”.

Gli chiedo curiosa e attenta come una studentessa al primo giorno di accademia; “Raccontami qualcosa del tuo marmo, del tuo sentire verso il meraviglioso mestiere che fai.”

E lui, con la sua borsa piena di appunti, disegni e pensieri inizia un racconto che mi incanta.

“Circa 40 anni fa ero alle cave di Carrara, le nuvole erano basse e aveva appena piovuto. Un po ‘di nebbia impediva la visione delle montagne ma erano ben chiare le pareti lisce di marmo venato tagliate a strapiombo che mi si mostravano davanti.

Ad un certo punto fui quasi ipnotizzato da esse e fu proprio allora che quelle pareti lisce e altissime iniziarono a prendere forma di alto rilievo quasi tutto tondo , una parte di essa si era auto-modellata in forme figurative ed astratte bellissime in armonia con le venature ferrose.

Non erano figure che spingevano da dentro la montagna ma la stessa Madre Natura che si mostrava a me in opera d’arte con grande generosità, e poi…. una voce mi chiamò, era mio padre che mi diceva “dobbiamo andare!” e tutto svanì.

Questo è uno dei tanti messaggi, sicuramente il più importante, che mi fece capire senza piu alcun dubbio, la strada che dovessi intraprendere nell’universo della scultura con il Marmo e ripeto “CON il Marmo” e NON “sul Marmo”.

La nostra, è una continua collaborazione, in cui lui lascia a me la possibilità di esprimermi ed io a lui la possibilità di esprimere la sua essenza.

Ma questo non bastava per completare l’Opera, mi mancava qualcosa.

Circa dieci anni fa il Grande Spirito, per bocca di una amica storica dell’arte mi disse “Perché non contamini il Marmo?”

Avevo lavorato per molti anni nel mondo della scenografia, e nella resina trasparente, trovai il materiale perfetto per questa unione.

Contaminare il Marmo con la resina trasparente, la lacrima dell’albero, quelle gocce che sembrano acqua, ma che acqua non sono.

Inquinare la sua purezza fu come violentare un essere vivente, quel marmo che è vivente, sicuro come non mai, che fosse la cosa giusta, era infatti, il preludio a qualcosa di grande.

Già da tempo usavo la mia calligrafia sul Marmo incidendo parole e vibrazioni ma quel materiale trasparente completava il cerchio della creazione, avevo trovato l’anello mancante.

Da quel momento la mia calligrafia divenne il “Messaggio”, “l’Acqua” il messaggero ed il “Marmo” il creatore dei messaggi, il Grande Spirito.

Insomma, cara Bruna, la resina trasparente e la scrittura, rappresentano su questa terra i due elementi fondamentali alla creazione, ossia l’Acqua e la Vibrazione che vengono mossi da uno

“Spirito intelligente e cosciente” che qualcuno chiama Dio, io preferisco chiamarlo Grande Spirito come gli indiani d’America.

Vedi, le mie opere sono la rappresentazione della creazione e della continua evoluzione dell’essere umano, per il raggiungimento di un livello superiore dimensionale.”

Finisco di ingoiare l’ultimo pezzo del mio cornetto, c’è tanto sole e davanti a noi il fiume e tutta quella sua acqua.

Ripenso ad un flash di un film meraviglioso, e meglio non potrei esprimere quello che mi è passato attraverso;

“…e’ proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva. Anche se può sembrare sciocco o assurdo, ci dovete provare.”

E aggiungerei, assolutamente credere…..

 

 

 

 

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