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Palù (Aifa): “Contro il virus l’arma migliore e la vaccinazione universale”

“Nessun vaccino protegge al 100%, per cui parlare di immunità sterilizzante, quella che impedisce al virus di infettare le cellule, ha ormai poco senso. Lo stesso vale per l’immunità di gregge. Viviamo in un mondo globalizzato, con larghe fette di popolazione non vaccinate: non la raggiungeremo mai. Meglio prendere come riferimento la protezione dalla malattia, dal Covid, e ricordare come pochissimi vaccini garantiscano una barriera così alta come quella eretta dai vaccini a mRNA che hanno mostrato, appena utilizzati, un’efficacia del 95%”. Lo dice Giorgio Palù, virologo del comitato tecnico scientifico e presidente del cda dell’agenzia del farmaco Aifa, parlando al Corriere della Sera. “Il virus che circola da almeno due anni è notevolmente mutato rispetto al ceppo originario di Wuhan contro il quale sono stati costruiti tutti i prodotti finora autorizzati. Di conseguenza è progressivamente diminuita la loro efficacia protettiva. Resta fondamentale completare il ciclo vaccinale con la terza dose che abbatte significativamente il rischio di ricovero in ospedale e di morte”. Questo perché “i vaccini restano l’arma principale per evitare la malattia specie se adottati su base universale. I farmaci antivirali efficaci ci consentiranno di fronteggiare al meglio il Covid-19 e direndere endemico il Sars-CoV-2. Con le tecnologie a nostra disposizione prevedo un futuro caratterizzato da composti aggiornati sulle varianti che preoccupano, uno scudo molto forte, somministrabili a scadenza stagionale non ravvicinata”, dice Palù. Il virologo poi parla della nascita di Omicron e della sua diffusione: “Può essere insorta spontaneamente in una popolazione isolata in stretto contatto. Oppure, ed è l’ipotesi al momento più verosimile, si è sviluppata in una persona col sistema immunitario compromesso. Che gli animali possano aver partecipato a questo processo? Sì, può esserci stato un ping pong tra uomo e animale, forse un roditore, come sembra indicare un recente lavoro. C’è una quarta possibilità, meno probabile: che tutto sia avvenuto in virtù di una ricombinazione tra ceppi umani”.

aggiornamento pandemia Covi del 10 gennaio ore 12.04

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