La guerra di Putin

Papa Francesco: “Cristiani uniti davanti a una guerra crudele che minaccia il mondo”

Francesco riceve in udienza i partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani e stigmatizza ancora una volta la guerra. “Crudele”, “insensata”, teatro di “barbarie”, la guerra in Ucraina “minaccia il mondo intero” e interpella perciò “la coscienza di ogni cristiano e di ciascuna Chiesa” che deve contribuire a riportare quell’“unità” per cui Cristo ha dato la vita e annunciare il Vangelo che “disarma i cuori” più di ogni esercito. Papa Francesco parte da un’analisi della realtà attuale per il suo discorso ai partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, ricevuti nel Palazzo Apostolico. Udienza che è l’occasione per ribadire l’invito ad un più solido dialogo ecumenico, memori anche della storia che ha insegnato che “ignorare le divisioni tra i cristiani, per abitudine o per rassegnazione, significa tollerare quell’inquinamento dei cuori che rende fertile il terreno per i conflitti”. Nel suo discorso Francesco fa un passo indietro e parla dell’evento che, prima della guerra, ha destabilizzato il mondo: la pandemia che, con “il suo tragico impatto sulla vita sociale”, ha fortemente condizionato anche le attività ecumeniche, impedendo negli ultimi due anni la realizzazione di contatti progetti. Al tempo stesso, “la crisi sanitaria è stata anche un’opportunità per rafforzare e rinnovare le relazioni tra i cristiani”, dice il Pontefice, perché ha rinnovato la “consapevolezza di appartenere tutti all’unica famiglia cristiana” e mostrato “l’esperienza di condividere la medesima fragilità e di poter confidare solamente nell’aiuto che viene da Dio”. È fondamentale far scaturire da questo “iniziative che rendano esplicito e accrescano questo sentimento di fratellanza”, esorta il Papa. E proprio sul concetto di fratellanza insiste: “Oggi – dice a braccio – per un cristiano non è possibile, non è ‘viabile’ andare da solo con la propria confessione. O andiamo insieme, tutte le confessioni fraterne, o non si cammina. Oggi la coscienza dell’ecumenismo è tale che non si può pensare di andare nel cammino della fede senza la compagnia dei fratelli e sorelle di altre chiese o comunità ecclesiali. E questa è una grande cosa. Soli, mai. Non possiamo”. È facile, infatti, dimenticare questa profonda verità: “Quando ciò accade alle Comunità cristiane, ci si espone seriamente al rischio della presunzione di autosufficienza e della autoreferenzialità, che sono gravi ostacoli per l’ecumenismo”, ammonisce il Pontefice. “E noi lo vediamo. In alcuni Paesi ci sono queste riprese egocentriche – per dire così – di alcune comunità cristiane che è un tornare indietro e non potere avanzare. Oggi, o si cammina tutti insieme o non si può camminare”.

aggiornamento la guerra di Putin ore 16.51

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