Esteri

Papa Francesco in Mongolia, la prima volta di un Pontefice

Papa Francesco è arrivato in Mongolia  all’aeroporto Gengis Khan di Ulan Bator. Prima di lui mai nessun Pontefice era stato in Mongolia. Ha inizio il 43° viaggio apostolico internazionale che lo porta in Mongolia fino al 4 settembre. Ad accogliere il Papa, il ministro degli Esteri. Dopo la Guardia d’Onore e il saluto delle delegazioni, il ministro e il Papa, a bordo di due auto separate, hanno raggiunto la Vip Lounge per un breve colloquio. Al termine, Francesco sarà trasferito alla Nunziatura apostolica. Durante il volo che lo ha portato in Mongolia, Papa Francesco ha salutato e parlato con i giornalisti al seguito: “Andare in Mongolia è andare presso un popolo piccolo in una terra grande. La Mongolia sembra non finire e gli abitanti sono pochi, un popolo piccolo (poco numeroso) di grande cultura. Credo che ci farà bene capire questo silenzio, così lungo, così grande. Ci aiuterà a capire cosa significa ma non intellettualmente, capirlo con i sensi.

E precisa: “La Mongolia si capisce con i sensi”. Poi aggiunge una citazione culturale: Mi permetto di dire che farà bene forse ascoltare un po’ la musica di Borodin, che è stata capace di esprimere cosa significa questa lunghezza e grandezza della Mongolia”. Durante il giro dei saluti ai giornalisti in volo con il Papa, gli viene mostrata una borraccia: appartiene a un militare ucraino che si è salvato da una esplosione. Ha portato questo oggetto in una chiesa di Leopoli per ringraziare di essersi salvato. È stata la giornalista Eva Fernandez, di Radio Cope, a raccontare questa storia. Ne è venuta in possesso temporaneo perché la facesse vedere al Papa. Questo oggetto, con i segni della guerra scolpiti, sarà comunque riportato nella chiesa con la benedizione che oggi Francesco ha voluto dare. Durante le circa 9 ore e mezza di volo, Francesco, oltre a quello indirizzato al presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, ha inviato telegrammi agli altri Paesi sorvolati durante il tragitto. Nel messaggio diretto al presidente croato  Zoran Milanović ha ricordato la recente visita in Vaticano (nel 2021) invocando “abbondanti benedizioni sulla nazione”, nonché “doni di pace e gioia”. Al portavoce del presidente di Bosnia ed Erzegovina, Zeljmko Komšić, il Papa ha assicurato la sua preghiera e invocato “sulla nazione le benedizioni onnipotenti di unità, fraternità e concordia”. “Preghiere per la pace e l’unità della nazione” sono state espresse anche nel telegramma indirizzato al presidente serbo Aleksandar Vučić, e “pace e benessere” augurati al presidente del Montenegro, Jakov Milatović. Ancora, “doni di unità, gioia e pace” sono accompagnati dalla benedizione papale per la Bulgaria attraverso il telegramma al presidente Rumen Radev. Nel messaggio al presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e al popolo tutto,  Francesco ha assicurato le sue preghiere, invocando “sulla nazione le benedizioni divine dell’armonia fraterna e della pace”. Alla presidente della Georgia, Salome Zourabichvili,  Francesco ha inviato le benedizioni di Dio sulla nazione e i suoi concittadini, e la preghiera che conceda a ciascuno “i suoi doni di unità e concordia”. “Che la nazione sia benedetta dalla fraternità e dalla pace”, ha scritto Papa Bergoglio nel suo telegramma al presidente azero Ilham Aliyev. “Invoco volentieri le benedizioni divine su tutti voi”. Sorvolando il Kazakhstan, al presidente Kassym-Jomart Tokayev sono arrivate le preghiere del Vescovo di Roma “affinché l’Onnipotente conceda abbondanti benedizioni alla nazione”.

Infine al presidente della Cina, Xi Jinping, Papa Francesco ha indirizzato “un saluto di augurio nel momento in cui attraverso lo spazio aereo del suo Paese in rotta verso la Mongolia”. “Assicurandole le mie preghiere per il benessere della nazione – si legge – invoco su tutti voi le benedizioni divine di unità e pace”.

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