Formare persone in vari mestieri, con percorsi didattici in Italia, per poi trasferirle in Africa a fare a loro volta formazione: ciò garantirebbe l’opportunità di sviluppare una classe imprenditoriale locale ma permetterebbe anche di far entrare in Italia manodopera in modo regolare soddisfacendo così le richieste di tante attività commerciali. È la proposta illustrata dal vicepresidente di Confcommercio con delega all’Internazionalizzazione, Riccardo Garosci,nella Cabina di regia sul piano Mattei (il piano strategico per la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Stati Africani presentato il 29 gennaio scorso in Senato dal premier Giorgia Meloni, ndr) riunitasi il 15 marzo scorso a Palazzo Chigi.
“Il sistema del commercio, soprattutto nelle pmi, è carente di 200mila persone nei settori della ristorazione, hotellerie, turismo, ambulanti, trasporti e logistica – ha spiegato Garosci – e formare in queste attività dà anche l’opportunità di creare bacini di personale specializzato in futuro integrabile in Italia in modo regolare, persone che hanno già un’istruzione a vari livelli, dal cuoco fino ad alti dirigenti. Quindi è una formazione preventiva che può vedere coinvolti in percorsi didattici anche artigiani e piccola industria”. In sostanza, l’obiettivo è far viaggiare insieme il piano “economico e quello sociale”, ha aggiunto Garosci, ricordando l’opportunità di formazione al Politecnico del commercio a Milano e al Forter in Piemonte. Se il flusso di ingresso in Italia viene fatto in modo programmato e non illegale, insomma, si può aiutare la ricerca di risorse di cui il Paese ha bisogno.
Il piano Mattei, ha rilevato infine Garosci, “da oggi è un programma politico per tutte le categorie”economiche e sociali che partecipano, ciascuno può mettere sul tavolo il proprio contributo che sarà poi la base per il programma operativo.
aggiornamento Piano Mattei ore 14.56