La guerra di Putin

Putin è serio quando parla di accordo con Kiev?

 

di Giuliano Longo

Il presidente Vladimir Putin ha recentemente  affermato che potrebbe essere possibile raggiungere un accordo con KIev sulla base del comunicato scaturito dall’incontro fra le parti a   di Istanbul e fallito nel 2022.

Allora la Russia si stava leccando le feritedopo il tentativo di circondare – se non di occupare-  Kiev, subendo  le prime battute d’arresto nella guerra cui sarebbe seguita laefficace controffensiva ucraina.

Oggi il senso di quell’accordo e sulla base dei documenti è più chiaro. Entrambe le parti erano pronte ad attuare l’accordo,che richiedeva ulteriori negoziati faccia a faccia tra Putin e Zelenskyj e una intesa sulle  questioni territorialiche i precedenti colloqui in Bielorussia e ancora a Istanbulnon  avevano risolto.

A quel punto  l’’Ucraina fu convinta a ritirarsi dall’accordo quando i suoi alleati occidentali, principalmente da  Regno Unito e Stati Uniti.

L’accordo fallito prevedeva che  l’Ucraina fosse  stato neutrale senza alcuna presenza della NATO, un risarcimento per la neutralizzazione del Paese sotto forma di garanzie di sicurezza da parte della Russia, dei membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e di altri, tra cui Israele, Turchia, Polonia, Italia, Germania e Canada.

Secondo quanto  è noto oggi dalla documentazione disponibile,,  le garanzie di sicurezza sarebbero  state superioriarticolo V del Trattato NATO– che prevede l’intervento dell’Alleanza nel caso  un suo aderente venga aggredito – e avrebbero consentito a ciascuno Stato garante di agire in difesa di Kiev in modo indipendentemente senza richiedere il consenso degli altri.

Da parte sua, l’Ucraina avrebbe accettato un esercito molto più piccolo, con molte meno armi e senza quelle a lungo raggio.

La questione territoriale più delicata era la Crimea. L’accordo prevedeva che le due parti avrebbero negoziato il futuro della penisola dopo 10-15 anni, lasciando aperta la questione se  sarebbe rimasta territorialmente russa o sarebbe tornata all’Ucraina in qualche modo.

Sostanzialmente  Putin era disposto a scambiare il territorio occupato dai  per neutralizzare l’Ucraina rimuovendo  la presenza della NATO da quel paese.

Gli Stati Uniti non erano disposti a fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina perché sarebbe stato necessario un trattato che avrebbe richiesto la maggioranza di due terzi del Senato.

Ma, cosa ancora più importante, ciò significava  che l’espansione della NATO sarebbe finita, mentre Kiev avrebbe ottenuto garanzie di sicurezza più solide  rispetto a qualsiasi altro paese della Alleanza.

Ora,  è opinione diffusa e sostenuta da tutto l’Occidente che gli Americani non prenderanno nemmeno in considerazione i negoziati sul futuro dell’Ucraina perché i russi stanno vincendo sul campo di battaglia.

Quindi cercheranno di aiutare l’Ucraina a raggiungere alcuni successi, intensificando  gli attacchi territorio russo  – con la ridicola  avvertenza di Biden che questi attacchi non devono includere Mosca.

Supponendo un massiccio sostegno da parte degli Stati Uniti e della NATO, nuove armi tra cui aerei da combattimento e forse l’arrivo, più o meno mascherato,  di truppe della Alleanza, Washington ritiene che l’avanzata russa possa essere bloccata tanto da recuperare i territori occupati da Mosca..

Solo questa situazione  aprirebbe la strada verso negoziati almeno per un cessate il fuoco che i russi dovrebbero poi accettare, dando tempo all’Ucraina i di ricostituire il suo esercito e assorbire nuove armi, aiutata da una presenza limitata di truppe NATO.

Questa  situazione di stallo temporaneo si trasformerebbe in un’opportunità futura che potrebbe costringere i russi a ritirarsi del tutto dall’Ucraina.

Al momento sembra improbabile che lo scenario ispirato da Washington possa funzionare, poiché i russi stanno ancora avanzando anche se il ritmo, forse volutamente, è rallentato.

A dire il vero nessuno sa con certezza quanto sia solido l’impegno della leadership russa nei confronti dell’Ucraina, e quanto costosa sia la guerra per la Russia.

Nel suo recente incontro con i giornalisti a San Pietroburgo, a Putin è stato chiesto perché non accelera gli sforzi in Ucraina prima che la NATO invii armi e truppe in quel paese. Vladimir  ha detto che le truppe russe stanno seguendo un pianoe continueranno al ritmo attuale. Il che significa che non vede alcuna urgenza di chiudere il conflitto e si sta dando tutto il tempo che vuole. .

Nel frattempo alcuni paesi della NATO hanno firmato accordi di difesa con l’Ucraina, nessuno dei quali li impegna a inviare truppe e gli stessi Stati Uniti non sono stati in grado di formulare un proprio accord da vendere al Congresso, anche, se apparentemente, hanno abbandonato momentaneamente la questione.

Putin certamente sa che qualsiasi accordo con l’Ucraina che si basi su garanzie di sicurezza reali, difficilmente sarà accettabile per gli Stati Uniti o anche per molti paesi della NATO.

E sa che al momento ci sono poche o nessuna possibilità per un accordo. Il suo accenno  al Comunicato di Istanbul non porta soluzione  se deve includere garanzie di sicurezza. Inoltre, i russi hanno già annesso parti del territorio ucraino, il che significa che riconsiderare l’abbandono di quei territori una  sfida interna ai suoi assetti di potere..

In questa situazione si dovrebbe concludere che Putin non è serio riguardo ad una soluzione negoziata, né lo sono gli Stati Uniti o la NATO.

Tuttavia ci sono alcune incognite. La prima riguarda l’esito delle recenti elezioni europeecon il consolidamento delle cosiddette forze “sovraniste” che potrebberofar pesare la loro voce.. Senza dimenticare la prossime elezioni presidenziali americaneil cui esito incerto comincia a sollevare preoccupazione nelle Cancellerie occidentali.

In secondo luogosi teme che Putin giochi a carte coperte  e non faccia trapelare quali siano le sue effettive opzioni militari in Ucraina, oltre all’offensiva lanciata nell’area diKharkiv.

Singolare è poi la sua recente affermazione che la Russia “non ha bisogno delle atomiche per vincere in ucraina” che da un lato vorrebbe essere una rassicurazione per l’Europa ma dall’altro potrebbe anche indicare ben altri piani dello Stato Maggiore russo. .

Singolare affermazione, ripetiamo,  proprio a fronte dei primi attacchi aerei ucraini e al prossimo effettivo dispiegamento missilistico fornito dall’Occidente che già cominciano a dare  qualche zampata  all’orso russo.

Quindi, o le affermazione di Vladimir sono un bluff frutto dell’esito delle europee e in attesa di quelle presidenziali americane o davvero il suo Stato Maggiore ha in mente piani B, C e Dper la martoriata Ucraina.

Una sorta di gioco degli specchi fra Putin, Biden e NATO (Zelensky è solo la comparsa) che genera  fumo, mentre la certezza è che questa guerra non finirà entro l’anno e si estenderà almeno sino a parte del prossimo.

aggiornamento crisi russo-ucraina ore 14.28

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