Covid

Quinto vaccino anti Covid per la Cina, perplessità nella Comunità scientifica ma la diffusione è in mezzo mondo

La Repubblica Popolare Cinese annuncia il suo suo quinto vaccino contro il Covid-19. L’Accademia cinese delle Scienze ha dichiarato che il governo ha approvato l’utilizzo di emergenza di un nuovo siero già dallo scorso 10 marzo. Il nuovo vaccino nasce da una sperimentazione particolare, dall’inserire il codice genetico ‘dell’ormai famosa’ proteina spike del Sars-Cov2, all’interno di una linea cellulare proveniente dal tessuto ovarico dei criceti, poi coltivata in piastrina. Questo il quadro fornito dalla stampa estera e in particolare dal New York Times.

A far discutere inizialmente sull’approvazione dell’ultimo siero cinese era proprio  l’inserimento della proteina spike direttamente in cellule ovariche di criceti ancora vivi. Procedura che e’ stata ben presto confutata dagli scienziati,poichè questo tipo di cellule “vengono facilmente coltivate in laboratorio, e spesso usate per la ricerca medica”.

La preoccupazione degli ambienti scientifici sull’ultimo siero approvato sta nel fatto che “nè la compagnia di produzione, nè l’istituto scientifico che ha portato all’approvazione, abbiano pubblicato dati sull’efficacia del vaccino dalla fase 3 della sperimentazione, che è tuttora in atto in Cina, Ecuador, Uzbekistan, Indonesia e Pakistan”, si legge sul New York Times.

L’Uzbekistan ha già approvato il V vaccino in via “emergenziale” e l’Accademia cinese delle Scienze si è lasciata andare soltanto a un breve commento: “La Fase 3 sta procedendo senza particolari intoppi” e sulla fase 1 e 2 della sperimentazione risulta che “non ci sono stati seri effetti collaterali tra i volontari, e che il siero e’ in grado di produrre anticorpi neutralizzanti al pari degli altri vaccini”. Ma il NYT fa notare che i risultati “non sono mai stati sottoposti a revisione scientifica”.    

Inoltre il nuovo siero “non produce grandi quantità di linfociti T che aiutano ad eliminare le cellule infette e ne prevengono la diffusione” e  senza “senza queste cellule i livelli di anticorpi prodotti potrebbero non bastare per eliminare l’infezione”, ha commentato al quotidiano statunitense Ooi Eng Eoong, professore di Microbiologia all’Universita’ nazionale di Singapore.

I vaccini prodotti in Cina sembrano attrarre molti Stati. In Peru’ diversi “consiglieri governativi, lobbisti, capi di gabinetto nei ministeri”, fino addirittura al “precedente presidente e alla famiglia, sono stati vaccinati con uno dei primi sieri cinesi prodotti da SinoPharm (gigante statale nella produzione vaccinale, ndr)”. L’attuale presidente in carica, Francisco Sagasti, ha parlato di “oltraggio” e ha ribadito come “coloro che sono stati coinvolti non troveranno più spazio nel governo”.

Lo scandalo peruviano, riporta il Wall Stret Journal, “ha messo in evidenza l’alto rischio di illeciti che potrebbe prender piede nel mercato multimilionario dei vaccini se la Cina comincerà a vendere i suoi sieri ai Paesi in via di sviluppo”.

Nelle Filippine e in Uganda, presidenti e ministri “sono stati vaccinati con sieri SinoPharm” e alle Nazioni Unite il ministro cinese agli Affari Esteri, Wang Yi,  ha dichiarato che la Repubblica popolare Cinese non ha mai cercato di trarre benefici economici o politici dai suoi vaccini.

Nel frattempo il Corriere della Sera pubblica la notizia che  personaggi ‘famosi’  negli Emirati Arabi hanno fatto il vaccino cinese, Emirati, riporta sempre il quotidiano che “sta diventando uno dei luoghi preferiti dai vip per i vaccini”.

Intanto i 4 vaccini cinesi già approvati della Sinopharm in collaborazione con il Beijing Institute of Biological Products di Pechino, sono presenti nei seguenti 13 Paesi: Bahrein, Cambogia, Egitto, Ungheria, Iraq, Giordania, Marocco,Nepal, Pakistan, Perù, Repubblica di Serbia, Seychelles ed Emirati Arabi Uniti. 

Il vaccino di Sinopharm messo a punto con il Wuhan Institute di Biological Products, è stato prenotato dagli Emirati Arabi Uniti. Il vaccino cinese Cansino viene somministrato anche in Messico e Pakistan. Il Messico utilizzerà anche il Sinovac, prenotato ed approvato anche da Brasile, Cile, Colombia, Indonesia e Turchia.

AGC GreenCom

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