Economia e Lavoro

Quota 103, se vuoi restare al lavoro ci sono gli incentivi

 

L’incentivo in busta paga.- come si legge sul portale specializzato Pmi.it-  per chi ha maturato la Quota 103 va richiesto all’INPS, si coordina con il taglio del cuneo fiscale 2023, ha la stessa decorrenza che avrebbe la pensione flessibile e si può chiederne la revoca (ma senza più poterlo richiedere). Sono le regole attuative del cosiddetto Bonus Maroni, ossia la prestazione prevista dal comma 283 della legge 197/2022, contenute nel DM Lavoro 21 marzo 2023 in Gazzetta Ufficiale. Il beneficio riguarda i dipendenti del pubblico e del privato che hanno maturato 62 anni di età e 41 anni di contributi e che decidono di non optare per la pensione anticipata flessibile (Quota 103) restando invece al lavoro. In questo caso, possono decidere di rinunciare a versare i contributi a proprio carico ricevendo la somma corrispondente in busta paga. Questo, a partire dalla prima decorrenza utile che sarebbe scattata con la Quota 103 (non anteriore al primo aprile). Se però tale decorrenza è già trascorsa, allora l’incentivo spetta dal primo mese successivo alla domanda.  L’importo in più che il lavoratore riceve in busta paga è imponibile solo ai fini fiscali e non contributivi. In questo senso, c’è una regola di coordinamento con il taglio del cuneo fiscale. L’incentivo è infatti riconosciuto al netto di eventuali riduzioni contributive già applicate per il taglio del cuneo. Con il taglio del cuneo fiscale una parte dei contributi a carico del lavoratore finisce già in busta paga. Per la precisione, dal primo gennaio scorso e fino al 30 giugno i lavoratori dipendenti con reddito fino a 25mila euro hanno un taglio di tre punti, da 25mila a 35mila euro un taglio di due punti. Il taglio sale dal prossimo mese di luglio di quattro punti, rispettivamente al 6 e 7%. Questi contributi non vengono versati all’INPS ma vanno direttamente nella busta paga del lavoratore. Se il dipendente – conclude Pmi.it- a cui è stato applicato il taglio del cuneo fiscale concesso dal Governo sceglie di applicare anche l’incentivo per restare al lavoro, in busta paga andranno anche i restanti contributi (perché quelli oggetto di esonero ci sono già andati).

Esempi di calcolo: incentivo + taglio del cuneo

  • Dipendente con reddito fino a 25mila euro. Fino al 30 giugno ha un taglio del cuneo di tre punti. I contributi pieni a carico del lavoratore sono pari al 9,16%, quindi con il taglio questo dipendente ha già un esonero pari al 3,19% fino al 30 giugno, che sale al 7,19% da luglio a dicembre. L’incentivo a restare al lavoro porterà in busta paga anche il restante 6,19% fino a giugno, e 2,19% da luglio a dicembre.
  • Dipendente con reddito da 25mila a 35mila euro. La quota di contributi in busta paga nel caso di esercizio dell’opzione per l’incentivo alternativo alla Quota 103 sarà pari al 7,19% fino al 30 giugno e al 3,9% dal 1° luglio.

Quando cessa l’incentivo alternativo a Quota 103

L’incentivo non è più utilizzabile (se è attivo cessa automaticamente), nel momento in cui il lavoratore matura il diritto alla pensione di vecchiaia, anche se continua a lavorare. E viene meno anche se il lavoratore va in pensione anticipata, o comunque la conseguimento di una qualsiasi pensione diretta. Se invece il lavoratore prende una pensione di reversibilità può continuare a utilizzare l’incentivo, il decreto si riferisce esplicitamente al divieto di cumulo con una pensione diretta.

Come e quando si richiede il nuovo incentivo

Per i dettagli sulle modalità di presentazione della domanda bisogna attendere le specifiche istruzioni INPS; intanto è stata resa nota la procedura generale.

  1. Ladomanda di incentivo per chi ha i requisiti della Quota 103 ma resta a lavoro, si presenta all’INPS.
  2. L’istituto previdenziale certifica il diritto e lo comunica aldatore di lavoro, entro 30 giorni dalla domanda.
  3. Da questo momento il datore di lavoro applica l’incentivo e versa i contributi a carico del lavoratore inbusta paga, procedendo anche al recupero di quanto eventualmente già versato.

A fronte della richiesta, il beneficio viene applicato a tutti i rapporti di lavoro, in essere e successivi. Quindi, se il dipendente cambia posto di lavoro continuerà automaticamente a fruirne. In pratica, se il dipendente cambia datore di lavoro, sarà sempre l’INPS a comunicare automaticamente l’applicazione dell’incentivo alla nuova azienda.

L’opzione alla rinuncia dei contributi può essere esercitata una volta sola, ed è revocabile. In quest’ultimo caso, il datore di lavoro riprende a versare i contributi dal primo mese di paga successivo alla revoca.

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