La pandemia ha frenato gli spostamenti degli italiani per curarsi. Nel 2020, la mobilità sanitaria interregionale, ovvero il saldo che risulta dalla differenza tra l’attrazione di pazienti da altre Regioni e la ‘migrazione’ da quella di residenza, ha raggiunto un valore di 3,3 miliardi e riflette le grandi diseguaglianze di servizi sanitari tra Nord e Sud. Lo evidenzia un nuovo report Gimbe, che sottolinea come le Regioni con maggiore capacità attrattiva si trovino anche ai primi posti nei punteggi Livelli essenziali di assistenza (Lea). Le tre regioni che hanno iniziato le trattative per l’autonomia differenziata raccolgono, indieme, quasi la metà della mobilità attiva: Lombardia (20%), Emilia-Romagna (16,5%) e Veneto (13%).