Roma Capitale

Rifiuti, Bonessio-Luparelli (Alleanza Verdi-Sinistra): la narrazione di un inceneritore che fa bene smentita anche dallo studio regionale Eras

L’inceneritore quale soluzione avveniristica o addirittura luogo di attrazione turistica, dove praticare anche attività sportiva, appartiene a una narrazione fantasiosa e strumentale che, come Alleanza Verdi-Sinistra, abbiamo sempre rifiutato e combattuto. In ogni occasione abbiamo ribadito la nostra totale e netta contrarietà alla costruzione di un mega impianto di incenerimento dei rifiuti da 600.000 tonnellate annue a Roma e oggi i dati del nuovo studio epidemiologico del programma regionale redatto da Eras Lazio (Epidemiologia Rifiuti Ambiente Salute) – finanziato dalla Regione Lazio e condotto dal Dipartimento di epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale e ARPA – sono la conferma di quanto sempre sostenuto da noi.

Il problema non può essere ridotto, come qualcuno prova a farci credere, al rispetto della normativa che indica la quantità di emissioni inquinanti nell’arco delle 24h. Come si evince dal report, che valuta la quantità di sostanze inquinanti emesse e depositate su tutti gli organismi viventi per un periodo di più anni, vivere vicino a un inceneritore provoca dei danni perché aumenta tra i residenti nelle aree ad alta esposizione i rischi di malattie respiratorie, cardiache e cerebrovascolari che possono manifestarsi anche nel medio e lungo periodo. Un inceneritore sprigiona polveri ultra-sottili PM 2.5, diossina, furani, idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti e CO2 che sono considerati rifiuti speciali da smaltire in discarica e non esiste tecnologia di filtri capace di arrestare completamente tali emissioni.

Pensare di collocare un simile impianto di incenerimento di rifiuti indifferenziati, che nel migliore dei casi consuma acqua e ossigeno e produce anidride carbonica, in un territorio fragile come quello di Santa Palomba caratterizzato da una perenne emergenza idrica e in cui l’emungimento delle acque è subordinato alle prescrizioni del D.G.R. 445/2009, significa scegliere di condannare senza appello un interno territorio e i comuni limitrofi. Senza considerare che parliamo di un territorio densamente abitato e caratterizzato da numerose aziende riconvertite ad agricoltura biologica, luoghi di interesse storico-culturale e paesaggistico, centri residenziali, aggregativi, scuole, parrocchie e attività commerciali.

Rinnoviamo l’invito ad abbandonare, o quantomeno a ripensare questa scelta scellerata e a individuare, con l’aiuto di massimi esperti nazionali e mondiali, una strategia sostenibile per Roma improntata alla vera Economia Circolare che è irrealizzabile se si pensa di bruciare materiali per loro natura riciclabili. Nel frattempo, continueremo a vigilare e, chiedendo al Consigliere Regionale del Gruppo Verdi-Sinistra Claudio Marotta di presentare un’interrogazione rivolta all’assessore regionale ai rifiuti, esigiamo di fare ulteriori approfondimenti perché in presenza di un rischio evidente per la popolazione l’unico principio guida che deve orientare l’azione amministrativa è la tutela e prevenzione.

Così i consiglieri capitolini dell’Alleanza Verdi-Sinistra Ferdinando Bonessio e Alessandro Luparelli.

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