La legge delega per la riforma fiscale è praticamente pronta e già la settimana prossima dovrebbe essere varata in Consiglio dei ministri. È divisa in quattro parti, per un totale di 21 articoli, e mette mano a tutto il sistema: dai tributi agli accertamenti, dalla riscossione alle sanzioni. Prevede principalmente una riforma dell’Irpef con tre scaglioni e aliquote più basse, e poi flat tax per tutti e Iva azzerata su pane, pasta e latte. Il viceministro dell’economia Maurizio Leo, che ci ha lavorato negli ultimi mesi, parla di “risultato ambizioso, che si ispira a quella che fu la riforma degli anni Settanta”, in cui si tracciò “il fisco del futuro”. Consentirà di “avviare un graduale processo di riduzione del carico fiscale e rendere più appetibile e attrattivo l’investimento nel territorio nazionale“, sottolinea da parte sua il titolare dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Entrando nel dettaglio del provvedimento, la riforma dell’Irpef riduce gli scaglioni da quattro a tre, con aliquote ridotte per centrare l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale. La flat tax, obiettivo “di legislatura”, è prevista anche per i lavoratori dipendenti e c’è la revisione delle “tax expenditures” forfettizzandole per scaglioni di reddito, per ricavare risorse da destinare al finanziamento delle novità della delega: le agevolazioni oggi sono oltre 600, per una spesa di 165 miliardi. Una misura destinata a toccare da vicino le famiglie è poi l’azzeramento dell’Iva per alcuni beni di prima necessità: “è una delle ipotesi perché la prevede la normativa Ue”, spiega Leo. E la sottosegretaria Lucia Albano assicura che “tra qualche mese” sarà realtà per pane, pasta e latte. Per le imprese invece è in arrivo la nuova Ires a due aliquote, per far pagare di meno chi più assume ed investe. Parte anche il graduale superamento dell’Irap e si potrà dire addio all’imposta di bollo, a quelle ipotecaria e catastale, ai tributi speciali catastali e alle tasse ipotecarie, che saranno sostituite da un tributo unico. Quanto ai redditi da fabbricati arriva la cedolare secca anche per gli immobili non abitativi. Per quanto riguarda i procedimenti, si punta a spingere sempre di più sul meccanismo della dichiarazione (incentivando le precompilate) e per dare “un po’ di quiete al contribuente” arriva la moratoria ‘festiva’, con la sospensione delle comunicazioni del fisco ad agosto e dicembre. Si cambia pagina, infine, anche sugli accertamenti: le misure repressive con cui si è condotta fino ad oggi la lotta all’evasione non hanno intaccato il tax gap, che dal 2000 continua ad oscillare tra 75 e 100 miliardi, e quindi ora si punta tutto sulla tregua fiscale attraverso una tax compliance volontaria.