Esteri

Rilascio in mare dell’acqua di Fukushima Altolà della Cina al cibo “made in Japan”

La Cina ha annunciato ieri lo stop all’import di cibo da dieci prefetture giapponesi “per motivi di sicurezza”, in relazione al piano di rilascio in mare delle acque trattate dell’impianto nucleare di Fukushima, come annunciato dal governo di Tokyo. Pechino, il più grande acquirente di prodotti ittici del Giappone, ha fatto sapere che esaminerà rigorosamente anche i documenti sul cibo, in particolare quelli marini, provenienti da altre parti del Giappone. In questo senso, le Dogane cinesi sono in procinto di rafforzare il rilevamento e il monitoraggio delle sostanze radioattive per garantire la sicurezza del cibo importato dal Giappone. La Corea del Sud ha intanto dichiarato che il piano del Giappone sul rilascio in mare dell’acqua contaminata dall’impianto nucleare di Fukushima soddisferebbe gli standard internazionali, compresi quelli dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), se realizzato come previsto. Il governo di Seul ha reso noti i risultati della sua analisi scientifica basata sugli esiti dell’ispezione all’impianto di fine maggio e su altri dati correlati, nonché sulla valutazione sulla sicurezza dell’agenzia di Vienna. Secondo una simulazione, l’impatto delle radiazioni sulle coste sudcoreane è stimato in circa un/100.000esimo del livello attuale.

Related posts

Deforestazione, migliorano Brasile e Colombia. Ma la media globale rimane invariata

Redazione Ore 12

Dombrovskis (Ue): “Improbabile che il Pil resti intatto dopo l’ondata di Omicron”

Redazione Ore 12

NATO, solo 11 paesi  superano il 2% del PIL richiesto dalla Carta

Redazione Ore 12