La guerra di Putin

Russia: senza nascite e con una economia asfittica, è un piccolo gigante dai piedi di argilla

di Giuliano Longo

Il calo della popolazione, che in Russia si protrae per il quinto anno consecutivo, è un segnale che allarma il Governo e trova ampio spazio sui media che giudicano questo processo assolutamente irreversibile nelle condizioni attuali.

Nel 2021 i numeri erano catastrofici con un calo dei residenti nell’enorme territorio di oltre un milione di russi, nel 2022 di 555mila, ma nel primo trimestre di quest’anno i russi mancati all’appello erano già un rallentamento 149mila. 

La popolazione della Federazione, appena dopo il crollo dell’Urss nel 1992 era di 148,51 milioni di persone; al 1 gennaio 2023, la popolazione della Federazione Russa è di 146,44 milioni. Nei 31 anni di post-comunismo la popolazione non è cresciuta, nonostante l’annessione della Crimea, calando complessivamente di oltre due milioni, mentre negli ultimi decenni della russia comunista la popolazione cresceva di circa 8,79 milioni di persone, ogni 10 anni. Se quel tre fosse proseguito la popolazione sarebbe cresciuta di Non è difficile stimare che in 31 anni sarebbe cresciuta di un massimo di 27 milioni di persone, arrivando ora a 168 milioni di russi. persone.  Di conseguenza, il danno alla crescita della popolazione ammonterebbe a circa 20 milioni di persone. Ma va considerato che nella seconda guerra mondiale morirono 27 milioni di russi di cui 18 milioni civili. Le cause del mancato aumento (quantomeno compensativo) delle nascite viene attribuito alla situazione economico e sociale della Federazione creatasi negli  anni 90, periodo di scelte ultra-liberiste a danno del 70% della popolazione, con pensioni e stipendi da fame, disastro nella sanità e nelle garanzie di sopravvivenza che hanno creato un buco demografico paragonabile agli eventi bellici. Nel 1992, i prezzi aumentarono decine di volte e fu introdotta un’IVA catastrofica del 28%. I risparmi della popolazione si dissolsero, l’offerta di moneta crollò e l’economia collassò. mentre le ricchezze si spartivano fra pochi oligarchi, i più furbi o gli avventurieri. Riapparve il baratto mentre le aziende e i consumi crollavano e l’evasione fiscale imperava. Secondo gli ultimi calcoli degli specialisti, in quel periodo i poveri erano il 60% ridotto ad oggi fra il 10 e il 15% (dati Rosstat). Oggi la Tv offre una immagine brillante delle condizioni dei russi, con una immagine  diversa da quanto accade lontano da Mosca o San Pietroburgo. Guardiamo invece  alla situazione reale riportata dagli stessi media russi.

La quota di prodotti importati nel mercato alimentare, dell’abbigliamento e dell’elettronica nel 2022 era rispettivamente di circa il 19,8%, 45,6% e 79%. Nei settori chiave più importanti della dell’industria, dall’automotive al farmaceutico, la quota di valore aggiunto estero supera il 50%. Nel settore super redditizio del petrolio e del gas nel 2022 lavorano 603 mila addetti. Nel settore dell’informazione in rapido sviluppo – 761 mila persone, mentre secondo Rosstat, nello stesso anno, 17,5 milioni di russi sono addetti al settore pubblico. Secondo le stime di FinExpertiza, la disoccupazione nascosta è il 13% della forza lavoro, una stima che risulta essere il triplo rispetto ai dati divulgati dal Governo. In questa situazione il danno demografico colpisce soprattutto  gruppo etnico chiave, quello russo. I russi, non hanno tradizioni prolifiche o famigliari come  nelle repubbliche asiatiche. i popoli asiatici. Secondo varie stime, se le tendenze attuali permangono, nel 2040 non ci saranno più di 90 milioni di russi, ed entro il 2055-2060 la quota  potrebbe scendere al 50%.

Anche se il Governo tenta di aumentare il benessere della popolazione, aumentare il tasso di natalità e creare nuovi posti di lavoro è assolutamente quasi impossibile adempiere a tutti questi compiti con un’economia basata sulle risorse naturali, sulle importazioni  e non sulla produzione.

E sebbene le sanzioni costringano il Governo a ripristinare parte della produzione, resta il fatto che ora solo 10 milioni di persone sono impiegate nell’industria manifatturiera.

Circolo così l’opinione fra quello che resta della opposizione di sinistra in Russia che  l’élite non voglia sviluppare il paese, nel timore che la svolta industriale e tecnologica getti la lobby delle materie prime ai margini della storia.   Tassi bancari elevati, immobili costosi,  tasse elevate (ad eccezione della tassazione semplificata per i lavoratori autonomi) e il predominio della burocrazia pesano sul tenore di vita dei cittadini. . Al contrario della Cina dove tutto il sistema è orientato alla produzione e alla crescita.

I media e la TV alimentano la vulgata  che presto ci sarà una lotta agli oligarchi e una nuova industrializzazione, un’epurazione delle élite, ma in Russia parte del sistema non cambia è oggi condiziona dalla appropriazione indebita e la corruzione, sull’esportazione di capitali che sfamano le  élite. In questa situazione, incredibilmente secondo i sondaggi (settembre 2022), quasi due terzi dei russi (62%) simpatizzano per il socialismo, per i dati VTsIOM alla fine del 2022 quasi il 50% dei russi vuole il ripristino dell’URSS e il 58%  ne rimpiange il crollo. Per Secondo l’Istituto di Psicologia dell’Accademia delle scienze, circa l’80% della popolazione della  valuta negativamente lo scenario di uno sviluppo economico “inerziale”. Il conflitto in corso è solo enfatizzato dalla propaganda ufficiale, come d’altronde in Ucraina e in Occidente e  mentre i il computo dei soldati morti si diluisce nella Grande Mosca risulta molto più evidente nelle piccole città. Quindi per l’opposizione della sinistra e democratica russa (non ancora soffocata) l’assenza di obiettivi e successi chiari della cosiddetta Operazione Speciale, avvicina la Federazione allo scenario statico e logorante della prima guerra mondiale, mentre nella società si accumulano malcontento e stanchezza.

Scrive Svobodna Pressa (Libera Stampa):  “se le riforme richieste non seguiranno, forse ci sarà qualche evento “H” ‘la società si romperà’, e il sistema cambierà. Molto probabilmente (questo evento) sarà associato al conflitto ucraino. e se ne vedono già i contorni. E tutto, come come nel 1917 può richiedere diversi giorni e accadere entro e non oltre il 2025, mentre da 40 anni del popolo russo che vaga per i deserti del liberalismo”.

Invocazione ad una palingenesi vetro bolscevica o profezia realistica?

aggiornamento la guerra di Putin ore 14.32

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