Economia e Lavoro

Il fianco settentrionale della NATO ha troppi punti deboli

“Sebbene l’invasione russa dell’Ucraina abbia rivelato significative debolezze nella capacità militare di Mosca, ha  gettato anche una luce poco lusinghiera su aspetti della posizione strategica della NATO”. Lo scrive scrive l’autorevole rivista americana Foreign Policy. La recente adesione della Finlandia alla NATO e la prevista adesione della Svezia hanno potenziato la capacità dell’alleanza , tra cui la guerra sottomarina, l’intelligence dei segnali e l’artiglieria nella regione del Mar Baltico, ma  rimangono carenze preoccupanti  nell’Artico.

La Russia ha sfruttato con successo diversi fattori per guadagnare spazio di manovra nella regione fra queste   la condivisione del potere nelle isole Svalbard (Norvegia), a metà strada tra la Norvegia e il Polo Nord, dove Mosca  ha sfruttato un trattato del 1920, che limita la capacità sovrana della Norvegia di impegnarsi nelle tradizionali attività di difesa sull’isola, consentendo di accrescere l’influenza economica e politica della Russia. In quelle isole  Mosca mantiene una considerevole presenza mineraria e ha insistito sul fatto che Oslo non può imporre sanzioni globali sulle sue spedizioni agli insediamenti russi in quelle isole. L’interpretazione della Norvegia degli obblighi del trattato ha consentito la crescita della presenza russa e cinese su un’isola strategicamente vitale con notevoli risorse naturali, tra cui carbone, zinco, rame e fosfato. Nonostante il trattato affermi la “sovranità assoluta” della Norvegia sull’isola, Oslo considera il divieto del trattato sull’uso delle Svalbard per “scopi bellici” come una grave limitazione di tale sovranità. E ancora. Le Isole Faroe, la cui difesa è responsabilità della Danimarca, hanno ospitato numerosi pescherecci russi durante il conflitto ucraino, in base a un trattato tra la Russia e le Isole  degli anni ’70. Queste  navi russe sono state accusate di spionaggio e persino sabotaggio,compresi i cavi sottomarini nel Mare del Nord. L’incapacità di Copenaghen di intervenire efficacemente nella questione ha lasciato i suoi partner della NATO vulnerabili alle tattiche russe asimmetriche. La Groenlandiaè uno specchio d’acqua strategicamente critico che separa l’Oceano Atlantico settentrionale dal Nord Mare e Mare di Norvegia. Man mano che l’autonomia locale della Groenlandia è cresciuta, è cresciuta anche la sua ricettività all’influenza esterna. La diminuzione dell’autorità di Copenaghen ha fornito ampie opportunità per la competizione tra grandi potenze sull’isola più grande del mondo, fra cui Russia e Cina. Il fianco settentrionale dell’alleanza soffre anche della negligenza strategica  del Canadasotto il governo del primo ministro Justin Trudeau, che attualmente sta spendendo circa l’1,3% del PIL per la difesa, s al di sotto del requisito del 2% della NATO. La sostituzione vecchia flotta rompighiaccio di Ottawa è stata a lungo programmata ma il governo non ha mai fornito  una data per tale sostituzione, nonostante il Canada non abbai le capacità di contestare la ri-militarizzazione dell’Artico da parte di Mosca. Ma mentre Ottawa è impegnata in fantasiose discussioni su una strategia indo-pacifica, la Russia dispone di 40 rompighiaccio di cui 9 a propulsione nucleare contro 2 degli Stati Uniti, 18 del Canada in parte obsoleti e alcuni della Norvegia anche in costruzione.  Quindi, secondo Foreign Policy, Stati Uniti devono lavorare con i loro partner a Copenaghen, Oslo e Ottawa per impedire alla Russia  di operare quasi impunemente nelle Isole Faroe o minacciare le comunicazioni strategiche della NATO attraverso la sua influenza in Groenlandia o Svalbard. La Cina,con la sua iniziativa Polar Silk Road, è interessata a far crescere la sua presenza nella regione assurdamente dichiarandosi uno “Stato vicino all’Artico”interessata alle nuove rotte marittime che si vanno aaprendo con il disgelo del Polo Nord.  Se molti su entrambe le sponde dell’Atlantico esaltano  il successo della NATO nella resistenza alla aggressione russa dell’Ucraina e dell’adesione di Svezia e Finlandia alla Alleanza, per Foreign Policy   rimane ancora molto lavoro da fare per garantire il fianco settentrionale dell’alleanza. Mentre la Russia è già in pole position in quell’area non solo per l’influenza contesta su quelle isole e per i rompighiaccio, ma per quei suoi 24mila chilometri di costa oltre il circolo Polare Artico.

Nella foto un rompighiaccio russo

GiElle

aggiornamento la Guerra di Putin ore 14.30

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