Roma Capitale

Sabaudia, Barbano e Caiazza chiudono la Summer School dell’Academy Spadolini. Numeri da record

Metti insieme un grande cronista come Alessandro Barbano e un penalista rigoroso e del livello di Giandomenico Caiazza che il successo è assicurato, soprattutto se si parla di magistratura, di lentezze della giustizia italiana, di colpe del sistema penale, e di mancanza di diritti in un Paese come il nostro che vanta di essere un Paese libero e democratico. Ma a volte il meccanismo giudiziario si inceppa, e si ritorce contro ogni principio di libertà e di rispetto del cittadino.

Nell’ultimo libro di Alessandro Barbano  “L’Inganno, Antimafia.Usi e Soprusi dei professionisti del bene” (Edito da Marsilio Nodi)c’è tutto questo insieme, la storia giudiziaria del nostro paese in un’indagine senza sconti che solleva il velo sulle contraddizioni della lotta alla mafia, tra sprechi, pregiudizi dannosi ed errori clamorosi. Un viaggio drammatico – anticipa il vero padrone di casa di Sabaudia Estate Luigi Tivelli che quest’anno qui a Sabaudia si è inventato la Summer School dell’Academy Spadolini– – un viaggio al cuore di un sistema invasivo e dispotico, che si è insinuato nella democrazia in nome di una retorica dell’emergenza, cancellando le differenze tra eccezione e ordinario, tra rispetto delle istituzioni e abuso di potere.

Alessandro Barbano, chi lo conosce lo sa bene, non va mai per il sottile, cronista di grande tradizione italiana, e come tale severo, rigoroso, informatissimo, da anni scrigno elitario di mille fonti confidenziali eccellenti, e questo fa di lui uno studioso di alto respiro su questi temi così delicati come quelli della giustizia che non funziona. La denuncia che Barbano porta da mesi in giro per l’Italia è forte: «Il Codice antimafia – scrive- è il grimaldello per scardinare la porta già traballante dello Stato di diritto e mettere l’intera società sotto tutela giudiziaria»

Nel suo saggio Barbano parla di una “potente macchina di dolore umano non giustificato e non giustificabile, che adopera un diritto dei cattivi introdotto «dopo l’Unità d’Italia per combattere i briganti, usato a piene mani dal fascismo per perseguitare i dissidenti, ignorato dai repubblicani» e riportato in auge dai moderni paladini della giustizia”.

L’analisi che ne fa, e che domani sera farà alla Summer School dell’Academy Spadolini– è a tratti feroce: “È questa oggi l’Antimafia, un sistema dove l’eccezione diventa regola e l’emergenza permanente è l’altare sul quale sacrificare la libertà in nome della lotta al crimine. Così confische e sequestri colpiscono migliaia di cittadini e imprenditori mai processati, o piuttosto assolti. Così sentenze anticipano leggi, pene crescono al diminuire dei reati e una falsa retorica professa l’idea che il rovesciamento dello Stato di diritto sia necessario alla vittoria sulla malavita”.

Per il Condirettore del Corriere dello Sport tutto questo “è un’illusione o, peggio ancora, un inganno” e non a caso in questo libro Barbano  svela «gli abusi, gli sprechi, i lutti e l’inquinamento civile perpetrati da un apparato burocratico, giudiziario, politico e affaristico cresciuto a dismisura e fuori da ogni controllo di legalità e di merito».

Il dibattito è quanto mai reale e attuale, e non si poteva scegliere interlocutore migliore del Prof. Giandomenico Caiazza per capire meglio le ragioni dello scrittore che nella sua analisi  descrive l’attuale legislazione antimafia “Come un virus che infetta ogni cellula, ne segue poi la menzogna di una legislazione antimafia che tutti i paesi del mondo vorrebbero imitare, e l’intimidazione nei confronti di chi si azzarda a criticarla dilagano incontrastate”.

Come se ne esce?

“Per indebolire questo potere senza freni, che ha tradito il compito assegnatogli dalla democrazia- sostiene Alessandro Barbano– bisogna revocare la delega che una politica miope ha fatto alla magistratura e che alcune procure hanno trasformato in una leva per mettere la società sotto tutela. Oggi più che mai è necessario tornare a un diritto penale basato su fatti e prove, estirpare il peccato originale del sospetto, definire univocamente il confine fra lecito e illecito. Solo così si può capire che cos’è la mafia. E combatterla davvero”.

Già immagino quello che dirà da par suo Giandomenico Caiazza, questo illustre professore e penalista italiano che ha fatto della “difesa del cittadino indifeso” la mission della sua vita professionale e privata, e che in questi anni ha seminato pillole di saggezza e di equilibrio giuridico nei consessi più alti del Paese.

“Ma qui – ha ragione il Presidente dell’Academy Spadolini Luigi Tivelli– qui si devono fare i conti con una classe politica non sempre all’altezza del proprio compito, debole, approssimativa, superficiale, e che rispetto alla qualità del passato ha preferito altri toni e altri profili, calpestando  valore e  meritocrazia . E’ questo il vero nodo della democrazia malata nel nostro Paese”.

Il resto sono i numeri di questa Estate culturale a Sabaudia che sono numeri da record, dove l’Academy Spadolini di Luigi Tivelli ha dimostrato che anche una rassegna culturale di libri e autori di grido possono trasformare radicalmente l’estate di uno dei luoghi più belli del litorale laziale. L’ultimo libro , ricordo, presentato qui a Sabaudia è stato quello di Roberto Alesse, Direttore Generale delle Dogane e dei Monopoli,“Il declino del potere pubblico in Italia. Come salvare la classe dirigente nell’era della globalizzazione e delle pandemie”, che in realtà ha di fatto anticipato, nei temi e nei toni, la serata conclusiva di sabato sera.

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