Economia e Lavoro

Sciopero generale di Cgil e Uil, piazze piene e avvertimento al Governo

Alla fine lo sciopero generale di Cgil e Uil si è celebrato e le piazze si sono riempite. Principale manifestazione a Roma, dove hanno parlato Maurizio Landini per la Cgil e Pierpaolo Bombardieri per la Uil

“Da questa piazza diciamo una cosa precisa: è il momento di cambiare. Serve una nuova qualità del lavoro, stabile e sicuro, un lavoro dove non si muore. Serve una nuova qualità di vita per le persone per guardare al futuro”. Queste le parole del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco di piazza del Popolo a Roma, concludendo la manifestazione nel giorno dello sciopero generale dal titolo “Insieme per la giustizia”. La prima risposta, esordisce il leader della Cgil rivolgendosi ai lavoratori, “arriva dal vostro sacrificio, da voi che aderite allo sciopero. Il primo pensiero va alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità, che oggi sono in servizio per noi”. Proprio nella sanità “abbiamo pagato i taglisulla nostra pelle: tagliare ha significato essere in difficoltà a inizio pandemia. Siamo qui anche perchiedere assunzioni in sanità. La solidarietà, andare in piazza anche per chi non c’è e proporre una riforma complessiva del Paese, è l’elemento da cui ripartire”.

Maurizio Landini ha risposto alle critiche contro il ricorso allo sciopero generale: “È un diritto fondamentale. Il nostro Paese forse ha perso la memoria: ricordiamoci che lo sciopero è un diritto da quando fu sconfitto il fascismo. Proprio il regime lo sospese e proprio il movimento dei lavoratori nel 1943 proclamò lo sciopero generale contro il fascismo e contro la guerra, rischiando la prigione e la fucilazione. Oggi noi abbiamo usato il diritto di sciopero per dare voce a chi non ce l’ha e per applicare la Carta”. Il movimento dei lavoratori non va mai sottovalutato: “Se nel pieno della pandemia il Paese si è dotato di un protocollo per la sicurezza, sono stati i lavoratori a scioperare per chiederlo”.

Il presidente della Confindustria Bonomi si è detto “triste” per la protesta di oggi. “Noi guardiamo le persone negli occhi – ha proseguito -: quando qualcuno sta male non siamo felici, lo siamo solo quando tutti sono tranquilli. Se le persone rischiano di essere licenziate, delocalizzate, come avviene in questi giorni, allora anche noi non siamo felici: andiamo in piazza e lottiamo. Da parte sua, Confindustria dovrebbe dire ai loro associati di non delocalizzare e investire in questo Paese”. Gli fa eco Pierpaolo Bombardieri, leader della Uil, nella piazza dalla quale si è sfilata invece la Cisl. “Oggi ci sono cinque piazze piene. È strano dire che non rappresentiamo il Paese reale, chi è rimasto indietro – attacca – Chiediamo al governo di fare scelte diverse. Il Paese ha bisogno di risposte, che finora non sono sufficienti”.

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