Economia e Lavoro

Senato, ok al ddl sulla carne coltivata. La grande mobilitazione di decine di associazioni

 

di Chiara Napoleoni

 

Il Senato ha approvato il disegno di legge sulla carne coltivata, recante norme in merito ai cibi e ai mangimi sintetici. Il ddl è stato approvato con 93 sì, 28 no e 33 astensioni.
Ora, il testo sarà esaminato dalla Camera dei Deputati. Dopo il voto soddisfazione è stata espressa da Altritalia Ambiente: “Apprendiamo con grande soddisfazione che il Senato della Repubblica ha approvato il DDL che vieta la produzione, la distribuzione e la vendita di cibo sintetico su tutto il territorio nazionale. Il cibo cellulare – aggiunge il presidente Renato Narciso – è come un salto nel buio, non è possibile infatti prevedere i suoi effetti sulla salute umana e potrebbe distruggere la filiera agroalimentare costituita dalla dieta Mediterranea già dichiarata patrimonio immateriale dell’Unesco dal 2010”.
“Auspichiamo – conclude – che tale provvedimento, passato al senato con voto assolutamente trasversale e con un’ampia maggioranza, sia approvato in tempi brevi anche dalla camera dei deputati”.
L’Altritalia Ambienta ha aderito al Manifesto contro il cibo sintetico promosso da Coldiretti. Poi sul tema si è espressa anche la Coldiretti giudicando come il via libera dell’aula del Senato al ddl sui cibi sintetici sia sostenuto da 3 italiani su 4 (74%) che esprimono una opinione e si dichiarano contrari al consumo di latte, carne e pesce prodotti in laboratorio. Coldiretti tiene conto di una ricerca di Notosondaggi, ed evidenziando come abbia funzionato la grande mobilitazione della Coldiretti che ha portato alla raccolta di oltre 2 milioni di firme a sostegno del provvedimento, con oltre 2mila comuni che hanno deliberato a favore spesso all’unanimità, tutte le Regioni di ogni colore politico ed esponenti di tutti gli schieramenti oltre a Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei e Sindaci.  E’ nata peraltro una inedita, larga e composita alleanza per reclamare la difesa della cultura del cibo di qualità e spingersi contro quello artificiale e sintetico di cui fanno parte Acli, AcliTerra, Adusbef, Anpit, Asi, AssoBio, Centro Consumatori Italia, Cia, Cna, Città del Vino, Città dell’Olio, Codacons, Codici, Consulta Distretto del Cibo, Ctg, Coldiretti, Demeter, Ecofuturo, Ewa, Federbio, Federparchi, Fipe, Fondazione Qualivita, Fondazione Una, Fondazione UniVerde, Globe, Greenaccord, Gre, Italia Nostra, Kyoto Club, Lega Consumatori, Masci, Movimento Consumatori, Naturasi, Salesiani per il sociale, Slow food Italia, Unpli, Wilderness.
Il voto del Senato – riferisce la Coldiretti – riprende anche i dubbi espressi nel primo rapporto Fao – Oms sul “Cibo a base cellulare”, definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” (ad esempio “carne coltivata”), preferito invece dalle industrie produttrici ma ritenuto essere fuorviante dalle due Autorità mondiali, che rilevano peraltro come la parola “sintetico” sia usato anche dal mondo accademico oltre che dai media. Dalle allergie ai tumori sono 53 i pericoli potenziali per la salute legati ai cibi prodotti in laboratorio individuati nel documento. In particolare – precisa la Coldiretti – i rischi secondo gli esperti consultati da Fao e Oms riguardano la trasmissione di malattie, le infezioni animali e la contaminazione microbica oltre alla necessità di una particolare attenzione sull’uso di componenti come fattori della crescita e ormoni usati nei bioreattori (ma vietati negli allevamenti europei da oltre 40 anni) e su come queste molecole attive possono interferire con il metabolismo o essere associate allo sviluppo di alcuni tipi di cancro.
Ma pesano le preoccupazioni anche sul piano ambientale. I risultati della ricerca realizzata da Derrick Risner ed i suoi colleghi dell’Università della California a Davis – prosegue la Coldiretti – hanno evidenziato che il potenziale di riscaldamento globale della carne sintetica definito in equivalenti di anidride carbonica emessi per ogni chilogrammo prodotto è da 4 a 25 volte superiore a quello della carne bovina tradizionale.
“L’Italia che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare ha la responsabilità di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute e dell’ambiente” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “la diffusa diffidenza conferma la necessità di rispettare il principio di precauzione di fronte ad una nuova tecnologia con molte incognite che rischia di cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda”. “Proprio per questo – conclude Prandini – la sfida che la Coldiretti lancia alle istituzioni europee è che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo ma bensì a prodotti a carattere farmaceutico”.

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