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Spiacenti Gina Raimondo, ma l’industria dei chip non tornerà a dominare in America

 

Così titola un articolo di Asia Times secondo il quale contrariamente ai desideri del segretario al commercio degli Stati Uniti Gina Raimondo e di altri nazionalisti high-tech, l’industria dei semiconduttori non tornerà presto a dominare in America e nel mondo.

 

Al contrario, la globalizzazione della capacità produttiva e lo sviluppo di nuove tecnologie stanno accelerando lontano dagli Stati Uniti, nonostante i sussidi dell’amministrazione Biden per la creazione di fabbriche di semiconduttori in loco e le restrizioni all’esportazione di chip di fascia alta e attrezzature per la loro produzione che ne guidano  la produzione,  non solo in Cina.

 

Lo scorso 23 febbraio, la Raimondo nel corso di una conferenza  allaSchool of Foreign Service della Georgetown University, affermò“voglio che gli Stati Uniti siano l’unico paese al mondo in cui ogni azienda in grado di produrre chip all’avanguardia abbia una significativa presenza di ricerca e sviluppo e produzione ad alto livello…. È dovere dell’America guidare (questo settore). Dobbiamo spingere come mai prima d’ora”.

 

Certamente un obiettivo ambizioso, ma  Europa, Taiwan, Corea del Sud e Giappone vogliono mantenere a casa le loro tecnologie all’avanguardia, mentre la Cina deve svilupparne una propria, di fronte alle sanzioni USA. Quindi, in alcuni casi, stabilire una presenza manifatturiera negli Stati Uniti non ha senso economico o commerciale.

 

Perché Sonydovrebbe produrre sensori di immagine negli Stati Uniti per telefoni cellulari assemblati in Asia? Perché Samsung Electronics dovrebbe produrre chip di memoria negli Stati Uniti quando nel mondo ha le maggiori economie di scala  in Corea del Sud?

 

Samsung sta costruendo un nuovo impianto di produzione, a contratto, di circuiti integrati logici (IC) a Taylor, in Texas, ma il  progetto ora è del 50% fuori budget a causa dell’inflazione.

 

Il 7 luglio, l’Unione Europea e il governo delle Fiandre hanno annunciato un investimento di 1,65 miliardi di dollari al Centro interuniversitario di microelettronica (Imec), con sede in Belgio.

 

Il 28 giugno, Imec e ASMLhanno annunciato piani congiunti “per intensificare la loro collaborazione nella fase successiva dello sviluppo di una linea pilota di litografia a ultravioletti estremi (EUV) ad alta apertura numerica all’avanguardia (High-NA) presso Imec”.

 

Imec è un centro di ricerca e sviluppo leader a livello mondiale per l’industria dei semiconduttori. ASML, con sede nei Paesi Bassi, domina il mercato globale delle apparecchiature per la litografia dei semiconduttori e detiene il monopolio della litografia EUV all’avanguardia. Assembla i suoi sistemi di litografia a Veldhoven, nei Paesi Bassi, utilizzando componenti provenienti da Europa, Stati Uniti e Taiwan.

 

Probabilmente non avrebbe senso logistico per ASML replicare le sue operazioni di assemblaggio, estremamente efficienti, negli Stati Uniti, che rappresentano solo il 15% delle vendite del suo sistema di litografia nel primo trimestre del 2023. Ma i suoi due piccoli concorrenti, Nikon e Canon, trarrebbero probabilmente con l’unione delle loro attività  avendo creato una società simile ad ASML in Giappone.

 

Nel frattempo, Intel, un entusiasta beneficiario dei sussidi del CHIPS Act dell’amministrazione Biden, ha annunciato  l’intenzione di investire più denaro al di fuori degli Stati Uniti con i suoi

  • 20 miliardi di dollari in Arizona
  • 2 miliardi di dollari in Ohio
  • ma 33 miliardi di dollari per nuovi impianti di lavorazione dei wafer in Germania, oltre a 4,6 miliardi di dollari per impianti di assemblaggio e collaudo in Polonia
  • 25 miliardi di dollari in Israele, oltre ai 17 miliardi di dollari che Intel vi ha investito dal 1974

 

TSMC sta anche costruendo fabbriche in Arizona, ma ha stabilito una joint venture con Sony e Denso in Giappone come parte di un progetto avanzato di sviluppo di packaging IC nella città scientifica giapponese di Tsukuba. È probabile che TSMC costruisca anche una fabbrica in Germania una volta deciso il livello dei sussidi governativi.

 

A Taiwan, TSMC si sta ora preparando per la produzione di prova utilizzando la tecnologia più avanzata al mondo in termini di miniaturizzazione, con la produzione di massa che dovrebbe iniziare nel 2025.

 

Nel frattempo la Samsung in Corea del Sud sta pianificando una linea di test per lo sviluppo di una nuova tecnologia di packaging dei semiconduttori a Yokohama, in Giappone. Come TSMC, lavorerà con le migliori aziende di attrezzature per l’imballaggio del mondo, che sono giapponesi, anche se la Samsung  è intrappolata nel mezzo della guerra tecnologica USA-Cina.

 

Secondo Asia Times è in questo contesto in cui dovremmo considerare la dichiarazione del Segretario Raimondo secondo cui gli Stati Uniti “svilupperanno più impianti di imballaggio avanzato ad alto volume e diventeranno un leader globale nelle tecnologie di imballaggio”.

 

Il 5 luglio, Powerchipha annunciato l’intenzione di costruire una fabbrica di wafer da 12 pollici e un centro di ricerca e sviluppo in Giappone per servire i produttori di macchine automobilistiche e industriali. SBI Holdings,una società giapponese di servizi finanziari, assisterà nella raccolta di fondi, inclusa la richiesta di sussidi governativi e nella ricerca di cantieri.

 

D’altra parte la stessa Raimondo ha affermato che “se non investiamo nella forza lavoro manifatturiera americana, non importa quanto spendiamo. Non ci riusciremo”.

 

Probabilmente una affermazione corretta se pensa che  la Cina laurea molti più ingegneri degli Stati Uniti e che  le scuole dell’Asia orientale e quelle europee sono probabilmente la più rigorose.

 

A giugno, TSMC annunciava che avrebbe inviato un gran numero di lavoratori esperti in Arizona per garantire che il suo nuovo stabilimento fosse terminato in tempo. E’ vero che lavoratori americani sono pagati di più, ma scarseggiano i tecnici e i supervisori che hanno familiarità con l’industria dei semiconduttori.

 

Sempre secondo Raimondo, “Se non agiamo, gli Stati Uniti avranno una carenza stimata di 90.000 tecnici qualificati entro il 2030”, ma  Taiwan e la Corea  stanno già agendo alla grande.

 

E’ anche vero che gli Stati Uniti hanno un’industria dei semiconduttori ampia e competitiva che ha meno bisogno dell’assistenza del governo di quanto i politici vorrebbero far credere, ma  non c’è modo di tornare a un’epoca quando non c’era molta concorrenza globale e gli Stati Uniti dominavano il settore. La globalizzazione è viva e vegeta nel settore dei chip.

 

GiElle

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