Primo piano

Stati Uniti-Cina. I colloqui di Londra ridisegneranno l’economia mondiale?

 

di Balthazar

Questa settimana a Londra si svolge uno scontro ad alto rischio per l’ordine economico globale quando delegazioni di alto livello statunitensi e cinesi terranno una giornata di colloqui per  ridurre l’escalation fra i due più potenti rivali economici  dei nostri tempi.

Donald Trump ha dichiarato: “Stiamo andando bene con la Cina. La Cina non è facile… Ricevo solo buone notizie“. Nella sostanza la Cina sta negoziando per allentare i controlli tecnologici statunitensi, mentre gli Stati Uniti vogliono che la Cina allenti i limiti alle esportazioni di minerali di terre rare.

Ma per molti osservatori questi incontri non riguardano solo i dazi, ma potrebbero riscrivere  le regole dell’economia globale del XXI secolo. Entrambe le parti stanno cercando di ripristinare il quadro di Ginevra stabilito il mese scorso con un accordo che ha temporaneamente ridotto i dazi statunitensi sulle importazioni di prodotti cinesi dal 145% al ​​30% e quelli cinesi dal 125% al ​​10%.

Una tregua dunque, ma a Londra si allargherà il campo di discussione  verso un sistema diviso, fatto di catene di approvvigionamento parallele, standard concorrenti, valute digitali rivali e regole per l’intelligenza artificiale che si escludono a vicenda. Il vecchio modello – l’interdipendenza attraverso la globalizzazione – si sta disgregando in tempo reale.

Dal punto di vista dei mercati, questa frammentazione introduce volatilità, ma pffre anche straordinarie opportunità. I ​​settori strategici vengono rapidamente riprezzati. La tecnologia della difesa, l’intelligenza artificiale, la sicurezza informatica, la produzione di semiconduttori e le terre rare sono emersi come fattori determinanti in questa competizione per il potere economico.

Gli investitori statunitensi ed europei stanno aumentando l’esposizione alla produzione nazionale di chip, mentre la Cina sta iniettando ingenti finanziamenti statali nei suoi stessi campioni tecnologici e sta trasformando la politica industriale in un’arma.

Proprio la scorsa settimana, il Ministero dell’Industria e dell’Informazione Tecnologica cinese ha annunciato una nuova iniziativa di investimento da 69 miliardi di dollari sulle tecnologie a duplice uso, ovvero quelle con applicazioni sia civili che militari.

Contemporaneamente, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha esteso le restrizioni all’esportazione per includere componenti di calcolo quantistico e set di dati per l’addestramento dell’intelligenza artificiale.  Il dominio nella tecnologia di domani è sinonimo di sicurezza nazionale oggi.

I colloqui di Londra che potrebbero ridisegnare il futuro vengono condotti dal Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent, il Segretario al Commercio Howard Lutnick e il Rappresentante per il Commercio Jamieson Greer  a confronto con il Vice Premier cinese He Lifeng.  

Se i colloqui riuscissero a mantenere la linea di Ginevra, ciò darebbe  nuova impulso alla negoziazione transfrontaliera, paralizzata dall’incertezza politica.

Se falliscono  le catene di approvvigionamento si sposteranno più rapidamente, i capitali si riallocheranno su larga scala e i rischi di inflazione in settori chiave come semiconduttori e terre rare, torneranno a impennarsi..

Tuttavia, c’è un’altra implicazione, più profonda nella situazione che si è venuta a creare,  perché l’attuale rivalità non riguarda solo il PIL o la leadership tecnologica, ma soprattutto due visioni economiche che si contendono la legittimità.

Fine modulo

Una è ancorata al capitalismo occidentale che ora riafferma il controllo sulle politiche commerciali e industriali dopo decenni di liberalizzazione.  L’altro è un modello centralizzato, guidato dallo Stato, che promette ordine, velocità e resilienza. Che, si badi bene, non è la riedizione della Guerra Fredda, ma di qualcosa di più nuovo e potenzialmente più duraturo.

Oggi, qualunque sia l’orientamento più o meno ideologico, stiamo parlando  di progettazione del sistema e ogni discussione su chip, dati o minerali critici è, in realtà, una discussione su chi definirà il potere economico nei prossimi decenni.

Le due maggiori economie mondiali sono quindi in grado di coesistere in limiti di sicurezza o ci stiamo dirigendo verso un ordine economico completamente bipolare?Un quesito che si pongono già da tempo i fondi sovrani e i grandi investitori per  orientare i flussi di capitale.

Related posts

Tajani: “Servono nuove regole d’ingaggio per i Caschi Blu della missione Unifil”

Redazione Ore 12

E’ morto Piero Larizza, ex segretario generale della Uil

Redazione Ore 12

“Cybersicurezza in Rosa”, un progetto sociale ed inclusivo per incentivare la formazione nella sicurezza digitale

Redazione Ore 12