Esteri

Stati Uniti, le accuse pubblicate da un libro provocano scontri tra ex funzionari della CIA

 

di Giuliano Longo

Il libro è di un ex funzionario della Central Intelligence Agency (CIA) e sostiene che un alto funzionario dell’Agenzia avrebbe sabotato gli sforzi del controspionaggio americano su ordine di Mosca.

La rivelazione  ha provocato una serie di accesi scambi da parte del personale della CIA in pensione. Le figure principali nella disputa sono l’autore del libro, Robert Baer, ​​e Paul J. Redmond, che è stato vicedirettore associato delle operazioni per il controspionaggio della CIA.

Il libro di Baer, The Fourth Man il quarto uomo  “The Hunt for a KGB Spy at the Top of the CIA and the Rise of Putin’s Russia (Hachette Books, maggio 2022)”, si concentra sul periodo successivo agli arresti di tre membri dell’intelligence americana, che spiavano per il Cremlino: l’agente del Federal Bureau of Investigation (FBI) Robert Hanssen e gli ufficiali della CIA Aldrich Ames e Edward Lee Howard. 

Dal 2002, Hanssen e Ames stanno scontando l’ergastolo per spionaggio, mentre Howard è morto in Russia, dove era fuggito mentre era indagato dall’FBI. Questi tre erano stati responsabili di alcune delle più gravi battute d’arresto operative della CIA contro il KGB sovietico e le sue agenzie russe successive.

Alcuni nella CIA, tuttavia, rimasero convinti che non tutti i fallimenti dell’Agenzia  negli anni ’80 e ’90 potessero essere spiegati in questo modo, ma sospettavano  che Mosca fosse stata in grado di reclutare un alto dirigente della CIA, il quale, tra le altre cose, aveva sabotato numerose indagini di alcuni dei più impegnati cacciatori di spie dell’Agenzia. 

Il libro di Baer discute di come, a metà degli anni ’90, la direzione delle operazioni della CIA abbia perseguito attivamente quei sospetti, istituendo un’unità investigativa speciale (SIU) guidata da uno dei più talentuosi ufficiali del controspionaggio della CIA, Paul Redmond.

Questo è precisamente il punto in cui il libro di Baer diventa controverso perché  sostiene che la spia scomparsa, che Baer chiama “il quarto uomo”, non è altro che lo stesso Redmond. 

Baer  sostiene inoltre che persino la SIU alla fine ha concluso che Redmond fosse  una spia per Mosca, tanto che questo sospetto ha spinto Redmond a ritirarsi nel corso di una  riunione. È importante sottolineare che l’autore afferma di fare affidamento sulle informazioni di alcuni dei suoi ex colleghi della CIA, e che tuttavia l’indagine SIU c’è stata. 

Sembra anche che l’FBI abbia aperto un’indagine sulla questione tanto che l’autore del libro,  afferma di aver ricevuto una visita da due agenti dell’FBI nel 2021 i qiali gli hanno chiesto cosa sapeva di Raymond. 

Questa visita , gli ha lasciato l’impressione che il  controspionaggio per trovare il “quarto uomo” stia ancora indagando poiché ​​questa indagine  non sarebbe più confinata internamente alla CIA visto che l’FBI ha ora preso l’iniziativa.

Baer avrebbe parlato con Redmond almeno due volte mentre preparava il suo libro, in ogni occasione, l’alto dirigente in pensione della CIA, ha respinto le affermazioni  di Baer come riportato da SpyTalk. 

La prima volta che Redmond ha parlato pubblicamente del libro di Baer è stato nel novembre dello scorso anno, durante un evento organizzato dall’Associazione degli ex ufficiali dell’intelligence.

Poi, il 5 febbraio, tre dirigenti della CIA in pensione, Lucinda “Cindy” Webb, Michael Sulick e Mark Kelton, hanno scritto una risposta tagliente alle affermazioni di Baer, ​​descrivendole come “false e ridicole” contestando l’affidabilità delle fonti di Baer, ​​perché “i veri professionisti dell’intelligence non fornirebbero e non dovrebbero fornire a [Baer] dettagli sensibili sulle operazioni e le indagini sulla Russia”. 

Hanno anche criticato le sue affermazioni accusandolo di basarsi su “presupposti errati,  amplificati dalla sua presunta mancanza di “esperienza nel controspionaggio o nelle operazioni russe”.

La scorsa settimana, lo stesso Redmond ha replicato contro Baer, ​​scrivendo un saggio di 2600 parole apparso nella pubblicazione accademica trimestrale International Journal of Intelligence and Counterintelligence (IJIC). Fondato nel 1986, uno dei principali editori accademici del mondo che ospita spesso gli scritti di accademici e professionisti dell’intelligence, sia attuali che precedenti.

Nel suo articolo, Redmond liquida il lavoro di Baer come “un libro pieno di falsità, distorsioni, presupposti e interpretazioni errate” e che  in alcuni casi le informazioni di Baer sono del tutto imprecise. 

Ad esempio, afferma di non avere “nessun ricordo di […] un incontro” in cui è stato accusato dai membri della SIU di essere una spia russa. Aggiunge che neanche un altro ufficiale della CIA in pensione, Edward Curran, che, secondo il racconto di Baer ​​avrebbe partecipato alla riunione, non ne ha memoria e critica  il suo ex collega per aver ignorato o minimizzato “fattori a discolpa che indicherebbero che non sono una spia”.

Poi denuncia il libro di Baer descrivendolo come parte di quella che lui definisce la “sindrome di Angleton” all’interno della CIA. Il termine si riferisce a James Jesus Angleton, che ha servito come capo dello staff del controspionaggio della CIA dal 1954 fino alle sue dimissioni in seguito allo scandalo Watergate. 

Redmond descrive Angleton come un uomo guidato da “una convinzione quasi religiosa che il KGB fosse penetrato nella CIA”, ma altri lo vedono come un modello di ruolo del controspionaggio, mentre Redmond lo descrive  come un disgregatore malevolo, le cui tattiche del braccio forte hanno creato una “atmosfera kafkiana” e danneggiato l’Agenzia più del KGB.  

Quindi  in sostenitori di Redmond hanno chiesto a Baer di “ pubblicare una ritrattazione e delle scuse” per le sue affermazioni contro Redmond, ma secondo Jeff Stein, giornalista veterano dell’intelligence di SpyTalk, una ritrattazione da parte di Baer “non è probabile”. 

Quando il giornalista  ha chiesto a Baer se fosse disposto a ritirare le sue affermazioni ha risposto: “Sono fedele al libro” aggiungendo  che “i tre membri sopravvissuti della SIU hanno raccontato la stessa storia e hanno rivisto la bozza del manoscritto”. 

Inoltre ha affermato che le sue fonti sono “disposte a discuterne” con Redmond e i suoi sostenitori della CIA., ma è improbabile che ciò accada. Anche perché certe tombe non si scoprono per l’odore di putrefazione.

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