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Storie di donne a Roma. Ersilia Caetani Lovatelli, la prima donna all’Accademia dei Lincei.

di Sara Valerio

Tutto dipende da quanta possibilità le donne hanno avuto di proporre le proprie idee all’interno di una comunità, dal grado di cultura che una civiltà ha dimostrato di possedere, perché quando questa è stata elevata le donne hanno goduto di notevole importanza nella vita quotidiana, hanno conquistato ruoli preminenti, paritari all’uomo, sono state rispettate e considerate.

Ersilia Caetani Lovatelli (1840-1925) è ricordata come la prima donna ad essere entrata nella prestigiosa Accademia dei Lincei, non laureata ma eccellentemente istruita.

Nacque a Roma nel 1840 da una famiglia aristocratica e al suo cognome, Caetani, aggiunse in seguito quello del marito, Giacomo Lovatelli, proveniente da un’antica famiglia ravennate, che le conferì il titolo di contessa. Il padre fu un erudito del suo tempo, autore di saggi su Dante Alighieri e fu ministro pontificio nel 1848 e nel 1870. Trasmise alla figlia la dedizione per i classici italiani e per la politica liberale mentre dalla madre, che morì quando aveva appena due anni, ereditò l’amore per la letteratura classica e il mondo antico.

In una società in cui alle donne non era richiesta una cultura elevata, fu la stessa famiglia Lovatelli a incentivarne l’istruzione, la conoscenza e lo studio, fino a farla diventare un’ottima esperta della Roma antica. Imparò tre lingue, il greco, il latino e il sanscrito e nel 1854, giovanissima, entrò nell’Istituto di Corrispondenza di Roma come membro onorario, e nell’Istituto Imperiale Archeologico Germanico. Interessata alla filologia, dal 1876 iniziò una fitta corrispondenza con il papirologo e filologo Domenico Comparetti e con lo studioso Franz Cumont, stretto amico di suo marito. Nel 1878 pubblicò il suo primo saggio “L’Iscrizione di Crescente, auriga circense” sul Bollettino Archeologico Comunale, molto apprezzato dagli studiosi del tempo.

Non fu soltanto una donna appassionata di archeologia ma una scrittrice e divulgatrice di molte opere dagli argomenti più svariati che riguardavano l’antichità al tempo dei Romani. Approfondì aspetti sia profani sia sacri: vita quotidiana, abbigliamento, arte musiva, leggende e tradizioni, iscrizioni tombali, topografia, culti, rituali e cerimonie, pratiche pagane come i Misteri Eluesini e cristiane. Ebbe interesse anche per i lavori di poeti e filosofi antichi. Scrisse inoltre sulle tecniche archeologiche praticate “sul campo”.

Nel 1879 si aprirono per lei le porte dell’Accademia dei Lincei di Roma, che fino ad allora aveva avuto come membri solo studiosi di genere maschile.

Dopo la morte del marito, Ersilia continuò la sua attività, venendo in contatto con i personaggi più rappresentativi della cultura archeologica romana del suo tempo. Il suo salotto ebbe un ruolo pioneristico, situato all’interno di palazzo Lovatelli che ancora oggi si può ammirare a Roma, nel quartiere del Ghetto ebraico, tra la piazza Lovatelli e piazza Campitelli.

Le frequentazioni erano, da un lato, lo specchio fedele dei suoi interessi, dall’altro seppero registrare la mutata sensibilità sociale e incarnare il cambiamento che si percepiva in Italia e in Europa. Così se fino al 1870 ospiti fissi furono Theodor Mommsen o Ferdinand Gregorovius, una volta che Roma divenne capitale si allargò la cerchia degli ospiti e si aggiunsero D’Annunzio, Ferdinando Martini, Domenico Gnoli, Carducci, Anatole France. Il salotto di Ersilia Lovatelli si presentava come un punto di riferimento per i maggiori intellettuali dell’epoca, un luogo in cui si incrociavano vita pubblica e vita privata. Da quegli incontri emersero le forze che furono in grado di accompagnare le profonde trasformazioni sociali in corso: la crescita del ruolo attivo delle donne nella vita culturale italiana, la creazione di una nuova classe politica e l’emergere di nuovi spazi che avrebbero cambiato il volto della città eterna. La cultura accademica, erudita si rivelò un’abile regista delle forze innovatrici, rendendo sempre più esile il confine tra cultura e politica. Il nuovo secolo trovò le porte aperte a Palazzo Caetani/Lovatelli.

L’intensissima esistenza di Ersilia Lovatelli si spense tre giorni prima di Natale, a Roma, nel 1925, all’età di 85 anni. La sua vita è un esempio di come le donne, anche in epoche meno propizie, abbiano potuto emergere come figure di spicco nella cultura, nella ricerca e nell’innovazione. Il suo contributo pionieristico nell’archeologia e il suo ruolo nel facilitare il dialogo tra cultura e politica rendono la sua figura un punto di riferimento nella storia delle donne che hanno sfidato le convenzioni del loro tempo.

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