Esteri

Taiwan, alta tensione Usa-Cina per la visita nell’isola di Nancy Pelosi

 

La speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, è attesa a Taiwan alle 22.20 ora locale, le 16.20 in Italia. Lo scrive il quotidiano dell’isola Liberty Times, secondo cui Pelosi dovrebbe ripartire domani a metà giornata. Intanto, anche se non è “emergenza”, i militari di Taiwan hanno “aumentato” il livello di “prontezza operativa” da questa mattina “in risposta a esercitazioni militari” cinesi. Lo scrive l’agenzia Cna, che cita una fonte ben informata che parla della “minaccia militare” rappresentata dai movimenti cinesi. La stessa fonte precisa che resta un livello “normale” di “prontezza operativa”, in base al sistema a due livelli dell’isola (che la Cina considera una “provincia ribelle”), e che quindi non c’è stato un innalzamento a “emergenza”. Intanto la Cina sta intensificando l’attività militare intorno a Taiwan in vista di una possibile visita della presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, che dovrebbe arrivare oggi a Taipei. Secondo quanto riferito al Financial Times da un funzionario di Taiwan, diversi caccia cinesi hanno volato questa mattina nei pressi della linea mediana che divide lo Stretto di Taiwan, a ricordare a Taipei che l’aviazione di Pechino potrebbe raggiungere l’isola in pochi minuti.E secondo funzionari militari dei due paesi, le unità militari del Southern Theatre Command dell’Esercito popolare di liberazione cinese, che è responsabile del Mar Cinese Meridionale e di alcune missioni legate a Taiwan, sono entrate in stato di massima allerta. E in vista di un’ipotetica attività militare cinese, Washington sta già prendendo le sue contromisure. Dopo avere in ogni modo cercato di persuadere Pelosi a non recarsi a Taipei, ha dovuto approntare un dispositivo di protezione della presidente della Camera. Per terra, sono stati disposti più piani per la difesa degli spazi – hotel, percorsi stradali, uffici adibiti ad incontri con autorità – ed eventuali vie di fuga, in evidente accordo con le autorità locali. Per mare e per aria, il Pentagono ha invece disposto un ricollocamento delle unità già dispiegate nella regione. Le risorse navali americane nella regione includono la portaerei USS Ronald Reagan, che è tornata nel Mar Cinese Meridionale dopo aver fatto scalo a Singapore la scorsa settimana, la nave d’assalto anfibia USS Tripoli, che si trova vicino a Okinawa, e la nave d’assalto anfibia USS America, a Sasebo, in Giappone. Nel Pacifico, la portaerei USS Abraham Lincoln, la Landing Helicopter Dock USS Essex e altre 36 navi da guerra, assieme a tre sottomarini, sono alle Hawaii per partecipare all’Esercitazione Rim of the Pacific (RIMPAC), che si concluderà giovedì.(Segue) Nel frattempo, i siti web di monitoraggio dei voli mostrano che due HC-130J Combat King II – l’unico velivolo ad ala fissa dedicato al recupero del personale dell’aeronautica americana – sono arrivati a Okinawa da Anchorage. Erano accompagnati da alcuni KC-135 Stratotanker e da un aereo da rifornimento in volo.

Related posts

L’allarme del World food programme sul dramma del Sudan: “18 milioni di persone hanno fame”

Redazione Ore 12

Birmania, il dolore del papa: “Anche io mi inginocchio e chiedo la fine delle violenze”

Redazione Ore 12

Trasporto minerali, in Brasile debuttano le navi a vele rotanti (energie alternative)

Redazione Ore 12