Politica

Trasporti in tilt: tensioni politiche e disagi tra scioperi, ritardi e accuse incrociate

di Viola Scipioni

 

Non è bastato il primo sciopero del mese di venerdì 10 gennaio a bloccare il fine settimana dei trasporti, ma domenica si è aggiunto un malfunzionamento a Milano Centrale che ha portato a ritardi e cancellazioni che hanno messo sicuramente in imbarazzo il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Il leader del Carroccio sta passando un brutto momento sul livello della credibilità: sono parecchie settimane, infatti, che il venerdì sta diventando nero per la maggior parte degli italiani, pendolari e non.

Le sue discussioni con il capo della CGIL, Maurizio Landini, non hanno aiutato chi usa i mezzi di trasporto, piuttosto hanno aumentato ancora di più il malcontento dei sindacalisti che sembrano sempre più intenzionati a bloccare il Paese.

Dure sono state le reazioni dell’opposizione su quanto successo sulla linea lombarda, a partire dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha fatto sapere ai suoi elettori come la pensa. «Ritardi e cancellazioni anche oggi. Trenitalia suggerisce di evitare spostamenti. E intanto l’unico spostamento che interessa al Ministro Salvini è il suo, al Ministero degli Interni» ha dichiarato la Schlein, aggiungendo carne sul fuoco per quel che riguarda il recente dibattito pubblico che vedrebbe Matteo Salvini nuovamente al Viminale dopo l’inconcludente processo sull’Open Arms dello scorso dicembre.

Tuona anche Giuseppe Conte del M5S, che scrive come «il Ministro dei Trasporti Salvini forse si è perso con lo sguardo per aria, alla ricerca dei satelliti di Musk da sponsorizzare. Dovrebbe invece avere lo sguardo ben saldo sulle nostre stazioni ferroviarie: oggi un’altra giornata nera di ritardi dei treni nell’indifferenza più totale. Mentre circa 15 miliardi vengono congelati fra annunci e propaganda sul progetto del Ponte sullo Stretto, vecchio e pieno di criticità, i trasporti per gli italiani sono un inferno quotidiano». Ha inserito un po’ di tutto il leader pentastellato, cercando forse di colpire Salvini nel suo momentaneo punto più debole: è forse vero che al segretario del Carroccio tutta questa attenzione mediatica estera nei confronti di Giorgia Meloni provoca un po’ di gelosia?

Più taciturni Carlo Calenda di Azione e Matteo Renzi di Italia viva. Il primo ha scritto ai suoi seguaci di X una locuzione latina “Quousque tandem abutere, Salvini, patientia nostra?” che, ironicamente, il senatore, ha tradotto con «levateci dalle scatole Salvini il prima possibile. Neanche le piaghe d’Egitto!»; mentre il secondo si è limitato a «l’Italia dei trasporti è bloccata di nuovo. A chi darà la colpa stavolta Salvini?».

E se da un lato il Ministro sembra essersi completamente estraniato dalla discussione che stavano mettendo in atto i suoi colleghi, dall’altro alcuni senatori della Lega hanno dichiarato come «dopo decenni di investimenti bloccati e di NO, Salvini sta rimettendo in moto l’Italia. Più di 1200 cantieri ferroviari, record di treni in viaggio e passeggeri trasportati ogni giorno. C’è chi fa, e quindi deve risolvere problemi gravi ed ereditati, e chi critica dopo aver fallito o essere stato immobile».

In un clima di tensione crescente e accuse incrociate, resta una sola certezza: i disagi nei trasporti continuano a gravare sugli italiani, mentre la politica fatica a trovare risposte concrete alle esigenze quotidiane del Paese.

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