Esteri

Trattati Ue, la Polonia scivola fuori dall’Unione

Doppio attacco, concentrico dei Paesi sovranità e non all’esistenza dell’Unione Europea. Dopo la lettera in cui si chiedono muri e reti contro i migranti siglata da 12 Paesi, un nuovo attacco alle fondamenta dell’Ue arriva dalla Polonia, ovvero la sentenza con cui la Corte Costituzionale polacca ha sferrato un attacco frontale al primato dei trattati Ue sulle leggi nazionali innesca l’ira di Bruxelles e di quasi tutte le forze europeiste del Vecchio Continente. “Useremo tutti i poteri che abbiamo per assicurare il primato dei nostri trattati”, avverte la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. La sentenza della Corte costituzionale di Varsavia afferma che due articoli (1 e 19) dei trattati europei non sono compatibili con la Costituzione polacca. Le implicazioni giuridiche, se la sentenza fosse pubblicata in Gazzetta Ufficiale, potrebbero essere molteplici. La reazione dell’Ue non si fa attendere. “Siamo profondamente preoccupati, analizzeremo rapidamente i passi che prenderemo”, sottolinea prima la von der Leyen e poi il commissario Ue alla Giustizia, Didier Reynders, che parla di volontà” di proteggere i cittadini polacchi”.
A fianco dell’Ue si schierano nettamente Italia, Francia e Germania. Il rebus tuttavia è complesso perché la sentenza polacca va a inserirsi in un rapporto già ai minimi termini tra Ue e Varsavia per il nodo dello Stato di diritto. E potrebbe complicare non poco il via libera dell’Ue al Recovery polacco. Anzi c’è chi a Bruxelles interpreta la sentenza come un modo, da parte di Varsavia, di alzare la posta nella trattativa sul Recovery osservando due elementi: la sentenza non è stata pubblicata ancora in Gazzetta Ufficiale e il governo polacco, se da un lato ha appoggiato la Corte, dall’altro, con il premier Mateusz Morawiecki, ha allontanato lo spettro della Polexit assicurando il suo posto “nella famiglia europea”. E in merito a possibili conseguenze della sentenza sul negoziato sul Recovery anche l’Ue è prudente: “Prima di pensare a qualsiasi azione dobbiamo studiare le motivazioni della Corte costituzionale”, spiega Reynders ribadendo più ai cronisti come il caso sia “giuridico” e non “politico”. In Italia, invece, il caso polacco è tutto politico. Contro la sentenza della Corte si scagliano, nettamente, sia Enrico Letta (“il sovranismo europeo va combattuto”) sia Giuseppe Conte (“è un precedente grave, rischia di minare la struttura dell’Ue”).

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