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“Tre ostaggi uccisi per errore”, in centinaia protestano nella notte a Tel Aviv. Pioggia di missili e bombe su Gaza

 

In centinaia sono scesi in piazza nella notte a Tel Aviv per una protesta dopo la notizia della morte nel nord della Striscia di Gaza di tre ostaggi, uccisi in un “tragico incidente” dai soldati israeliani. Immagini diffuse dalla tv israeliana hanno mostrato una folla radunata nel centro della città con strade bloccate e la richiesta al governo di intervenire per il rilascio immediato di tutte le persone ancora tenute prigioniere nell’enclave palestinese dal terribile attacco del 7 ottobre in Israele. La folla era armata di cartelloni e striscioni con foto e nomi degli ostaggi e ha sfilato in corteo dirigendosi verso il quartier generale dell’esercito. I manifestanti hanno gettato vernice rossa lungo la strada, ha riferito il sito israeliano di notizie Ynet. “Per loro il tempo sta finendo, riportateli a casa adesso”, ha intonato la folla, senza risparmiare critiche al governo del premier israeliano Benjamin Netanyahu, accusato di non fare abbastanza per ottenere la liberazione degli ostaggi nella convinzione che un accordo come quello di fine novembre avrebbe evitato “incidenti” come quello delle scorse ore. Intanto sarebbero decine i palestinesi rimasti uccisi e feriti in bombardamenti israeliani che hanno colpito Gaza. L’agenzia palestinese Wafa parla di almeno 14 morti in attacchi aerei che hanno colpito due case nel nord della Striscia di Gaza e di altre decine di vittime a causa del bombardamento di un’altra abitazione a Jabalia. Secondo la Wafa ci sono anche decine di persone intrappolate sotto le macerie e fra le vittime ci sono donne e bambini. Ma c’è da registrare l’entusiasmo di Hamas, che malgrado le devastazioni e le vittime tra i civili, si esalta con il suo portavoce. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, “deve solo dichiarare il proprio fallimento nel raggiungere qualsiasi obiettivo” nell’attacco lungo la Striscia di Gaza. A dirlo è stato il portavoce di Hamas nel Libano, Osama Hamdan, nel corso di una conferenza stampa svoltasi ieri a Beirut. Le Brigate al-Qassam, che costituiscono il braccio armato del movimento fondamentalista, “hanno mantenuto la loro promessa di trasformare Gaza in un cimitero per le forze israeliane. I soldati e gli ufficiali nemici stanno tornando da Gaza a pezzi, disabili o pazzi”, ha continuato Hamdan. “Non negoziamo sulla ostaggi a meno che non vi sia la completa cessazione dell’aggressione e il rispetto delle nostre condizioni”, ha proseguito. In merito al piano israeliano di inondare i tunnel di Gaza con acqua di mare, ha detto Hamdan, “i tunnel fanno parte del sistema di resistenza.

aggiornamento crisi mediorientale ore 14.06

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