Esteri

Trump vuole lo scudo missilistico “Star Wars” come Reagan

 

 Durante lo sconclusionato annuncio della sua campagna di martedì scorso, l’ex presidente Trump ha anche parlato dei suoi piani per la futura difesa missilistica:

“Poiché gli eventi all’estero hanno dimostrato di proteggere dall’impensabile minaccia delle armi nucleari e dei missili ipersonici – ha detto- gli Stati Uniti devono anche costruire uno scudo di difesa missilistica di nuova generazione all’avanguardia, ne abbiamo bisogno…..E dobbiamo farlo. E in realtà abbiamo la tecnologia e la costruiremo, proprio come ho ricostruito il nostro esercito, lo farò”.

 

Il piano di Trump suona come “Star Wars” dell’amministrazione Reagan o Strategic Defense Initiative (SDI). Questa nuova forma avanzata di difesa missilistica strategica avrebbe ridotto drasticamente la minaccia che i missili balistici intercontinentali (ICBM) e missili balistici lanciati da alcuni sottomarini (SLBM), potrebbero rappresentare per gli Stati Uniti.

L’aspetto più fantastico di SDI prevedeva una serie di satelliti in grado di monitorare e distruggere i missili sovietici, sia nella fase di potenziamento che mentre viaggiavano nello spazio verso i loro obiettivi (da qui il soprannome di Star Wars).

 

SDI non è stato certo il primo sforzo degli Stati Uniti nella difesa dai missili balistici, poiché la ricerca su vari metodi di intercettazione era iniziata già negli anni ’50,  tuttavia l’intenzione di Reagan catturò l’attenzione del pubblico come non mai in precedenza.  Star Wars non ebbe successo nei tempi previsti dall’amministrazione Reagan, tuttavia ha determinato investimenti in tecnologie e spese governative dispendiosissime.

 

L’impegno del governo degli Stati Uniti per la difesa missilistica è aumentato e diminuito a seconda dell’amministrazione presidenziale, ma l’impegno istituzionale per la difesa missilistica non è mai stato così forte.

La tecnologia ABM (Anti-ballistic Missile) è progredita notevolmente negli ultimi quattro decenni, sebbene non proprio nella direzione prevista da SDI. I mezzi per distruggere i missili balistici sono ora decisamente legati alla terra, anche se includono satelliti e laser spettacolari come parte del pacchetto.

 

Sembrano esserci prove concrete del fatto che i sovietici vedessero la SDI come una vera minaccia al loro deterrente nucleare e che ciò abbia influito sulla loro strategia negoziale durante gli ultimi cicli di incontri sul controllo degli armamenti negli anni ’80.

 

Inoltre è probabile  che la decisione degli Stati Uniti di abrogare il Trattato ABM, tanto o più dell’espansione della NATO a est, abbia aperto una incolmabile frattura tra Mosca e Washington negli anni 2000. Così come è possibile che le aspirazioni di difesa missilistica degli Stati Uniti siano al centro della decisione della Cina di espandere il proprio arsenale nucleare strategico.

 

Se le amministrazioni democratiche hanno  perseguito la difesa missilistica con un po’ meno entusiasmo rispetto ai Repubblicani,nessun presidente democratico si è espresso contro la continuazione del programma e ha perseguito una politica  del “sì, ma più lentamente”verso lo sviluppo tecnologico e l’implementazione dei sistemi.

 

Sebbene non è mai chiaro quanto siano attendibili le promesse di Trump, durante il suo mandato aveva chiesto il ritorno a una forma di SDI che avrebbe coinvolto armi spaziali, ma il Pentagono non ha agito in modo aggressivo su quel particolare elemento del piano.

Comunque un’enorme componente della rete già esistente di difese missilistiche, coinvolge satelliti in grado di identificare i lanci e tracciare i missili in volo.

 

Tornando a Trump  non sarebbe sorprendente, dato sia il suo interesse per lo spettacolo, se una volta rieletto,  annunci  il rilancio di un nuovo SDI, che, a pensarci bene fa da “contornato” alla sua idea del muro ai confini con il Messico.

Certamente, come sta già succedendo, ulteriori passi per rivoluzionare i programmi di difesa missilistica degli Stati Uniti avranno un impatto con la Russia e la Cina che già  pensano alle esigenze dei propri arsenali nucleari, ad esempio con i missili ipersonici.

Giu.Lo.

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