Esteri

Tunisia e Titanic, un’assonanza tragica

di Fabio Marco Fabbri

Il presidente tunisino Kaïs Saïed (nella foto), assente dai media dal 22 marzo, come il capitano del Titanic Edward John Smith che non credeva all’esistenza degli iceberg, si sta dirigendo verso una rotta estremamente rischiosa. Lunedi 3 aprile è riemersoin prima serata sulle tv pubbliche, negando che nel Paese esiste un vuoto di potere. Questa affermazione sollecitata da quanto serpeggia tra la popolazione del Paese nord africano, ma anche a livello internazionale, sta a dimostrare che una “sfumatura” di carenza di controllo del “sistema Tunisia” esiste, e soprattutto che il popolo tunisino percepisce questa realtà come una navigazione a vista. Inoltre Saïed nel rispondere alle perplessità espresse da alcuni partiti di opposizione e da alcuni media sul suo stato di salute, ha reagito con un atteggiamento convulso, dichiarando “disprezzo per coloro che pensano che ci sia un vuoto di potere solo per un raffreddore”. Tuttavia le perplessità per il suo stato di salute sia fisica che mentalepermangono.

Già Ahmed Néjib Chebbileader del Partito Democratico Progressista, Dsf, dopo la lunga assenza “istituzionale”dal palcoscenico politico tunisino di Saïed, aveva dichiarato alla stampa che il Governo doveva dare spiegazioni al popolo di ciò che sta colpendo il Presidente. Esortando, inoltre, le autorità politiche a chiarire lo stato dei fatti, e la natura di questa assenza, rimarcando che in caso di temporaneo impedimento del Presidente, e quindi in “vacanza del potere”, competeva al Primo ministro garantire l’interim.

Ricordo che in ottemperanza della nuova Costituzione tunisina, fonte di grandi perplessità, promulgata il 25 luglio 2022 e totalmente architettata da Kaïs Saïed, spetta al Presidente della Corte Costituzionaleil ruolo di subentrare al Capo dello Stato fino a nuove elezioni presidenziali. Ma la Corte costituzionale non è stata ancora istituita. È verosimile che tale inadempienza possa essere il frutto di una strategia di Saïed tesa a svuotare l’eventualità di una sua sostituzione. Infatti da buon autocrate, il sessantacinquenne presidente eletto democraticamente capo dello stato nel 2019, ha accentrato tutti i poteri proprio tramite la nuova Costituzione del luglio 2021. Il 13 marzo di questo anno si è insediato il nuovo Parlamento tunisino, ma proprio in osservanza della Carta costituzionale, non ha più le prerogative che aveva in precedenza. Infatti come di prassi dei governi autoritari, il presidente continua a governare il Paese con la “clava” dei Decreti.

Quindi quando Néjib Chebbi ed altre personalità tunisine, paventano il vuoto di potere, e il conseguente rischio di una “grande catastrofe”, per non avere  istituito la Corte Costituzionale, hanno dei timori giuridicamente fondati.

Lo scontro tra Saïed e l’opposizione, ma anche con la società civile, è tuttavia pesante. La richiesta di iniziare consultazioni responsabili e non ottuse, tese al coinvolgimento di tutto il popolo tunisino e di tutte le forze costruttive del Paese, al fine di costruire un meccanismo per il passaggio del potere, si scontra con, l’ossessione complottista del Presidente; il quale non dimentica la trattativa per i 2 miliardi di euro del Fondo Monetario internazionale, in discussione per sostenere la crisi socio-economica tunisina.

Saïed in un video del 3 aprile diffuso dall’ufficio di presidenza, ha denunciato anonimi – ma a lui noti – che fomentano crisi; aggiungendo che il vuoto di potere “è nelle teste di queste persone che hanno perso l’orientamento e sono ossessionate dal potere”.

Già a febbraio erano stati arrestati importanti personalità tunisine, come Kamel Eltaïef, Abdelhamid Jelassi eJoussour,Khayam Turki.Alcuni giorni dopo anche la direttrice dell’emittente radiofonica privata Mosaïque, Noureddine Boutar, e molte altre personalità politiche, del mondo della cultura e dell’informazione, tutte con le accuse di minaccia alla sicurezza nazionale.

Probabilmente al momento non esiste il rischio di un vuoto di potere, visto che il Presidente, anche se in condizioni psico-fisiche opinabili, manifesta ancora la sua volontà di gestire una Costituzione blindata; ma certamente non sembra Saïed nelle condizioni di regolare un sistema sociale in fibrillazione che produce effetti collaterali pesanti. Come una emigrazione convulsa verso le coste italiane, tutto sotto il mantello strappato di finanziamenti internazionali che cadrebbero nello Stato giustoma al momento sbagliato.  O meglio sulla nave giusta ma in prossimità di un iceberg.

Related posts

La diga in Etiopia su Nilo Azzurro promette bene per l’Egitto

Redazione Ore 12

Il Congresso degli Stati Uniti voterà un massiccio aiuto all’Ucraina?

Redazione Ore 12

Tra Grecia ed Albania un esercito di migranti che vuole raggiungere il centro Europa

Redazione Ore 12