La guerra di Putin

Ucraina, controffensiva di Kiev su un fronte lungo 800 chilometri

 

di Giuliano Longo

 

I bombardamenti e l’infiltrazione ucraina nella regione di Belgorod sono il segnale più evidente che la tanto annunciata controffensiva ucraina è in corso da almeno 48 ore lungo gli 800 chilometri di fronte. Per quanto riguarda l’oblast di confine di Belgorod la stampa russa sottolinea che su qui territori si va concretizzando una situazione analoga quella del Donbass, tanto che i governatore della regione afferma che sul suo territorio stanno piovendo proiettili in quantità analoga a quelli che attualmente cadono proprio sul Donbass occupato dai russi . Ma se Belgorod è la novità di questa guerra ibrida, peraltro di grande valore propagandistico ma di scarso effetto strategico, altre sono le notizie della controffensiva in corso. Questa mattina, 5 giugno gli ucraini si stanno spostando a sinistra di Ugledar occupata dai russi. Qui secondo il canale Wargonzo , i combattimenti sono già in corso in un villaggio non distante dal città, mentre le truppe russe stanno cercando di respingere gli ucraini. Ieri 4 giugno forze armate ucraine hanno colpito all’incrocio dei fronti Zaporozhye e South Donets, utilizzando battaglioni meccanizzati e carri armati. L’avanzata, secondo varie fonti, variava da diverse centinaia di metri a due chilometri, con notevoli perdite di uomini e mezzi da entrambe le parti. A nord della sporgenza di Kupyansky, i russi stanno forzando con successo il fiume Oskol per occupare Novomlynsk, ma il nodo strategico è la cittadina di Marinka, dove le unità russe, con il supporto di artiglieria e aviazione, sono state in grado di avanzare in edifici bassi,mentre le forze armate ucraine stanno conducendo contrattacchi a sud della città. In direzione di Kherson, le forze armate ucraine stanno accumulando riserve nella parte posteriore della direzione di Berislav, mentre l’aviazione e l’artiglieria russe stanno bombardando le rive del Dnepr. E nella direzione di Zaporozhye, le truppe ucraine passarono all’offensiva a sud-est di Malaya Tokmachka. L’obiettivo ucraino è chiaramente la riconquista della centrale atomica comunque protetta da un notevole sbarramento russo. Ma il conflitto si riaccende anche attorno a a Bakhmut recentemente occupata dai mercenari della Wagner in fase di ritiro. La conferma viene dallo stesso patron dei “musicisti” Prigozin il quale minimizza l’operazione sui fianchi della città con l’occupazione ucraina dei giardini pubblici all’esterno del centro, difficilmente difendibili. Sintetizzando, al momento i punti della controffensiva si sviluppano in territorio russo a Belgorod quasi a 300 chilometri a sud ovest di da Bakhmut che a sua volta dista altri 300 chilometri a ovest da Zaporozhye quasi all’estuario del fiume Dnepr. Diversa la situazione di Marinka che si trova a qualche decina di chilometri dalla città di Donesk saldamente occupata dai russi e a 40 chilometri da Ugledar. Rimane il nodo della Crimea, difficilmente aggredibile da truppe e mezzi da terra, che dista quasi 400 chilometri a sud dalle zone di operazione ucraine, ma soli 200 chilometri a nord da Kherson. Qui sono molto probabili attacchi di droni e missili nonché operazioni di sabotaggio e infiltrazione su larga scala come avvenuto con il danneggiamento del ponte di Crimea. Ma siamo solo all’inizio e non è ancora chiaro quale sarà il punto di sfondamento delle truppe ucraine su una linea di un fronte con una distanza paragonabile a quella fra Milano e Napoli dove nessuna operazione fra i due contendenti risulterà decisiva. Non a caso qualcuno in Occidente comincia a parlare di un congelamento della situazione, se non proprio di tregua, fra le parti.

aggiornamento la guerra di Putin ore 14.59

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