Ucraina, destituito il ministro della difesa Reznikov. Corruzione o dissenso con Zelensky?
di Giuliano Longo
Zelensky ha sostituito il ministro della Difesa Oleksiy Reznikov con Rustem Umerov.
Nonostante circolassero accuse di corruzione (situazione quasi patologica in Ucraina) Reznikov, non è stato formalmente accusato di illeciti imputabili, come si diceva, a vendita di armamenti occidentali o a tangenti per l’acquisto delle divise invernali per i combattenti.
Il suo successore, Umerov non h nessuna esperienza in campo militare e prima del nuovo incarico era presidente del Fondo del demanio, con la missione è attirare investimenti in Ucraina, è stato direttamente coinvolto nello scambio di prigionieri di guerra e, come negoziatore senior, partecipò trattativa per la Black Sea Grain Initiative. Rustem. Umerov musulmano, nato in Uzbekistan è un tartaro di Crimea, ma anche un uomo d’affari che ha avuto successo nel settore delle telecomunicazioni,
La scelta di Umerov appare abbastanza inspiegabile a meno che (al di là delle competenze strategico militari ormai quasi esclusivamente in mano a Zelensky e ad alcuni fedeli generali) il Presidente intenda fare di Reznikov il capro espiatorio di una contro offensiva al rallentatore.
Scelta che comunque escludiamo perché non gioverebbe alla immagine di un Presidente fiero combattente anche contro la corruzione…ma non troppo perché molti a Kiev hanno scheletri negli armadi
Ma rumors sulla sostituzione circolassero da mesi soprattutto dopo alla base militare di Ramstein ai suoi colleghi ministri, come riportammo su ORE 12 affermando “che aspettative occidentali di una controffensiva sono (erano) troppo alte”.
“In termini di sostegno all’Ucraina – aggiunse– le aspettative sull’esercito ucraino si sono concentrate sul successo dell’offensiva nella regione di Kharkiv nel settembre dello scorso anno”. Ma “in questo caso, i nostri alleati partivano dal fatto che il successo del modello 2022 si sarebbe ripetuto. E si credeva che qualsiasi campagna sarebbe stata altrettanto rapida e impetuosa. Ma devo dire che il terreno non è lo stesso di prima e la resistenza è diversa”.
Quindi “non ci sarà la stessa rapidità registrata Kharkov” perché “c’è anche un’area minata dai russi. Ci stiamo muovendo lentamente per salvare le vite dei nostri militari. Forse, ora a qualcuno sembra che tutto non stia andando molto velocemente. Ma penso che i nostri partner lo capiscano”.
Inoltre solo alcuni giorni prima aveva manifestato una certa apertura verso Mosca affermando“l’Ucraina è pronta per i negoziati e un accordo di pace se la Russia cambia gli obiettivi dell’operazione militare speciale dichiarati inizialmente”. Dove per cambio di obiettivi non si esclude quantomeno il mantenimento della Crimea e di alcune aree già occupate.
Valutazioni, se vogliamo, profetiche, ma è da allora che si rincorse le voci di una sua imminente destituzione, puntualmente verificatesi dopo appena dopo tre mesi perché (come rivelato anche da fonti russe) si andava manifestando una vera e propria divergenza fra le sue posizioni ed i reiterati annunci del suo Presidente.