La guerra di Putin

Ucraina, imminente la caduta della città di Bakhmut

 

di Giuliano Longo

Diverse pubblicazioni russe e occidentali riferiscono che nella notte di mercoledì 17 maggio, le unità del Wagner hanno preso il controllo di diverse centinaia di metri quadrati in più di territorio a ovest della città di Bakhmut (in russo Artyomovsk),  riducendo la percentuale di aree urbane controllate dagli ucraini a meno del 2,5%, circa un chilometro quadrato di territorio .

 

Secondo quanto riportato si tratta di diverse strisce nel sud-ovest e nelle parti occidentali, anche vicino all’uscita per Khromovo (Artyomovskoye in russo), dove si stanno svolgendo pesanti combattimenti.

 

I battaglioni ucraini controllano ancora qualche grattacielo in città che viene attaccato dalla Wagner  con assalti a “ondate”. Allo stesso tempo proseguono i combattimenti vanno sui fianchi, dove formazioni d’assalto di Kiev avevano tentato di sfondare nei giorni scorsi .

 

Se nei giorni precedenti era  possibile per gli ucraini  prendere il controllo di un paio di alture nei pressi della città, la loro offensiva si sarebbe scontrata  con il “muro” delle formazioni regolari dell’esercito russo che hanno coperto le operazioni della Wagner nel centro della città, completamente distrutto.  Il noto commentatore Stephen Bryen nel suo blog ripreso dal altre pubblicazioni in lingua inglese, sostiene che l’Ucraina sia vicina alla ritirata da Bakhmut.  Questo potrebbe accadere in qualsiasi momento ma  entro fine settimana,  prima che le vie di ritirata vengano chiuse dai nemici.

 

Bryen, che basa la sua analisi su dati che non provengono solo da  Kiev contrariamente a quanto succede per molti media occidentali, ritiene ci siano ancora un paio di strade aperte per uscire dalla città, liberate in parte dagli attacchi ucraini dei giorni scorsi,  ma queste strade e questi campi non rimarranno utilizzabili  se la Wagner li occuperà nelle prossime ore.

 

Due notti fa i mercenari russi  hanno preso d’assalto  le due parti più fortificate e difendibili dell’area della Cittadella della città, respingendone gli ucraini nell’ultima che è principalmente composta da edifici bassi che saranno difficili da tenere.

 

Ci sono anche combattimenti nel settore nord-occidentale della città, dove gli ucraini stanno resistendo all’ospedale pediatrico (da tempo evacuato dai pazienti). Lo scopo delle forze ucraine è di difendere quest’area per mantenere aperta la strada fuori città e  distogliere la Wagner dalla completa conquista della d Cittadella.

 

Gli  ucraini potrebbero negoziare un ritiro sicuro con i russi, ma è improbabile che Zelensky lo permetta. Inoltre, le cosiddette fughe di notizie sugli accordi di Prigozhin con l’intelligence ucraina, smentite, ovviamente, con forza dall’interessato, rendono quasi impossibile per i suoi mercenari fare accordi con i nemici ucraini.

 

La battaglia per Bakhmut è ormai la battaglia di Zelensky che  ha chiesto ai suoi soldati di resistere e combattere sino all’ultimo, nonostante  i suoi comandanti gli abbiano riferito che era una resistenza troppo costosa e non valeva la pena subire perdite inutili.

 

La battaglia infuria infatti da 9 mesi e ha causato pesanti perdite da entrambe le parti, ma  gli interrogativi riguardano gli spostamenti delle truppe russe dopo la caduta della città. Infatti i russi potrebbero spostare  le loro forze verso Chasiv Yar e respingere l’esercito ucraino verso il fiume Dnepr.

 

Questo fiume è assolutamente strategico per l’Ucraina, e se i russi riescono a raggiungere le sue sponde, il Paese sarebbe tagliato a metà. Quindi, secondo il commentatore, gli ucraini devono stare attenti a montare la loro grande offensiva, pianificata ma non ancora eseguita, per non lasciare aperto un varco da cui i russi potrebbero puntare proprio su Chasiv Yar e oltre.

 

Con il rischio che l’esercito ucraino possa essere intrappolato da nord e da sud senza  ottenere quella  svolta auspicata con la controffensiva mirata alla regione di Kherson, alla regione di Zaporizhzhia o addirittura alla Crimea.

 

“La risposta degli Stati Uniti e della NATO – scrive Bryen – è quella di riempire l’Ucraina di tonnellate di armi moderne, alcune delle quali i russi stanno facendo esplodere prima ancora che si avvicinino a un campo di battaglia. Ma la forza lavoro rimane il tallone d’Achille dell’Ucraina”.

 

Come noto anche da altre fonti occidentali, per Kiev sta diventando sempre più difficile reclutare soldati per il fronte, reclutamento che potrebbe peggiorare con la notizia della  della sconfitta a Bakhmut.

 

Circolano anche voci su un presunto dissenso fra Zeflensky e i suoi vertici militari  da quando il  capo supremo del suo esercito, il  generale Valery Zaluzhny,  è apparentemente è scomparso dalla scena, così come il generale Alexander Syrskyi, comandante delle forze di terra ucraine.

 

Fra le voci  c’è quella  che Zelenskyj sarebbe andato in tournée in Europa mentre l’opposizione militare è stata eliminata. Un altra è che questi due generali siano stati  coinvolti nella corruzione e  arrestati, una terza  è che entrambi siano stati uccisi in un attacco missilistico.

 

Ma ormai il problema chiave per comprendere la guerra in Ucraina è l’affidabilità delle fonti di informazione e il fatto che entrambe le parti sono specializzate nella disinformazione e nelle fake news. Che se per la sorte dei generali le voci non vanno tenute presenti, più che consistenti sono le certezze sulla caduta di  Bakhmut.

 

 

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