La guerra di Putin

Ucraina. La Nato c’è già, un  generale polacco muore a Chasiv Yar

 

di Giuliano Longo

 

Prima che iniziasse nel giugno scorso la “controffensiva” ucraina, la città di Bakhmutcadde in mano ai russi che probabilmente puntavano sull’altra città  di Chasiv Yar, il conflitto invece si spostò a sud.

 

Un mese dopo  il cosiddetto eroe di Bakhmut,Yevgeny Prigozhin e i mercenari Wagner,muovendosi verso tentarono un golpe, ma questa marcia sulla Capital avrebbe potuto essere anchw un supporto concordato  per aiutare la controffensiva di Kiev.

 

Chasiv Yar era estremamente importante nel corso della battaglia per Bakhmut perché riforniva  le truppe ucrainecon munizioni, cibo e supporto medico. Inoltre la città era anche il centro di comando non solo degli ucraini, ma anche dei loro consiglieri militari occidentali.

 

Questa presenza  è diventata evidente  quando il 26 marzo i russi hanno bombardato con missili Iskander un bunker di comando profondo sei piani, proprio Chasiv Yar il 26 marzo.

 

Uno degli alti ufficiali uccisi durante l’attacco era il generale di brigata Adam Marczak dell’esercito polacco, che  fra i vari incarichi di comando, dal 2020 al 2021 era capo della divisione di intelligence e guerra elettronica presso il comando generale delle forze armate a VARSAVIA.

 

La Polonia ha resa pubblica la sua morte, che, secondo una dichiarazione ufficiale,  era dovuta a “cause naturali inspiegabili”.Diversi canali telegram riferiscono invece  che anche altri ufficiali della NATO sono rimasti uccisi o feriti nell’attacco e altri sono stati evacuati frettolosamente in Polonia.

 

Molti analisti militari ritengono che i russi prenderanno presto Chasiv Yar, anche se è fortemente difesa. I rapporti dicono che sono solo a un chilometro o due dalla città impegnati  in aspri combattimenti. Ma è abbastanza insolito che ufficiali NATO di così alto rango siano così vicini alla linea di contatto, l’unica ragione per cui sono lì è il timore che l’esercito russo possa “sfondare “le linee.

 

Se ciò dovesse avvenire, verrebbe messa  in pericolo l’intera difesa di secondo livello che l’Ucraina sta cercando di costruire per impedire che l’esercito russo si diriga verso il fiume Dnepr,dividendo le forze ucraine e mettendo in pericolo la stessa  Kiev.

 

Per qualche tempo sembrava che i russi avrebbero lanciato una nuova grande offensiva, l’unico dubbio riguardava l’obiettivo di questa operazione che alcuni indicano in Kharkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina.

 

Un segnale di queste intenzioni era che i russi hanno recentemente messo fuori uso parte della rete elettrica di Kharkiv, ma  conquistare una città di tali dimensioni comporterebbe costi enormi di uomini e materiali. Soprattutto dopo che la battaglia di 4 mesi perAvdiivka, città che peraltro contava prima dell’assedio 32mila abitanti, mentre Kharkiv ne conta 1,4 milioni.

 

I combattimenti in corso  a Chasiv Yar sembrano quindi per i russi un obiettivo più realistico e immediato per i russi, come dimostrerebbe proprio il fatto che lì sia presente  personale di alto livello della NATO.

 

La “nuova”strategia militare dell’Ucraina e del suo fresco di nomina generale Oleksandr Syrskyi, mira a guadagnare tempo e ritardare qualsiasi avanzata russa. Per fare questo gli ucraini stanno costruendo trincee, trappole per carri armati e altri sistemi difensivi rafforzati.

 

Allo stesso tempo, Kiev sta cercando didistrarre la Russia con attacchi di artiglieria e bombardamenti sulle sue città, con tentativi paralleli di attacco alla Crimea. C’è stato anche un aumento significativo delle operazioni NATO nel Mar Nero, probabilmente per aiutare gli ucraini a prendere di mira la Crimea e obiettivi all’interno della Federazione.

 

Ma è improbabileche i diversivi cambino il carattere principale della guerra o costringano i russi a usare le loro forze per difendere risorse chiave in Crimea, nel Donbass o in Russia.

Probabilmente nelle prossime due settimane, se gli ucraini riusciranno a tenere la città e a contrastare l’avanzata, non è escluso che la NATO  possa pensare all’apertura di negoziati con Mosca.

 

Scholzriferisce che un certo numero di membri anonimi della NATO si stanno già incontrando per una sorta di accordo negoziato, anche se i russi non sono inclusi nel processo.

Ciò non piacerebbe a  Biden o al suo team di sicurezza nazionale, che preferiscono prolungare il conflitto.

 

Ma circola un’altra ipotesi molto più inquietante, che Zelansky tenga duro fin che può in attesa che, in un modo o nell’altro, intervenga direttamente la “cavalleria” NATO.

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