La guerra di Putin

Ucraina, l’avvio dei colloqui Trump- Putin mette nei guai l’Europa

di Giuliano Longo

I leader europei che hanno fortemente sostenuto la prosecuzione  della guerra in Ucraina, sono stati trattati con indifferenza, se non proprio con durezza dal presidente Trump e dal suo segretario alla difesa Pete Hegseth del quale ne sintetizziamo le  posizioni divulgate anche da tutti i media:

° L’adesione dell’Ucraina alla NATO non è in discussione né  Kiev in futuro verrà invitata ad aderirvi..

° Gli Stati Uniti non invieranno truppe in Ucraina per qualsiasi motivo, incluse forze per  il mantenimento della pace.

°  Gli Stati Uniti non forniranno più né pagheranno armi e supporto per l’Ucraina, ma spetterà ai membri della NATO europei fornire il necessario  supporto al Kiev.

° Gli Stati Uniti supporteranno ancora la  NATO, ma la partecipazione americana dovrà  essere giusta ed equa, il che significa che i membri della Alleanza dovranno aumentare significativamente il loro contributo.

° L’Ucraina non sarà in grado di tornare ai confini che aveva prima del 2014, scelta che indica  che gli Stati Uniti prevedono importanti concessioni territoriali da Kiev.

Il presidente Trump, nel frattempo, si è intratteuito  un’ora e mezzo in colloqui telefonici con il presidente russo Putin. Il takeaway chiave è che Putin ha dichiarato di essere disposto a iniziare i negoziati con sull’Ucraina e su altri problemi di sicurezza.

La conversazione Trump-Putin ha riguardato molti argomenti, fra i quali  di sicurezza, energia, intelligenza artificiale, “il potere del dollaro” e “vari altri argomenti”.

Successivamente il presidente americano ha chiamato Zelensky solo per informarlo della sua conversazione con Putin, ma ha anche immediatamente istituito la sua squadra di negoziaziatori che comprende  il segretario di Stato Marco Rubio, direttore della CIA John Ratcliffe, il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz e l’ambasciatore e inviato speciale Steve Witkoff, per guidare i negoziati.

Significativamente, l’elenco dei partecipanti non include il tenente generale in pensione Keith Kellogg. Kellogg che aveva apertamente minacciato di aumentare  le sanzioni sulla Russia nel caso i colloqui fossero arenati.

Questa posizione, caldeggiata da alcune cancellerie europee e sostenuta non ufficialmente dalla Alleanza Atlantica, finiva per minare l’approccio di Trump con la Russia ed in particolare il suo rapporto diretto con Putin, dando l’impressione che Kellog fosse fautore della prosecuzione del conflitto. Tuttavia non è escluso che rientri nuovamente nella partita.

Ci vorrà del tempo prima che i leader pro-guerra europei, insieme all’UE, assorbano il colpo riassestato  unilateralmente della Casa Bianca, d’altra parte gli europei non hanno né le armi, le truppe e tanto meno i soldi per continuare la guerra se gli Stati Uniti non saranno più della partita.

In caso contrario se mai prevalesse la strategia soprattutto di alcuni paesi europei nel proseguimento del conflitto, si metterebbe a rischio  la futura sopravvivenza della NATO.

 

Questa situazione e queste decisioni USA sostanzialmente unilaterali, mettono   nei guai in particolare  Germania, Francia, Polonia e persino la Romania, dove le elezioni presidenziali sono state annullate per impedire l’elezione di un candidato di opposizione definito filorusso, tutti  esempi della crescente instabilità della leadership europea.

 

Le rivelazioni sulle interferenze degli Stati Uniti  e della UE nel processo elettorale in Georgia, Serbia e Slovacchia, forse anche in Moldavia, sottolineano la velleità, ma soprattutto la debolezza della politica internazionale dell’Unione che intendeva dichiaratamente di accerchiare e mettere in ginocchio la Russia, anche inanellando pacchetti di sanzioni uno dietro l’altro.

 

L’amministrazione Trump sta inoltre  liquidando  USAID, (l’agenzia internazionale di aiuti americani) che dall’inizio del conflitto, ma già negli anni precedenti, aveva lavorato più che altro come una Agenzia di Intelligence  in molti dell’est Europa tra cui l’Ucraina.

 

Con la sospensione di quel flusso di danaro, ma soprattutto con ii tagli USA all’assistenza militare e finanziaria a Kiev, all’UE viene affidato un compito  che va ben oltre la finanza:, minando  il casus belli ideologico di NATO e UE, quello  della difesa della democrazia nel  timore di una improbabile invasione russa nel futuro.

 

La perdita di legittimità è una  minaccia per le élite d’Europa al potere. Trump ha in mente un’altra e prospettiva geopolitica secondo la quale la sicurezza europea è importante ma non è realmente minacciata dalla Russia.

 

Gli Stati Uniti stanno affrontando un confronto con la  Cina che ha una base industriale molto moderna, una forza lavoro enorme e un esercito sempre meglio attrezzato e potente. Quindi dal suo punto di vista, Trump ha bisogno di una Russia più amichevole che possa aiutare a bilanciare le relazioni di potere globale.

 

Ma per raggiungere questo obiettivo occorre  ridefinire la relazione USA-Russia superando l’attuale  ostilità reciproca. Nella sua conversazione di 90 minuti con Putin, Trump avrebbe puntato anche sulle potenzialità economiche e tecnologiche che potrebbero, in futuro, fornire una base per migliorare le relazioni.

 

Nessuno può dire in questo momento se sarà possibile trovare un accordo per l’Ucraina, ma c’è motivo di essere più ottimisti sul fatto che le due parti possano almeno discutere. Vedremo anche se gli Europei decideranno altrimenti, sabotando in qualche modo le trattative, ipotesi irrealistica.

 

Per ora la UE e Zelensky si limitano ad insistere per uno strapuntino al tavole delle trattative, Il che è più che legittimo se si considera il tributo di sangue di Kiev e l’enorme impegno militare e finanziario dell’Europa, ma le intenzioni di Trump erano note  e forse occorreva prevenirle e non subirle.

 

Ma questa è un’altra storia relativa alle autonome e future capacità di auto difesa dell’Europa che comunque conta due potenze nucleari, quella britannica e quella francese entrambe più o meno integrate nel sistema di difesa statunitense.

 

Oppure aderire alla delirante proposta del neo segretario, l’olandese Rutte di portare la spesa della Difesa NATO al 5% del PIL di ogni singolo Paese, ben superiore alla percentuale USA. Il che  lascia  supporre o che Rutte conti poco o che il suo futuro politico sia segnato.

 

Come forse lo sarà anche quello di Zelensky che promette risorse ucraine di cui in parte non dispone perché allocate in territori ucraini occupati da Mosca o propone di scambiare i territori occupati dai russi, ricchi di minerali, con le foreste dell’Oblast russo di Kursk, sulla cui occupazione parziale continua a investire sangue e mezzi.

 

Paradossalmente lo stesso Zelenski  prima del conflitto fu avvertito dal despota bielorusso Lukascenko con un ammonimento che riportiamo sommariamente: “caro Volodia stai attento che gli americani pensano ai fatti loro e prima o poi ti mollano”.

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