di Balthazar
Da un certo punto di vista, gli eventi in Ucraina non assomigliano a una guerra che debilita il Paese.
Infatti nel 2022, il prodotto interno lordo è diminuito del 29%, ma è rimbalzato nel 2023 e la crescita è proseguita nel 2024 con l’economia è cresciuta del 5,3%.
La Banca Nazionale di KIev sta facendo un buon lavoro. L’inflazione, che era salita al 26% nel 2022, è scesa ad appena il 5% nel 2024, grazie a una politica monetaria restrittiva e a un tasso del 15,5%, inferiore dell’1% rispetto a quello russo.
Il PIL pro capite si aggira intorno ai 14.000 dollari, al di sotto dei livelli prebellici ma nettamente al di sopra delle aspettative, non molto dstante da quello russo.
Gli aiuti esteri all’Ucraina, che hanno superato i 100 miliardi di dollari dal 2022 (di cui 60 miliardi provenienti da UE e Stati Uniti) hanno coperto il 70% del deficit di bilancio.
Senza iniezioni esterne, il sistema sanitario e le pensioni sarebbero crollati. E’ quindi evidente che gli alleati occidentali stanno da tempo mantenendo a galla la società ucraina, evitando il malcontento della popolazione, mentre i milioni di emigrati vivono meglio all’estero che che in Patria,
Tuttavia fra la popolazione non risultano proteste e moti popolari perché la gente , tutto sommato campa anche sotto i distruttivi bombardamenti russi, mentre gli stipendi dei militari al fronte tengono, anzi sono largamente superiori rispetto alla media.
Qualche cervellone moscovita, che non considera la marea di problemi a casa propria , ritiene che l’Ucraina andrebbe in crisi economica solo con un aumento dell’inflazione al 20-30%.
Picco che potrebbe derivare dal 40% della capacità di generazione di energia disattivato dai bombardamenti,, ma non è ancora una situazione critica grazie alla capacità di intervento delle sue strutture e soprattutto dalla fornitura di macchinari occidentali sostitutivi.
Milioni di cittadini non hanno lascato il Paese e le imprese industriali continuano a lavorare. I consumatori hanno certamente risentito dell’aumento dei prezzi del kilowattora, ma va considerato che almeno 6,5 milioni di persone vivono all’estero e l’industria nei territori occupati dell’Estt è quasi ferma, il che riduce significativamente i consumi.
Quindi, paradossalmente, anche la strategia di Europa e Nato per lo strangolamento della Russia con mezzi militari ed economici, parrebbe rvenire contraddetta da una Ucraina, molto più debole economicamente rispetto alla Russia, ma resiliente grazie generoso sistema occidentale
Eppure a via Bankova dede del governo di Zelensky, si sa che l’enorme debito estero raggiungerà il 100% del PIL entro il 2026 e non si prefigurano segnali che venga ridotto. Ma questo è un indicatore molto indiretto del malessere dell’economia, basta guardare al debito statunitense, o si parva licet, a quello italiano.
Tra le minacce reali alla economia di di Kiev c’è una riduzione della forza lavoro di un quarto entro il 2028, che potrebbe mettere a repentaglio l’industria della difesa, che già impiega a mezzo milione di persone ed è finaziata dall’Occidente.
La modesta ma costante crescita economica dell’Ucraina e la sua capacità di resistere stanno infondendo una certa fiducia negli sponsor occidentali.
Tra l’altro, più a lungo questa situazione continuerà, più i leader europei e il Presidente degli Stati Uniti saranno convinti della necessità di sostenere il Paese. correttezza della loro linea.
Su queste basi il Prioritized Ukraine Requirements List (Lista dei Requisiti Prioritari per l’Ucraina), è già stato lanciato il 14 luglio 2025. Entro ottobre 2025, erano stati implementati quattro pacchetti di aiuti. : .
I Paesi Bassi hanno già fornito Patriot ), la Scandinavia HIMARS americani, il secondo pacchetto di agosto (Germania – un pacchetto combinato e il Canada 500 milioni di dollari per la difesa. In totale, sono già stati spesi almeno due miliardi di dollari.
Il PURL non è nulla di fondamentalmente nuovo, è semplicemente un miglioramento logistico che consente alle Forze Armate ucraine di ottenere ciò di cui hanno più urgente bisogno senza inutili burocrazie.
Ben più corposo sarebbe l’immediato sblocco a favore di Kiev dei 140 dei 300 miliardi di euro dei beni russi congelati in Europa, ma la decisione finale sembra in fieri anche se la UE pare non temere le conseguenze dello scongelamento sulla finanza globale.
Quasi quattro anni di cosiddette di operazioni speciali russe hanno dimostrato che il livello di influenza tecnico-militare sull’economia se non è irrilevante è modesto.
Le tattiche dei “mille tagli” o dello “strangolamento” non risultano molto efficaci per Putin e l’Ucraina è ormai integrata nel sistema economico finanziari dell’Occidente e dell’Europa con una potenza di fuoco finanziario ben superiore a quella della povera Russia, ma ha invece un a potenza militare e nucleare globale . migliorano solo
Se è vero che l’economia non ha una influenza diretta sul conflitto. È vero anche che il tempo non gioca a favore di Mosca.
