di Giuliano Longo
Anche molti trumpiani sostengono Kiev
In una recente intervista all’emittente statunitense FOX News,il futuro consigliere per la sicurezza nazionale scelto da Trump, Mike Waltz,ha affermato che Trump considera un’escalation il permesso di Biden di lanciare missili a lungo raggio sul territorio russo, e che tale escalation, da entrambe le parti, deve arrivare a una “fine responsabile”.
Robert Wilkie, già Sottosegretario alla difesa per gli affari dei veterani sotto la precedente amministrazione Trump e a capo del team di transizione al Pentagono, ha spiegato in un’intervista alla BBC che l’opzione immediata sarebbe quella di “ordinare”a Mosca di fermarsi. In caso contrario “Donald Trump aumenterà gli aiuti all’Ucraina se la Federazione Russa minaccerà gli americani con una risposta schiacciante. Gli Stati Uniti hanno già l’esperienza di aver ucciso trecento soldati russi in Siria” ha affermato con orgoglio Wilkie.
Secondo quanto riportato dalla edizione americana di POLITICO, un altro alleato del nuovo presidente, il senatore Mike Rounds,avrebbe espresso frustrazione per il fatto che Washington non abbia fornito all’Ucraina più armi per vincere la guerra. E avrebbe gelato l’idea di negoziare un accordo di pace tra Russia e Ucraina perché non ci si può fidare di Putin indebolendo l’immagine dell’Occidente, mentre non ci si può fidare del Cremlino con una proposta di pace che dimostri la debolezza dell’Occidente e soprattutto degli Stati Uniti.
Sebastian Gorka, futuro Senior Director for Counterterrorism della nuova amministrazione statunitense, di origine ungherese, e noto per le sue simpatie per un gruppo estremista di destra del Paese di origine, ha equiparato l’invasione dell’Ucraina alla campagna di Hitler per annettere i Sudeti. Primo passo di una guerra lampo per conquistare l’Europa.
L’imprevedibilità di Trump
Tutte dichiarazioni che fanno intendere che in campo trumpiano regna una grande confusione, ma anche una visione a favore di Kiev che probabilmente è condivisa da molti senatori Repubblicani. Più stati d’animo, che strategie, nel tentativo di trovare da un lato una generica “fine responsabile” e dall’altro quella di continuare a “punire” Putin qualora le aspettative di Trump sul comportamento della Russia vengano deluse.
Non è quindi escluso che l’imprevedibile Donaldriservi qualche sorpresa per affermare il proprio smisurato ego con la scusa di salvare il prestigio degli Stati Uniti se Putin respingesse le sue proposte di Trump. A proposito di intemperanze, si ricordano le sue decisioni di lanciare missili contro la Siria o uccidere il generale iraniano Soleimani.
Fra le azioni incontrollate potrebbe esserci quella di inviare truppe in Ucraina, almeno in parte di essa o la Marina militare nel Mar Nero. In fondo Trump non può permettersi di venire umiliano da un rifiuto di Putin. .
Ma è probabile che Mosca rifiuti il piano del nuovo presidente se le premesse sono quelle che si vociferano: controllo della zona di smilitarizzazione, per tutta la lunghezza del fronte, da parte di Francia, Germania, Polonia e Regno Unitocon schieramento di truppe dellaNATOin territorio ucraino, a ovest delfiume Dnipro.
Chi è deciso a tirare la corda del conflitto?
Una prospettiva incompatibile questa con la clausola della neutralità e del non schieramento di soldati ostili alla Russia in territorio ucraino richiesta dal Cremlino. La Francia ha sempre sposato la linea dura della risposta militare occidentale invocando il coinvolgimento diretto dell’Alleanzanel conflitto, e ha tolto le restrizioni all’impiego dei propri missili da crociera SCALPper colpire il territorio russo.
Il ministro degli esteri tedesca Annalena Baerbockha sempre affermato che anche la Germania dovrebbe prendere la stessa decisione in merito all’impiego dei propri missili Taurus.Ma a Berlino tira brutta aria per il Governo Rosso Verde, ma la posizione dellaCDU che potrebe governare il prossimo anno non è affatto dissimile, e coincide perfettamente con l’avventurismo della sua pedina nella UE Ursula von der Leyen.
Anche Varsaviacaldeggiano la prospsettiva di un coinvolgimento diretto della Nato sostenuta dai suoi satelliti baltici. Ma secondo un sondaggio del think tank statunitense European Council on Foreign Relations, il 69% dei polacchi non è favorevole a questa pericolosa scelta che esporrebbe le città polacche ai colpi dei missili russi.
Senza contare che ucraini e polacchi non si amano alla follia per antiche questioni territoriali e belliche, fra le quali del genocidio diVolhynia, avvenuto nel corso della Seconda guerra mondiale quando circa centomila polacchi vennero uccisi dalle forze naziste fiancheggiate da bande fasciste ucraine. Attualmente Kiev si è rifiutata di riesumare e seppellire le vittime del massacro, nonostante Varsavia abbia speso il 3,3% del proprio PIL in aiuti all’Ucraina.
Ci sono poi le accuse di Zelensky al governo polacco, riportate dalla testata ucraina Ukrainska Pravda alla fine dello scorso mese di ottobre, riguardanti il (presunto) scarso impegno nell’assistere Kiev nel corso della guerra e di aver trattenuto delle armi fra cui alcuni Mig 29.
Il Regno Unito, accanitamente russofobo ,a parole aizza il conflitto, ma non dispone di grandi forze proprie anche missilistiche, molte delle quali già spese in ucraina e come Berlino, non versa in buone condizioni economiche.
L’eredità tossica di Biden
Quindi, non solo mancano le condizioni ottimali per attuare una soluzione del conflitto bisognerà fare i conti non solo con l’imprevedibilità delle decisioni dell’Occidente , ma anche con quelle di Putin che proprio ieri alla riunione de di molti stati ex sovietici, ha fatto sapere che con i sui nuovi missili potrebbe anche raggiungere e polverizzare il bunker dove si rifugia Zelensky.
La risoluzione di questo conflitto è vitale per Mosca, e Putin ha affermato che non è disposto a firmare una brutta copia deli accordi di Minsk che americani e britannicifecero a suo tempo fallire.
Per concludere, ad oggi non c’è alcuna discussione o rumors credibili sulle intenzioni pace occidentali Nessun dibattito o proposte negoziali che rispecchino la realtà. Biden non solo lascia un’eredità mortale che sarà gestita con esiti imprevedibili , ma prepara l’ultimo colpo di coda del suo mandato con lo stanziamento di altri 24 miliardi di dollari per Kiev mettendo sotto stress il Congresso.
E incastra Trump nel suo abbraccio tossico approfittando delle sue ultime settimane alla Casa Bianca costringendo il suo successore a convivere ancora a lungo con un quadro di profonda instabilità.
aggiornamento la crisi russo ucraina ore 13.56
Nella foto il Presidente Biden con quello ucraino Zelensky