Economia e Lavoro

Un venerdì nero scioperi e agitazioni nei comparti della scuola, sanità e trasporti

Saranno 24 ore quelle tra venerdì e sabato decisamente a rischio per i comparti della scuola, della sanità e dei trasporti, questo ultimo settore vedrà lo stop dei convogli ferroviari. Ma andiamo per ordine: è stato indetto – a partire dalla mezzanotte del, 9 settembre, e fino alla stessa ora del 10 settembre – uno sciopero generale per il comparto della scuola, della pubblica amministrazione e della sanità, pubblica e privata. L’astensione dal lavoro è stata proclamata dalla Fisi (Federazione italiana sindacati intercategoriali), in segno di protesta per l’obbligo vaccinale contro il Covid-19 richiesto per alcuni lavoratori. La Fisi motiva lo sciopero con la decisione del governo di imporre un vaccino contro il Covid, a detta del sindacato, che “non immunizza l’inoculato” e “che non protegge la trasmissione del virus da parte di altri soggetti ritenuti positivi, che ti può far ammalare comunque”. La federazione sindacale definisce “non comprensibile” l’ipotesi che ai sanitari potrebbe forse essere richiesto, nei mesi autunnali, di sottoporsi anche a una quarta dose. Con lo sciopero indetto, continua la sigla, “non terminerà la protesta” e, nel caso in cui il governo che salirà a Palazzo Chigi dopo le elezioni del 25 settembre “obblighi i cittadini a una quarta dose, vi è la possibilità che si vada verso lo sciopero a oltranza”. Sempre il 9 settembre si rischiano poi disagi anche alla circolazione ferroviaria, per un’iniziativa diversa dallo sciopero della Fisi. Dalle ore 9 alle 17 è prevista una protesta di macchinisti e capitreno di Trenitalia, Italo, Trenord, Trenitalia Tper, proclamata unitariamente da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast Confsal e Orsa. I sindacati denunciano “gravi eventi lesivi della sicurezza e dell’incolumità delle lavoratrici e dei lavoratori”. Le organizzazioni sindacali denunciano la mancanza di interventi contro i numerosi episodi di aggressioni verificatisi a danno del personale in servizio sui treni. Né i datori di lavoro né lo Stato, lamentano le sigle, hanno preso provvedimenti come “l’aumento delle risorse del personale di front line” oppure “daspo trasporti” e “revisione della normativa in essere”. “La gravità e l’intollerabilità delle numerose e violente aggressioni – affermano i sindacati- non consente indugi e necessita urgentemente di un fermo e risolutivo intervento a tutela della sicurezza e dell’incolumità delle lavoratrici e dei lavoratori che quotidianamente prestano sui treni un servizio alla collettività”. Poi anche la scuola è in agitazione. Il personale campano torna a far sentire la propria voce a pochi giorni dall’avvio, il prossimo 13 settembre, del nuovo anno scolastico nella regione. Le segreterie regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda Unams hanno indetto per venerdì 9 settembre un presidio di docenti e personale tecnico amministrativo nei pressi della sede dell’Ufficio scolastico regionale della Campania a partire dalle ore 14:00. “Siamo alle solite – scrivono in una nota firmati dai segretari generali di categoria – abbiamo atteso pazientemente che tutto si risolvesse per il meglio ma, ad oggi, nessuna buona nuova per le scuole della Campania e, in particolare, dell’area metropolitana. Il 13 settembre ci sarà l’ennesima riapertura a singhiozzo: le famiglie e le scuole del nostro territorio meritano rispetto. Avevamo segnalato per tempo le criticità e indicato le soluzioni, ma dalle istituzioni nessuna risposta concreta. Mancano docenti di sostegno, collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici per assicurare il normale funzionamento”. Ancora – denunciano i sindacati della scuola – classi troppo numerose per assicurare distanziamento, sicurezza e diritto allo studio”.

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