di Fabrizio Pezzani (*)
(*) Professore emerito Università Bocconi
L’elezione di Trump a 47°° presidente degli USA ha cambiato lo scenario con cui il mondo europeo deve confrontarsi nel futuro ed in parti colare rende sempre più critica la carica della Presidente Ursula von der Leyen ed il suo ruolo in modo prospettico.
Nel discorso di insediamento il nuovo presidente Trump ha dato indicazioni sulle sue volontà operative sia all’interno del paese che verso gli alleati e gli altri paesi . Le indicazioni dietro lo slogan d i fare ritornare grande il suo Paese sono quelle di alza re i toni verso gli altri Paesi ; co n riferimento all’Europa indica , sinteticamente , la necessità di un maggiore contributo finanziario verso la Nato ( il 5%% del pil ) , la volontà di chiudere la guerra in Ucraina per la quale l’Europa si è dissanguata ed infine la cancellazione della “ Green Economy ” che ha drenato immense risorse ai paesi della UE , lo stop all’uso esclusivo delle vetture elettriche ed infine la definizioni di sanzioni sulle esportazioni verso gli USA . In sostanza tutto il contrario di qu anto fatto nei precedenti quattro anni coincidenti c on la presidenza Biden negli USA e quella della von der Leyen nella UE .
Il rapporto prefigurato da Trump verso l’Europa sembra caratterizzarsi verso una maggiore indipendenza sia verso la UE che verso i singoli Stati lasciando intravedere un sistema di relazioni che prediligono un rapporto tra singoli paesi e meno verso la loro sempre più difficoltosa unione .
In questo contesto così diverso e poco chiaro , in una situazione internazionale di cambiamenti geopolitici in forte evoluzione , sia per l’ascesa di paesi terzi che per la crescita dei Brics sotto l’aspetto economico e politico , le aree di manovra sembrano di difficile individuazione..
La politica di Trump mostra una forma di voluta potenza funzionale a recuperare un ruolo perso nei fatti , sembra ispirata ad un monopolarismo ma la realtà è che siamo in un mondo multipola re da cui non si torna indietro .
La volontà di potere ricorda la figura del superuomo di Friedrich Nietz s c he (118 6 4 – 186 8)) che a sua volta ha influenza to , solo in parte , la nascita del nazional socialismo di Hitler negli anni trenta del secolo scorso che , di fronte ad una Germania sfinita , prospettava un’epopea eroica reclamando la Polonia , come sarebbe stato , il corridoio di Danzica , lo sbocco nei Sudeti ed altro , la storia mostra sempre i suoi rico rsi come scriveva il Filosofo G. B. Vico nel 1717 . Oggi Trump mostra mir e espansionistiche verso Panama , Canada e Groenlandia e comunque il desiderio di riaffermare un potere ormai perso con il rischio di innescare gravi conflitti geopolitici. Alcune sue proposte sono antistoriche come quella di riportare una manifattura dislocata nei paesi dell’Est asiatico – Cina, Vietnam, Birmania , Corea … – negli USA , ma in questi trenta anni si sono sviluppate filiere produttive che hanno compensato gli alti costi fissi di avvio delle produzioni con elementi di costo e di ricavo non raggiungibili dagli U SA meno che mai nel breve tempo . Anche l’idea di un liberismo ulteriore rispetto a quello attuale sembra fuori dalla Storia che ha già condannato il Neoliberismo dei Neocon che ha distrutto il Paese sia economicamente che socialmente ed influenzato negativamente tutto l’Occidente. Un liberismo non regolato ha generato povertà , disuguaglianza , disoccupazione ed indebitamento che rischia d i essere fuori controllo ; eppure di fronte all’evidenza dei fatti si torna a d invocare un liberismo suicida. Ora di fronte a questo proposito di crescita interna ed esterna la UE si mostra nella sua debolezza guidata da u na presidenza della Commissione , la Ursula von der Leyen , fuori dal mondo reale ed incapace , come aveva mostrato già nei suoi anni di primo mandato , di creatività ed immaginazione. Strettamente legata agli ordini dell’alleato Usa ha posto in essere tutta una serie di misure interdittive della crescita incapace di uscire da un modello culturale troppo legato alla Germania di cui è stata Ministro della Difesa , del Lavoro e della Famiglia con il governo Merkel strettamente legata al ruolo dominante della Germania che per troppo tempo ha legato la UE ai suoi dettami. In questo suo in cedere sotto scacco ed incapace di scendere nel mondo reale sembra sempre più avvicinarsi alla figura di Alice nel paese delle meraviglie uscita dalla penna di “Lewis Carroll ” che racconta di una ragazza di nome Alice c he cade attraverso una tana di coniglio in un mondo fantastico popolato da strane creature antropomorfe.. Il racconto gioca con la logica, dando alla storia una popolarità duratura sia negli adulti che nei bambini.. È considerato uno dei migliori esempi del genere letterario non sense. Il suo corso narrativo, struttura,, personaggi e immagini sono stati enormemente influenti sia nella cultura popolare che nella letteratura,, specialmente nel genere fantasy. Le stesse figure che popolano il mondo fantastico ed irreale di Alice – il Bianconiglio, il Brucaliffo, il Re, la Regina di cuori, il Cappellaio Matto il cui orologio segna il giorno ed il mese ma non le ore – sembrano vivere accanto alla von der Leyen nella sua Commissione che sembra consegnata ai Paesi Baltici la cui popolazione non supera quella di Roma. Così ritroviamo figure fuori dal mondo come l’estone Kallas che dichiara la necessità di armarci per fare la guerra alla Russia, il lituano Kubilius anche lui sulla difesa europea, il lettone Dombrovsky noto come il falco di Riga per la sua rigidità nelle politiche di bilancio, seguono gli altri in gran parte rappresentanti degli stati del nord europa. Così la Ursula von der Leyen sembra sempre più una Alice nel Paese delle Meraviglie incardinata da una ferrea rigidità alle sue idee incapace di slanci creativi diventa un vincolo ai processi di cambiamento della UE di fronte ad un mondo che sta cambiando sotto i suoi occhi troppo oscurati da una miopia strategica .Speriamo che la Storia le con senta di uscire dalla tana del Bianconiglio e di prendere una visione del mondo più coerente con le esigenze poste dalla realtà che talora sembra drammatica.