Il presidente ucraino Zelensky vorrebbe un invito immediato ad entrare nella NATO, ma le capitali chiave si oppongono.
Volodia sta incontrando un problema con il suo “piano della vittoria” basato sull’invito dell’Ucraina ad entrare nella NATO nel tentativo di coinvolgere l’Occidente direttamente nel conflitto perchè: alcuni dei membri chiave dell’Alleanza hanno mangiato la foglia e fiutato i rischi.
Secondo fonti diplomatiche degli Stati Uniti citate dal quotidiano POLITICOe coperte dall’anonimato che hanno partecipato alle ultime discussioni intergovernative, rivelano che la Germania e gli Stati Unitisono tra le principali potenze che stanno rallentando la richiesta di Zelensky di un invito immediato ad aderire alla NATO.
Nel suo piano Zelensky aveva sollecitato una decisione, ma aveva anche riconosciuto che l’effettiva adesione all’alleanza sarebbe stata possibile solo dopo la fine della guerra con la Russia, ma adesso ha cambiato idea e chiede di“ricevere un invito durante la guerra”. Evidentemente comincia a temere che la pressione russa su vari fronti possa preludere a un loro sfondamento.
In un’intervista a POLITICO, l’ambasciatrice statunitense uscente alla NATO Julianne Smithaveva sottolineato esplicitamente che “l’Alleanza non ha, ad oggi, raggiunto il punto in cui è pronta a offrire l’adesione o un invito all’Ucraina”.
Lo stesso Zelensky ha riconosciuto che il cancelliere tedesco Olaf Scholz,uno dei principali fornitori militari dell’Ucraina, con consegne di armi seconde solo a quelle degli Stati Uniti, non lo appoggerà nellla sua richiesta di un immediato invito ad aderire alla NATO.
“Ho un ottimo rapporto con Scholz. Sono grato che Scholz ci stia aiutando. La Germania è seconda in termini di supporto”,ha detto Zelenskyy ai giornalisti all’inizio di questa settimana. “Ma il fatto che la parte tedesca sia scettica sulla nostra adesione alla NATO è un dato di fatto… Dovremo tutti lavorare molto con la parte tedesca. Ma comunque, gli Stati Uniti avranno un’influenza su questo”.
La Germania e gli Stati Uniti non sono gli unici a ostacolare.
Anche Ungheria e Slovacchiastanno resistendo, ma partono da un punto di partenza diverso. I loro attuali leader populisti hanno una linea generalmente pro-Cremlino, con il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán che blocca i fondi UE per armare l’Ucraina e abbandona il programma NATO per l’invio di aiuti letali a Kiev.
Con un post sui social Orbán fa definito il piano di vittoria di Zelenskyy “più che terrificante”,mentre il presidente slovacco Robert Fico all’inizio di questo mese ha avvertito che consentire all’Ucraina di entrare nella NATO “sarebbe una buona base per una terza guerra mondiale” e ha giurato che “non avrebbe mai acconsentito” a ciò”.
Ci sono anche altri paesi che non sono intenzionati a reagire rapidamente alla richiesta di Kiev, ma si accontentano, per ora, di non uscire allo scoperto. Paesi come Belgio, Slovenia o Spagnae probabilmente l’Italiasi fanno scudo della posizione di Washington e sono riluttanti o sicuramente contrari se la proposta del leader ucraino venisse presa in considerazione,
Ma ci sono anche quelli apertamente favorevoli e addirittura irresponsabilmente entusiasti dell’adesione di Kiev come la Polonia e i Paesi baltici.
Varsavia è favorevole ad “aprire una prospettiva NATO per l’Ucraina,”ha detto il primo ministro polacco Donald Tuskdurante il summit dei leader dell’UE della scorsa settimana. “Questa (nostra posizione non è cambiata, siamo solidali con l’Ucraina.” Ma questi Paesi “minori”si debbono comunque adeguare alle posizioni di Berlino e Washington.
Durante la visita del presidente Biden a Berlino la scorsa settimana, Scholz ha dichiarato ai giornalisti: “Stiamo facendo in modo che la NATO non diventi parte in causa in guerra, affinché questa guerra non si trasformi in una catastrofe molto più grande”.Anche se in ambienti diplomatici si sostiene che né gli Stati Uniti né la Germania escludono un’eventuale e futura adesione dell’Ucraina all’alleanza.
La posizione dell’amministrazione Biden sostiene da tempo che l’ammissione dell’Ucraina alla NATO avverrà solo dopo la fine della guerra, ma non è stata delineata alcuna tempistica evitando di esasperare le posizioni di Putin.
D’alta parte l’adesione alla Nato o meno sarà determinata dagli sviluppi del conflitto, con Mosca che insiste per la neutralità di Kiev o addirittura la sua smilitarizzazione.
Sebbene Biden abbia contribuito a rinvigorire ed espandere la NATO (che comunque ha le sue difficoltà, leggi articolo successivo), e sebbene gli Stati Uniti siano il principale donatore di aiuti militari all’Ucraina, la sua amministrazione ritiene a che la maggior parte delle capitali europee non sosterrebbe l’adesione nel breve termine.
Inoltre la stessa scelta di adesione implicherebbe anche radicali riforme politiche per combattere la corruzione in Ucraina e chiarire le posizioni di Kiev sulle minoranze interne.
La Casa Bianca noni è certamente sorpresa delle pressioni di Zelensky che guarda con preoccupazione alla eventuale vittoria di Donald Trumpche taglierebbe drasticamente gli aiuti a Kiev. Mentre non è detto che una vittoria di Kamala Harrisconfermi radicalmente la posizione di Biden se, come si prevede, dopo le elezioni gli equilibri con i Repubblicani a Capitol Hillsaranno molto incerti.
GiElle