di Giuliano Longo
Mentre l’assemblea generale dell’ONU è in corso, ormai dominata dalla discussione sulla guerra in Ucraina a scapito di temi quali l’ambiente, il cibo e l’energia,circolano voci di fallite pressioni segrete emergono di Washington e alcuni partner NATO per indurre Zelenskyj ad aprire spiragli sulla via della pace con la Russia.
Al contrario, la sua presenza alle Nazioni Unite e a Washington mira invece a creare sostegno internazionale per continuare la guerra e ottenere dal Congresso degli Stati Uniti altri 24,9 miliardi di dollari in assistenza e nuove armi.
La Camera dei Rappresentanti che deve decidere sull’ulteriore impegno finanziario per Kiev, al momento è alle prese con una risoluzione per mantenere i finanziamenti federali sinora stanziati (circa 110miliardi di dollari), ma i 24,9 miliardi di dollari non figurano in nessuna proposta, almeno finora.
L’ultima richiesta di Zelensky prevede 13,1 miliardi di dollari per l’assistenza militare; 8,5 miliardi di dollari presumibilmente per l’assistenza umanitaria; e 2,3 miliardi di dollari per “finanziare e catalizzare i donatori attraverso la Banca Mondiale”, formula piuttosto ambigua che anticipa un grande lavoro di lobby da parte ucraina.
Poco prima di lasciare Kiev, Zelenskyj ha licenziato sei viceministri della Difesa, accusandoli di corruzione, un’azione progettata per sostenere l’amministrazione Biden, accusata da più parti, prevalentemente Repubblicane, di fornire all’Ucraina denaro senza vincoli.
Il risultato è che In passato erano gli Stati Uniti ad opporsi a qualsiasi processo di pace, ma prima che suoi arsenali si svuotassero a causa del conflitto e prima che fallisse il tentativo di rovesciare Vladimir Putin garantito da Zelensky.
L’offensiva ucraina nel frattempo prosegue consumando sempre più attrezzature con notevoli perdite umane superiori a quelle dei russi che potrebbero lanciare una controffensiva, ma anche ordinare una nuova mobilitazione dopo quella più recente.
Gli Stati Uniti e alcuni partner NATO, come riportato da media occidentali, hanno fatto sapere di non approvare le tattiche militari di Kiev, sebbene queste fossero costruite attorno a simulazioni computerizzate dell’Alleanza e un massiccio supporto dell’intelligence che ha favorito i recenti attacchi alla Crimea e alle basi navali di Mosca.
In questa situazione di sanguinoso stallo Cina, Brasile, Papa, Sud Africa, Egitto, Senegal, Congo-Brazzaville, Comore, Zambia e Uganda, Indonesia, Arabia Saudita e ma sopratutto Israele ,Turchia e Danimarca , si sono offerti di mediare.
Ma attualmente ll posizione ufficiale dell’Ucraina sui seguenti elementi chiave:
- L’Ucraina non negozierà con Vladimir Putin, ma, a quanto pare, talora parlerebbe con i russi. Ciò è supportato da un decreto ucraino, convertito in legge dallo stesso Zelenskyj.
- Non cederà alcun territorio in nessuna circostanza. Ciò vale per la Crimea e il Donbass, anche se nei falliti negoziati precedenti la Crimea era sul tavolo.
- Chiede che tutte le truppe russe lascino il territorio ucraino e che i criminali di guerra, incluso Putin, vengano processati.
- Esige garanzie di sicurezza anche con la rapida adesione alla NATO e l’immediata adesione all’Unione Europea che incontra per ora alcuni ostacoli.
Nel frattempo l’Ucraina chiede armi a lungo raggio per colpire in territorio russo. L’ultima richiesta riguarda l’ATACMS (MGM-140) con una gittata di 300 km e il missile da crociera tedesco-svedese Taurus (KEPD-350) con una gittata di 500 km, quanto basta per colpire direttamente Mosca.
Per ora gli Stati Uniti nel caso dell’ATACMS né i tedeschi nel caso del Taurus non hanno accettato di fornirli, ma Victoria Nuland,vicesegretaria di Stato, ha recentemente incoraggiato Kiev ad attaccare obiettivi di alto valore strategico all’interno della Russia.
Tutto ciò sembra congelare per ora gli obiettivi di guerra della Russia asserragliata nelle sue linee di difesa nel Donbas, Zaphorize, nella regione di Kherson e in Crimea. Ma alcuni leader russi parlano con maggiore insistenza di sostituire il governo ucraino e di espandere la guerra a città chiave come Odessa e altre a nord.
Per fare ciò la Russia potrebbe mobilitare più forze e fornire più attrezzature, il che potrebbe spingerla troppo oltre anche se scoragerebbe l’Ucraina che è a corto di manodopera e forniture.
Negli Stati Uniti serpeggia l’insoddisfazione per la continuazione della guerra. Oggettivamente questa ha rafforzato l’alleanza Cina-Russia e prosciugato le risorse militari, lasciando gli Stati Uniti in una posizione di svantaggio in Europa e in Asia. Tanto che hanno ritardato la fornitura di HIMARS a Taiwan, e comunque occorre del tempo per averne abbastanza per supportare Kiev, lasciandone pochi per gli altri.
Zelenskyj potrebbe convincere il Congresso a stanziare più soldi per la guerra, ma questo potrebbe anche essere il suo ultimo risultato, forse anche l’ultimo (non decisivo risultato zi fini del conflitto) della sua carriera a rischio.
aggiornamento la Guerra di Putin ore 11.04