Esteri

Zelenskyj presenta la legge sulla cittadinanza multipla, mentre procede la de-russificazione dell’Ucraina

Volodymyr Zelenskyy ha annunciato che il 22 gennaio presenterà alla Verkhovna Rada (il parlamento) la legge sulla cittadinanza multipla in Ucraina che è stata approvata..

“Oggi presento una legge fondamentale alla Verkhovna Rada dell’Ucraina che consentirà modifiche globali alla legislazione e introdurrà l’istituzione della cittadinanza multipla.

Permetterà a tutti gli ucraini e ai loro discendenti, che vivono in diversi paesi del mondo di mantenere la nostra cittadinanza. Naturalmente, questo non si applica ai cittadini del paese aggressore.(la Russia, ndr“)

 

Questa misura vale per gli ucraini in tutti gli angoli del mondo, così come per i soldati volontari stranieri che sono venuti in difesa dell’Ucraina e combattono “per la libertà dell’Ucraina come per la loro patria” aggiungendo “tutti coloro che non hanno dimenticato le proprie radici e che non permettono al mondo di dimenticare l’Ucraina. Tutti con il sangue ucraino nelle vene e un cuore libero che batte nel petto. Ucraini di origine che hanno da tempo dimostrato di essere ucraini nello spirito. E dopo molti anni di attesa, finalmente diventeranno ucraini con il passaporto legale”,

 

Zelenskyy ha anche annunciato di aver firmato il 22 gennaio un decreto dal titolo “Sui territori russi storicamente abitati da ucraini” affermando .“Oggi dobbiamo adottare misure non solo per rafforzare l’unità dell’Ucraina e del nostro popolo, ma anche per proteggere i nostri diritti e le nostre libertà, la verità sugli ucraini e la verità su di noi e sulla nostra storia. Per promuovere questo obiettivo, oggi Ho firmato il decreto ‘Sui territori russi storicamente abitati da ucraini’.”

 

Al momento questo documento non è ancora disponibile sul sito web del presidente, ma è evidente che si riferisce alla minoranze di lingua ucraina presenti nel territorio russo e non solo nelle autoproclamate repubbliche del Donbas e di Donstez.

 

E’ evidente che queste misure di scarsa rilevanza pratica, oltre all’aspetto etnico propagandistico, intendono rimpolpare i numeri delle statiche sulla popolazione ucraina che ha visto oltre 8 milioni di cittadini emigrati nella sola Europa dall’inizio del conflitto e rafforza l’intenzione di Zelnsky di arruolare i cittadini ucraini abili, emigrati soprattutto nell’UE.

La proposta ha finora avuto l’entusiasta approvazione per ora solo da parte dei Paesi Baltici, ma forti perplessità soprattutto dalla Germania.

 

Procede nel frattempo la campagna de-russificazione della Ucraina che va dalla toponomastica alla cultura, dalla scuola alla religione contro a frazione della popolazione di rito ortodosso russo.

La questione della lingua è la più complessa di quanto Zelnsky voglia farla apparire perché un quarto della popolazione ucraina si identifica come russofona. Osservatori meno coinvolti, anche se minoritari,   sottolineano tuttavia che ogni limitazione della cultura russa o russofona finisca per alimentare la narrazione di Putin , che sostiene di essere intervenuto per difendere le minoranze di connazionali oppresse.

 

Altri critici rifiutano la condanna dell’intero popolo russo, evidenziando come esista un’opposizione all’attuale politica di Putin, che però al momento non è in condizione di esprimersi, mentre sostengono anche che un’eccessiva “derussificazione” non possa fare altro che creare altri problemi in futuro.

 

GiElle

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