L’ammutinamento della Wagner, che ha mostrato alcune delle crepe nell’edificio dello stato che Vladimir Putin ha creato, ha innescato alcune preoccupazioni sullo stato delle armi nucleari russe a livello internazionale. L’idea che i combattenti di una guerra civile si impossessino di armi nucleari è uno degli scenari da incubo per gli analisti della sicurezza. Quello di Mosca non è certo il primo tentativo di trasferimento violento di autorità in un paese a potenza nucleare; la maggior parte dei paesi con armi nucleari ha sofferto di qualche crisi di leadership extra-legale. Francia Il 13 febbraio 1960, la Francia fece esplodere il suo primo ordigno atomico in un sito remoto nell’entroterra algerino. Il test fu politicamente imbarazzante perché Parigi era alle prese con la lotta di liberazione algerina, ma poco più di un anno dopo, quando divennero evidenti le intenzioni di De Gaulle di concedere l’indipendenza all’Algeria, un gruppo di generali francesi lanciò tentò un di stato fallito dopo diversi giorni. URSS e Federazione Russa Probabilmente il colpo di stato più pericoloso nella storia delle armi nucleari si è verificato nell’autunno del 1991, quando un gruppo di generali sovietici tentò di invertire il crollo dell’Impero sovietico. I golpisti misero agli arresti domiciliari per 3 giorni il presidente Mikhail Gorbaciov. Washington fu presa dal panico mantenendo una assoluta riservatezza per evitare di sconvolgere lo sviluppo degli eventi. Il fallimento del golpe accelerò il crollo dell’Unione Sovietica, portando all’indipendenza le repubbliche costituenti l’URSS e Gorbaciov riprese il potere, ma solo per il tempo necessario a presiedere alla fine all’Urss. La Federazione Russa ha ereditato la maggior parte dell’arsenale nucleare. Nell’autunno del 1993 scoppiò una crisi costituzionale con scontri aperti a Mosca tra i partigiani della Duma russa e il presidente Boris Eltsin che sconfisse gli avversari e mantenne il potere . Cina La Repubblica Popolare Cinese divenne nucleare nel 1964, alla vigilia della Grande Rivoluzione Culturale. Nel settembre 1971 esplose il divario tra Mao Zedong e uno dei suoi principali luogotenenti, Lin Biao che tentò di prendere il potere, cercando poi di fuggire a Mosca, ma il suo aereo si schiantò in Mogolia per motivi che non verranno mai chiariti. Alla morte di Mao Zedong, il controllo dello stato cinese sembrò per un attimo svanire. La “Banda dei Quattro”, inclusa la vedova di Mao, Jiang Qing, tentò di prendere il potere a Pechino, stabilendo il controllo sulla città e sfidando la leadership del Partito Comunista Cinese (PCC). Tuttavia, in quel momento la base di potere del Partito Comunista Cinese era strettamente legata al controllo militare regionale, ponendo severi limiti alla capacità di qualsiasi estraneo di prendere il controllo dello stato. La banda dei quattro fu sconfitta grazie all’ Esercito popolare di liberazione, ma l’accesso alle armi nucleari non fu mai s messo in discussione, rimanendo nelle mani di ufficiali dell’esercito. Pakistan Una delle maggiori preoccupazioni sullo sviluppo delle armi nucleari in Pakistan riguardava la percezione del suo sistema politico instabile. Il Pakistan ha subito molti tentativi e colpi di stato prima che diventasse nucleare. Nell’ottobre 1995, un gruppo di ufficiali dell’esercito tentò, senza riuscirci, di rovesciare il presidente Benazir Bhutto. Nel 1999 il generale pakistano Pervez Musharraf rovesciò il primo ministro Nawaz Sharif con un colpo di stato mentre Pervez si apprestava ad arrestarlo. Questo colpo causò costernazione in Occidente perché c’era incertezza sulla natura e sulla struttura dei sistemi di comando e controllo del Pakistan. Il fatto che il controllo dello Stato fosse stato assunto dal capo delle forze armate offrì un certo conforto, poiché le linee fondamentali dell’autorità sulle armi nucleari rimasero incontrastate. Questi esempi dimostrano che qualunque sia il sommovimento politico e ovunque avvenga, sino ad oggi il controllo degli eserciti sul nucleare rimane determinante, ma nello stesso tempo travalica quelle scelte politiche che a livello globale equilibrano i rapporti fra le potenze nucleari. I regimi militari non portano mai nulla di buono e quando possono premere il bottone rosso sulla scorta di valutazioni puramente strategico militari, diventano ancor più pericolosi.
GiElle