La guerra di Putin

Accordo Start, ecco cosa prevede quello che Mosca ha sospeso

 

Settecento, 1550 e 18 sono tre dei numeri chiave per comprendere l’accordo Start fra Stati Uniti e Russia acui Mosca ha sospeso la partecipazione.

L’attuale versione del trattato è la quinta – la prima era stata firmata nel luglio 1991 – ed è stata siglata dagli allora presidenti statunitense e russo Barack Obama e Dmitry Medvedev nel 2010. I suoi termini sono scaduti nel febbraio 2021 ma sono stati rinnovati per altri cinque anni dal capo dello Stato di Washington Joe Biden e da Putin. Start è l’acronimo di Strategic Arms Reduction Treaty, ovvero “intesa per la riduzione delle armi strategiche”. Il patto, come spiega il think tank di base negli Usa Carnegie Endowment for International Peace, dispone che i due Paesi non schierino più di 1550 testate nucleari a lungo raggio ciascuno e 700 veicoli a lungo raggio a testa. Ai sensi dello Start, Russia e Stati Uniti sono tenuti ad autorizzare ogni anno fino a un massimo di 18 ispezioni con breve preavviso nelle loro rispettive basi nucleari e presso le rispettive strutture di supporto. Quest’ultimo punto in particolare è stato oggi oggetto delle rimostranze di Putin. Secondo il capo dello Stato, infatti, nelle attuali condizioni determinate dal conflitto in Ucraina e dal sostegno occidentale e statunitense, permettere che gli Stati Uniti “ispezionino le nostre strutture di difesa suona come una sorta di assurdità”.Le ispezioni erano state inoltre sospese nel marzo 2020 a causa della pandemia. Un incontro per definirne la ripresa era in programma lo scorso novembre in Egitto ma è stato posticipato per via delle tensioni provocate dal conflitto in Ucraina e mai più organizzato. Difficile prevedere cosa succederà adesso; la sospensione della partecipazione russa allo Start, che Putin ha ribadito essere solo “temporanea”, non implica di per sé nulla rispetto all’impiego delle armi sul breve periodo. Appelli a Mosca affinché torni sui suoi passi sono già stati lanciati da diverse organizzazioni della società civile, come la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (Ican), premio Nobel per la pace nel 2017. La decisione della Russia “è pericolosa e sconsiderata” si legge sul profilo Twitter della Campagna. “Mosca torni immediatamente al pieno rispetto dell’accordo e continui a rispettare i limiti delle testate nucleari”.

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