Dall’8 novembre 2024 al 18 gennaio 2025 l’Accademia Nazionale di San Luca presenta la mostra Michael Sweerts. Realtà e misteri nella Roma del Seicento, a cura di Andrea G. De Marchi e Claudio Seccaroni, dedicata a uno dei pittori fiamminghi più enigmatici, complessi e intimamente internazionale.
Ancora poco noto al grande pubblico fu ignorato dagli storici della sua epoca. Michael Sweerts (Bruxelles 1624 ca. – Goa (?) 1664 ca.) è stato riscoperto da critici nordeuropei attorno al 1900 e, a metà secolo, da italiani del calibro di Giuliano Briganti e Roberto Longhi. Le ricerche per questa mostra gettano nuova luce sulla sua vicenda biografica, sociale e artistica, con importanti scoperte d’archivio e di restauro, che hanno permesso collegamenti fra opere e tracce documentali, nonché riesami tecnici.
Di origini aristocratiche – come rivelano queste ricerche – Sweerts non seguì le maggiori correnti artistiche del suo tempo, grazie anche a un’indipendenza economica e intellettuale che lo ha reso libero dai capricci della committenza.
Soggiornò a Roma dal 1643 al 1653, dove sicuramente venne a contatto con l’indisciplinata comunità dei pittori olandesi e fiamminghi, vivendo in via Margutta dal 1646 al 1651.
Aprì uno studio dove raccolse calchi in gesso di frammenti scultorei antichi e moderni, ricorrenti nelle sue tele quali tracce classiciste di Roma, nonché come strumenti di una rivendicata pratica d’artista, contrapposta ai consueti approcci astratti e teoretici.
Divenuto profondamente religioso, Sweerts si imbarcherà nel 1661 da Marsiglia alla volta dell’Oriente, per seguire una missione lazzarista francese, trovando la morte probabilmente a Goa.
G.L.