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Arte Liberata 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra.

Alle Scuderie del Quirinale storie di giovani donne e uomini che hanno difeso l’arte

 di Sara Valerio

LeScuderie del Quirinalepresentano la mostra ARTE LIBERATA 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra. Dal 16 dicembre 2022 al 10 aprile 2023 a Romasonoesposti cento capolavori messi in salvo durante la Seconda Guerra Mondialeoltre ad un ampio panorama documentario, fotografico e sonoro, riunito grazie alla collaborazione di ben quaranta Musei e Istituti, per un racconto avvincente ed emozionante di un momento drammatico per il nostro Paese.

Era il 1937, gli anni immediatamente precedenti all’entrata in guerra dell’Italia, e il DiscoboloLancellotti,copia romana del celebre bronzo di Mirone, esposto a Roma, venne acquistato forzatamente da Hitler nonostante fosse sottoposto a vincolo dal 1909. Hitler vedeva nell’opera d’arte l’ideale perfetto della bellezza ariana e benché il Ministro Giuseppe Bottai si fosse opposto, l’opera partì per la Germania e nel 1938 venne donata al popolo tedesco ed esposta a Monaco di Baviera.

Nel corso della guerra, le truppe naziste appartenenti alla divisione del Generale Hermann Goering trafugarono molte altre importanti opere d’arte da musei e depositi italiani, con la scusa ufficiale di metterli in salvo. Inviarono numerosi dipinti a Berlino, tra cui le famose Danae di Tiziano, allo scopo di creare un Museo per il Führer, alimentato grazie alla confisca di opere d’arte dai territori conquistati.

Negli ultimi drammatici momenti del conflitto, Hitler dispose che in caso di sconfitta del Terzo Reich anche il suo Museo, di cui queste opere facevano parte, dovesse essere distrutto facendo esplodere otto bombe poiché nulla sarebbe dovuto sopravvivere. Tuttavia gli storici dell’arte cui erano affidati i capolavori trafugati, cercarono di salvarne il più possibile, trasportandoli nelle gallerie più profonde o al di fuori della miniera stessa. A capo della missione inviata dal governo italiano in Germania c’era lo storico dell’arte Rodolfo Siviero, un autentico 007 dell’arte, che riuscì a recuperare le opere trafugate nonostante l’estrema difficoltà dell’operazione. Nel 1947 lo Stato Italiano poté riacquisire tutto il patrimonio perduto.

La mostra, curata da Luigi Gallo e Raffaella Morselli ed organizzata dalle stesse Scuderie in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche, l’ICCD – Istituto Centrale per il catalogo e la Documentazione e l’Archivio Luce – Cinecittà, vuole dunque essere un omaggio a tutti quei giovani funzionari dell’Amministrazione delle Belle Arti che, coadiuvati da storici dell’arte e rappresentanti delle gerarchie vaticane, si resero interpreti di una grande impresa di salvaguardia del patrimonio. Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli, Emilio Lavagnino, Vincenzo Moschini, Pasquale Rotondi, Fernanda Wittgens, Noemi Gabrielli, Aldo de Rinaldis, Bruno Molajoli, Francesco Arcangeli, Jole Bovio e Rodolfo Siviero, si schierarono in prima linea, senza armi e con mezzi limitati, per difendere l’arte in nome di valori universali, educativi e comunitari, rendendosi protagonisti di una grande operazione di salvaguardia del patrimonio artistico-culturale.

Il percorso espositivo che accompagna i visitatori in questa storia, drammatica e complessa, segue tre filoni narrativi: il primo, quello relativo alle Esportazioni forzate e al Mercato dell’arte, il secondo che fa riferimento agli Spostamenti e ai Ricoveri, e infine il terzo che racconta la Fine del conflitto e le Restituzioni.

Tra i capolavori più celebri si possono ammirare, oltre al già citato Discobolo Lancellotti e alle Danae di Tiziano, i celebri ritratti di Alessandro Manzoni e i numerosi capolavori custoditi nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, quali la Crocefissione di Luca Signorelli e la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca.

Per saperne di più:  www.scuderiequirinale.it

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