Medicina

Autista Cotral vittima dell’amianto, confermata in Appello la condanna al risarcimento dei figli

di Massimo Maria Amorosini

Nuova vittoria giudiziaria per gli eredi di un autista Cotral morto per tumore del polmone causato dall’amianto. La Corte di Appello di Roma ha respinto il ricorso della società di trasporti che chiedeva l’annullamento della sentenza del Tribunale di Roma che la condannava al risarcimento dei figli di Vincenzo Cecchini. L’Osservatorio nazionale amianto e il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, che segue la famiglia, è riuscito ad ottenere anche questa ulteriore sentenza positiva, dopo quella che concedeva il risarcimento anche alla vedova di Cecchini.

La Corte di Appello di Roma spiega proprio che, non essendo la sentenza relativa alla donna oggetto di ricorso in Cassazione, ha accertato definitivamente “il medesimo danno iure hereditario, fatto valere in questa sede dagli odierni appellati”. Iure hereditario è il danno patito dal defunto quando era ancora in vita, al quale hanno diritto i familiari. Da distinguere dal danno iure proprio, con il quale si intende la sofferenza patita per la perdita del proprio caro causata dal tumore del polmone.

“Stando così le cose – scrivono ancora i giudici Alberto Celeste, Donatella Casablanca e Olga Pirone – alla luce di tale giudicato esterno, possono ritenersi incontrovertibilmente acclarate le circostanze fattuali e le conseguenze giuridiche correlate alla vicenda. Per quel che qui interessa, da un lato, la sussistenza del nesso di causalità tra la patologia che aveva determinato la morte del dipendente Cecchini e il periodo di esposizione all’amianto durante il rapporto di lavoro intercorso con la Società, e dall’altro la responsabilità civile di quest’ultima per l’omessa adozione di quelle cautele, prescritte da norme specifiche, che avrebbero ridotto il rischio”. La Cotral, nonostante il ricorso, dovrà pagare in favore di ciascuno dei figli, Claudio e Stefano, la somma di 78714 euro, a titolo di quota ereditaria sui danni non patrimoniali subiti dal padre, oltre gli interessi legali. Il Tribunale di Roma ha riconosciuto anche il danno psichico, per la consapevolezza dell’uomo dell’approssimarsi della morte. Cecchini, oltre a dover subire terapie estenuanti era conscio della gravità della sua situazione e questo gli ha provocato una grande sofferenza. La famiglia proseguirà il procedimento giudiziario per chiedere anche il risarcimento dei danni amiantoiure proprio (subiti direttamente dai familiari per la morte del congiunto), sempre assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente Ona.

Cecchini ha lavorato dal 1981 prima come operaio manovale e poi come manovale d’officina per Cotral e, dal 1993, è diventato autista di linea. Ha anche svolto lavori di manutenzione delle scale mobili delle stazioni della metropolitana di Roma, che presentavano molte componenti in amianto. Come autista ha condotto mezzi pesanti, autobus e pullman pure contaminati dall’asbesto. È stato, inoltre, esposto a gas di scarico dei motori diesel e a polveri e fibre di amianto. Ha svolto la sua attività, come spesso avveniva all’epoca, senza strumenti di prevenzione e di protezione individuale.

Quando uscì la notizia della condanna in primo grado al risarcimento dei figli di Cecchini, nel gennaio 2023, Cotral diramò una nota. Spiegò che si tratta di “fatti risalenti a vent’anni fa”. “Nel rispetto della normativa – aggiunse la società – nessun lavoratore impiegato presso gli impianti di Cotral Spa, è attualmente esposto al contatto con componenti che contengono polveri e fibre di amianto”. Comunque un grande passo avanti, considerando che, ancora oggi, tanti edifici, ma anche aerei e imbarcazioni contengono ancora parti in amianto o coibentate con questo minerale altamente cancerogeno, che provoca anche il mesotelioma e tante altre neoplasie.

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