La guerra di Putin

Biden e Macron minacciano l’intervento in Ucraina, ma il Vaticano la vede diversamente

 

di Giuliano Longo

 

Il discorso dell’8 marzo di Joe Biden  sullo stato dell’Unione,trionfalistico sulle questioni interne,  è stato  insolitamente duro per quanto riguarda l’ Ucraina e  la Russia, un discorso che per l’Ucraina coincide con le più recenti posizioni del presidente francese Macron che ha posto una nuova linea rossa.

 

Se Mosca, ha detto, “si avvicina” a Odessa o a Kievla Francia invierà truppe per combattere i russi, sottintendendo che anche Washington lo farà, mentre in alcuni ambienti nato non si esclude la possibilità di uccider Putin facendo implodere la Federazione. Per questa soluzione si stanno già muovendo da tempi i servizi segreti ucraini di Budanov supportati da CIA e dal Britannico FI15.

 

Tuttavia nessuna di queste minacce ha scosso la Russia nel suo tentativo di prevalere sul campo di battaglia ucraino, quindi la questione aperta è una sola: a che punto Mosca fermerà l’avanzata del suo esercito?

 

Da tempo sembrava che l’obiettivo della Russia fosse quello di “raddrizzare” i confini delle aree di Donbass e Zaphoriziae non oltre,  obiettivo che stanno già raggiungend occupando ormai  Bakhmut e Avdiivka.

 

Entrambi rappresentavano una minaccia per il territorio delle repubbliche annesse alla Russia, che rappresentavano due “cunei” da cui l’Ucraina le bombardava e avrebbe potuto lanciare attacchi in futuro. La Russia ora ha eliminato quelle minacce e sta eliminando gli insediamenti, i villaggi e gli hub logistici vicini alle due città, ormai distrutte.

 

In direzione di Bakhmut, la Russia si avvicina molto a Chasiv Yar,un importante crocevia che fungeva da area di rifornimento e di rotazione per l’esercito ucraino e sta lentamente muovendosi per ottenere la caduta questa città.

 

Questi sono indubbiamente importanti successi di Putin, anche se ci sono località lungo la linea di contatto nella zona di Bradley Square e ancora più a ovest lungo il fiume Dnepr a Krynky, dove i russi stanno cercando di ricacciare marines ucraini.

 

Nessuno degli obiettivi russi menzionati suggeriscono piani di attaccoOdessa o Kiev, anche se tra politici e commentatori russi si parla frequentemente di “riprendersi”Odessa. Anche se l’occupazione della grande città portuale non avrebbe molto senso dal punto di vista militare soprattutto con una offensiva di terra oppure con un accerchiamento che “strozzasse” direttamente la città anche da terra.  l

 

Ma anche il solo accerchiamento divorerebbe risorse significative e richiederebbe un grande sforzo per mantenerlo, a quale scopo? I russi, compreso Putin, dicono che Odessa è una città russa: ma ciò non significa che lo possa essere senza lanciare alcuna operazione militare.

 

Un attacco su Kiev sarebbe invece un’altra questione. La capitale del paese.era una volta città russa. Gli zar avevano lì il loro palazzo d’inverno, perché il clima era molto più mite che a San Pietroburgo o a Mosca.

 

A Kiev si trova il complesso monastico diKyiv-Pechersk Lavra, risalente a 980 anni fa, della Chiesa ortodossa ucraina (UOC), che è allineata posizioni  di Mosca e che Zelnsky sta scientificamente eliminando con la rimozione della chiesa e la confisca delle sue proprietà storiche, situazione che il Vaticano conosce benissimo.

 

Ma anche senza porsi l’obiettivo della conquista di queste due città è improbabile che i russi fermeranno la loro avanzata finché gli Stati Uniti e NATO continueranno a rifornire di armi l’Ucraina.

 

L’ obiettivo chiave di Mosca è far uscire la NATO dall’Ucraina, quindi o  l’attuale governo ucraino negozierà con la Russia, oppure verrà sostituito in qualche modo. La sostituzione potrebbe includere un attacco a Kiev, ma ci sono altri scenari possibili come una rivolta politica e un altro governo che offra condizioni di pace alla Russia.

 

Se lo sconvolgimento fosse politico, né Macron né Biden potrebbero fare molto al riguardo, ammesso tale situazione  che non sia già nelle intenzioni di parte del loro estabilishment e nelle simulazioni dei loro Servizi segreti

 

Se invece i russi lanciassero un’offensiva diretta su Kiev, allora Macron e Biden probabilmente prenderebbero provvedimenti per utilizzare le forzestatunitensi e francesi, e anche quelle di altri Paesi (Paesi Baltici e Polonia) con l’autorizzazione scontata e irrilevante  della NATO.

 

Biden spera di non doverlo fare prima delle elezioni, anche se alcuni comportamenti  irrazionali al riguardo potrebbero indurlo ainvii di truppe limitati per sfidare i russi, immaginando che ciò lo renderebbe più popolare in patria.

 

Se lo farà, scatenerà una guerra in Europa che potrebbe rapidamente trasformarsi in una terza guerra mondiale. Le dure osservazioni di Biden rappresentano il modo in cui intende portare avanti la sua campagna presidenziale. Più perde il sostegno pubblico, più diventa pericoloso.

 

Di questa situazione si è reso conto Papa Francesco con il suo invito a Kiev, più politico che pastorale, a deporre le armi ed avviare le trattative. Discorso che ha suscitato, oltre un velo di ipocrisia non solo le reazioni rabbiose di Kiev, ma, sia pure falsamente rispettose, anche di tutti i media italiani  filoatlantici ad oltranza.

 

Al di là dei contenuti delle parole, più o meno interpretate, questa è la posizione che da tempo persegue la diplomazia vaticana,che peraltro non si muove a caso o solo sulla scorta del messaggio evangelico, ma si avvale di sensori della situazione per lo più ignorati in Occidentecome è ovvio in una situazione di propaganda di guerra fra Nato e Russia, tout court.

 

Senza contare che il Papa probabilmente interpreta l’angoscia dei cattolici e la stanchezza della gente per un conflitto che, dalla difesa della libertà e della discutibile democrazia ucraina, sta percorrendo la china di un conflitto generalizzato fra potenze, Russia e Stati Uniti,che non dividono più il mondo in due blocchi in una situazione globale radicalmente mutata dalla Crisi finanziaria del 2008 in poi.

 

Coscienza di un mutamento ben chiaro e conclamato dal Vaticano  la cui influenza religiosa si estende dall’Europa all’America meridionale e all’Africa, con una “vision” che non è certo coerente con quella delle cancellerie occidentali.

aggiornamento crisi russo-ucraina ore 13.08

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