Esteri

Cina a tutela della biodiversità, finalmente una svolta

 

Il 19 dicembre si è conclusa la quindicesima edizione della Convenzione sulla diversità biologica delle Nazioni Unite, meglio conosciuta come COP15.

I delegati hanno approvato una serie di misure per la protezione della biodiversità, tra cui un meccanismo “30×30” che prevede il ripristino del 30% delle aree marine e terrestri e la conservazione del 30% del patrimonio naturale globale.

La Cina ha sulle spalle un compito non indifferente: il solo territorio entro i confini della Repubblica popolare ricopre il 20% della superficie terrestre ed è abitato da almeno 120 mila specie animali e vegetali diverse.  Per queste ragioni la Cina è classificata come “paese megadiverso” poiché include il più alto tasso di biodiversità al mondo con un 14% di quelle globali e un  10% delle specie vegetali.  Ma  l’antropizzazione dei territoripiù a ovest – per la redistribuzione delle opportunità economiche nel paese – pone una sfida storica per la tutela del patrimonio ambientale cinese. Oggi il 64,72% dei cittadini cinesi abita in un centro urbano e600sono le nuove città fondate dal 1949, mentre la rete ferroviaria ha raggiunto una estensione di circa  150 mila chilometri, di cui 35 mila destinati all’alta velocità e  sono stati costruiti oltre 169 mila chilometri di autostrade. La popolazione totale della Cina ha superato 1,4 miliardi,una crescita della popolazione che  ha messo alla prova gli obiettivi di tutela ambientale di Pechino, che nell’ultimo decennio si è impegnata a trovare nuove soluzioni per superare la contraddizione tra sviluppo e sostenibilità. Una delle iniziative storiche portate avanti dalla leadership cinese è quella della riforestazione e  la copertura forestale è aumentata  passando in oltre 70 anni  dall’8,6% al 20,36% attuale. Il progetto “Three-north selterbelt forest program”   è nato nel 1978 per contrastare l’avanzamento del deserto nel nord della Cina e si stima che raggiungerà il 4500 km di lunghezza il 2050. Solo nel 2019 Pechino ha aggiunto 488 mila ettari di nuove piante, un’area grande quanto il Parco nazionale del Grand canyon negli Usa. L’inquinamento rimane una delle principali minacce all’ecosistema, insieme al degrado e allo sfruttamento dei suoli. I picchi di inquinamento atmosferico oltre i limiti dettati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si sono verificati tra il 2013 e il 2015, e la Cina ha imposto  la graduale riduzione delle centrali a carbone e l’introduzione di un “mercato delle emissioni” con la speranza di responsabilizzare maggiormente il comparto produttivo. Per disincentivare lo scarico illegale di sostanze nocive nell’ambiente, invece, sono state introdotte misure più severe, come il divieto all’importazione di rifiuti dall’estero e una revisione importante della Legge sulla protezione ambientale nel 2015.  Come denuncia il quinto Global biodiversity outlook delle Nazioni unite, la perdita di biodiversità globale sta avvenendo a una velocità inaspettata, mentre nessuno degli obiettivi sottoscritti dalla COP10 di Aichi è stato raggiunto (tra questi: l’introduzione di metodi pesca sostenibili a livello globale, la riduzione dell’inquinamento e una maggiore educazione alla biodiversità).

Oggi sono a rischio 1 milione di specie a rischio d’estinzione al mondo e la Cina ha annunciato la conversione di almeno 230 mila chilometri quadrati di territorio in cinque parchi nazionali. Nel frattempo, gli sforzi per salvare il panda gigante dall’estinzione si sono rivelati efficaci recuperando suoi, mentre le autorità cinesi fanno sapere che  una dozzina di piante a rischio registrano ora uno stabile aumento. La protezione delle specie passa anche dalla sicurezza alimentare. Delle 1200 colture presenti nel mondo, 290 sono originarie della Cina e rischiano oggi l’estinzione a causa delle tecniche agricole intensive.Ma con  il Piano di nutrizione nazionale del 2017,il tema della biodiversità non può prescindere da una riflessione sull’alimentazione e sul sistema agricolo. Al centro del documento, la necessità di promuovere una dieta sana e varia, arricchita da colture biologiche e diversificate: un obiettivo raggiungibile attraverso la tutela delle diverse specie vegetali contro il sistema delle monocolture intensive.

Gielle

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