Politica

Conte: “Preso atto di dimissioni. Ci stiamo confrontando”, ma al Consiglio Nazionale del M5S sono volate parole grosse, probabile una seconda scissione

“Ci siamo confrontati. Abbiamo preso atto delle dimissioni di Draghi e ci confronteremo di nuovo domani”. Sono le parole di un terreo presidente del M5S pronunciate alla fine della riunione del Consiglio nazionale. Conte ha affrontato i suoi ed ha trovato, ancora una volta due posizioni, ormai inconciliabili, quella dei duri e puri pronti a fare macerie di Governo e parlamento e l’altra, quella più responsabile, governista che sarebbe pronta a caricarsi sulle spalle una seconda scissione di quel che resta del Movimento fondato da Grillo. Quest’ultimo sembrerebbe ormai fuori gioco come lo stesso Conte. Due timonieri senza timone e non più in grado di gestire iscritti e parlamentari. E’ simbolico il silenzio di Grillo, che sulla crisi di Governo, ad ora, non ha pronunciato una sola parola. Va detto che Conte, solo in questi ultimi giorni aveva avvisato e messo in guardia il Governo, mai prima. O meglio tutto inizia ad avvitarsi con l’uscita di Di Maio dal Movimento. Dal quel punto in poi la strada dell’Esecutivo diventa più stretta. Chiare le parole dell’ex Presidente del Consiglio a poche ore dalla scelta di non partecipare al voto di fiducia sul Dl Aiuti : “Se si crea una forzatura e un ricatto” e “si mettono in un decreto che non c’entra nulla le misure contro la transizione ecologica, che per nessuna ragione al mondo” si potrà avallare il provvedimento. Se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità della pagina scritta ieri”, la cui origine “è stata nel Consiglio dei ministri, quando nostri ministri sono stati costretti a non partecipare al voto. Noi siamo coerenti e chiediamo di rispettare il programma di governo definito all’inizio”.  Fin qui tutto bene avvocato Conte, purtroppo però va detto, che tutte queste richieste non siano mai state formulate, o se lo è stato fatto, mai con determinazione nei mesi precedenti allo strappo, da chi ne aveva il diritto ed il dovere, ovvero i ministri, il garante e il Presidente del M5S. ma la verità forse è un’altra ed è nelle riflessione di Domenico De Masi: “Dall’inizio del governo Draghi a oggi, il M5s ha perso 7-8 punti percentuali, quindi è chiaro che la permanenza in questo governo non faceva altro che farlo dimagrire. Di questo passo, tra 6 mesi sarebbe quasi scomparso. Quindi, credo che qualcosa avrebbe dovuto fare. E praticamente lo ha fatto oggi. È una mossa per sopravvivere per i 5 Stelle. Non è né giusta, né ingiusta, ma indispensabile”. A pensar male…

aggiornamento crisi di Governo ore 14.44

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