La guerra di Putin

Cosa non è successo in Russia…ma potrebbe succedere

di Giuliano Longo

Tutti parlano e commentano quello che è successo in Russia, ma quasi nessuno parla di quello che invece non è successo.

I fatti. Yevgeny Prigozhin, il cofondatore del gruppo Wagner insieme a Dmitry Utkin, raduna circa 8.000 uomini e inizia quella che ha definito mentre riparava a Minsk  una “marcia per la giustizia” verso Mosca dopo aver occupato  la sede del Ministero della Difesa locale a Rostov sul Don, con  l’obiettivo annunciato di sollevare dall’incarico il ministro della difesa, Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore delle forze armate Valery Gerasimov. Ma il convoglio di poche migliaia di wagneriani, al comando di Utkin, si fermato a circa 120 km da Mosca, mentre  Prigozhin rimase a Rostov presso il quartier generale della difesa, cercando prima di chiamare Vladimir Putin, che si è rifiutato di parlare con lui, e poi funzionari di rango inferiore. Trovandosi senza sostegno, con la sua piccola forza che rischiava l’annientamento e la sua famiglia minacciata, cerca un intermediario nell’alleato di Putin, Alexander Lukashenko presidente della Bielorussia. Secondo l’accordo raggiunto Prigozhin e gli 8.000 uomini che ha portato con sé sarebbero andati in esilio in Bielorussia, mentre le accuse di tradimento venivano ritirate. Ai circa  12.000 wagneriani rimasti sono stati offerti contratti con l’esercito russo, oppure se potevano tornare a casa, ma già in molti hanno firmato l’accordo. Sono mercenari anche se millantano una diffusa fama di eroi.

 

Per avviare la sua operazione, Prigozhin ha compiuto una serie di passi negli ultimi sei mesi, con accuse costanti e false, quali quella di non aver ricevuto munizioni sufficienti per combattere a Bakhmut.

Poi accusa i vertici dell’esercito di essere corrotti e di aver rifiutato di difendere i  fianchi delle sue formazioni durante l’operazione Bakhmut. Infine, prima della sua marcia su Mosca,  annuncia che la guerra in Ucraina è ormai persa e che la cosiddetta “operazione militare speciale” non doveva nemmeno cominciare,suscitando l’immediato plauso ucraino e diruto l’’Occidente.In realtà nelle scorse settimane la leadership dell’esercito russo aveva chiesto che Wagner fosse portata sotto il loro controllo chiedendo a ogni mercenario e a  Prigozhin, che ha immediatamente rifiutato,  di firmare un contratto con il comando russo che li ponesse sotto il suo comando. Prigozhin ha quindi inventato un paio di incidenti, sostenendo che le sue forze erano state attaccate alle spalle dall’esercito russo e pubblicando due video falsi che hanno fatto il giro dei social, insieme a una  sua diatriba contro la leadership dell’esercito marcia e corrotta. Ma è a questo punto che circolano informazioni che sono molto più di voci.

La prima, mai smentita in Occidente, è che Prigozhin era in contatto con l’intelligence militare ucraina (nota come HUR MO), almeno dallo scorso gennaio, tanto  che sarebbe volato anche in Africa, dove sono operative le forze Wagner, per tenere un incontro con i funzionari dell’intelligence ucraina. Ci sono anche  rapporti secondo cui stava anche parlando con un certo numero di unità delle forze speciali all’interno della Russia, chiedendo loro di unirsi a lui e allora come mai gli apparati di sicurezza russi non sono intervenuti?

Si dimentica che il Gruppo Wagner è un prodotto dell’intelligence militare russa, il GRU e che sebbene lo stesso Prigozhin non abbia esperienza militare, il suo co-fondatore, Dmitry Utkin, era uno Spetsnaz, un agente  speciale del GRU.

Le unità Spetsnaz esistono almeno dal 1949 e svolgono operazioni clandestine, di solito dietro le linee nemiche. Sono armati con le attrezzature più moderne  e s sospettati di essere in grado di piazzare piccole armi nucleari nei “cortili” dei nemici della Russia. Un certo numero di unità spetsnaz tra cui alcune dell’FSB (il successore del KGB) sono state identificate su Internet come pro-Prigozhin,il che significa che potrebbe esserci stata una lotta per il potere nell’esercito, forse anche nell’FSB, mirata non solo a sostituire l’attuale leadership militare, ma anche ad umiliare e sostituire Putin. Non è escluso che il padrone della Wagner abbia abbia trasmesso informazioni a Kiev e circola la voce,  ma mancano prove concrete, che  abbia promesso agli ucraini di rivelare loro dove si trovavano i principali centri di comando della Russia, con l’obiettivo di utilizzare l’Ucraina per distruggerli. Sebbene non sia possibile confermare nulla di tutto ciò, Prigozhin evidentemente sperava  in una rivolta generale, in modo che la sua “Marcia per la giustizia” radunasse migliaia di sostenitori di alto rango, tra cui polizia, esercito e intelligence. Ora sappiamo che non c’è stata alcuna rivolta e nessuno si è offerto di unirsi a lui, anche  il vero comandante operativo della forze Wagner, Sergei Surovikin, minacciato da Prigozhin, si è rifiutato di assecondarlo e ha pubblicato un video in cui ingiungeva ai mercenari di non entrare in Russia o combattere i russi. Nel video, Surovikin è seduto con una pistola mitragliatrice stretta nella mano destra.

La mancanza di sostegno non significa che Prigozhin fosse poco considerato dai russi. In effetti è stato acclamato a Rostov sul Don perché visto come l’eroe di Bakhmut, ma ci sono cose su Prigozhin che cominciano a trapelare e ormai  offuscano la sua immagine popolare e potrebbero rendere incerta la sua sopravvivenza in Bielorussia.  Tanto per cominciare, il boss miliardario di Wagner  ha affermato che non c’è stato spargimento di sangue nella sua marcia per la giustizia, invece 37 piloti ed equipaggi di elicotteri russi e un aereo da trasporto sono stati abbattuti dai wagneriani. Inoltre Prigozhin, l’incorruttibile, aveva già accordi corruttivi con l’esercitocui le sue società   fornivano rifornimenti a prezzi gonfiati, contratti annullati circa una settimana prima che iniziasse la sua traversata in territorio russo. Ma il vero problema sono i contatti che Prigozhin ha avuto con i servizi segreti ucraini, le sue presunte offerte di svendere i centri di comando russi e le sue trattative per il sostegno, non tanto dall’Ucraina, ma dagli Stati Uniti.  Non dovrebbe sorprendere nessuno che la CIA sia stata pienamente informata dalle sue controparti ucraine (come rivelato anche dai media occidentali), che desiderano rovesciare Putin e coinvolgere direttamente la NATO nel conflitto in corso. Putin, che per motivi incomprensibili come riportato ieri 26 aprile da ORE 12, non lo ha fatto arrestare prima, ora deve affrontare gli oppositori al suo regime.

Sebbene nessuno di loro si sia fatto avanti apertamente, sembra probabile che l’FSB e il Presidente sappiano con chi stava parlando Prigozhin,e non avendolo fatto prima, dovranno valutare l’affidabilità di uomini e strutture cui è affidata la sicurezza russa, che in tutta questa vicenda ha dimostrato falle, inefficienza, infiltrazioni e forse corruzione. Putin deve anche reprimere sabotaggio diffuso nelle città russe che non può venire incolpato solo agli ucraini perché molti degli autori di queste azioni sono russi e, a quanto pare, veri professionisti.  Oltre al sabotaggio, ci sono stati numerosi omicidi di importanti leader nazionalisti pro-Putin che lo collocano fra gli obiettivi da far fuori evidentemente fissati all’interno del suo Paese. Quindi deve rendersi conto che “una notte dei lunghi coltelli” potrebbe arrivare presto, ed votarla se vuole mantenere il potere.   Non è chiaro cosa accadrà a Prigozhin e al suo collaboratore Utkin mentre la forza Wagner rimane uno strumento potente e utile per Mosca, ma in Russia non  c’è stata una rivolta generale e un’aperta frattura del sistema . Ma ciò che non è accaduto può ancora accadere, a meno che Putin non agisca con decisione, ammesso che possa e voglia farlo.

Aggiornamento la Guerra di Putin ore 14.30

Related posts

Zelensky: “In Ucraina dieci milioni di cittadini sono senza elettricità”

Redazione Ore 12

  Ucraina, Zelensky: “I russi hanno trasformato il Donbass in un inferno”

Redazione Ore 12

L’armata rossa intensifica gli attacchi nell’est e nel sud dell’Ucraina

Redazione Ore 12