Vladimir Putin presidente della Russia per un quinto mandato con l’87,97 per cento delle preferenze espresse: questa l’indicazione, sulla base di conteggi ancora parziali, comunicata in serata dalla Commissione elettorale centrale. I dati, dopo lo scrutinio del 24,4 per cento delle schede, sono stati rilanciati dall’agenzia di stampa Novosti e da altri media di Mosca. Vladimir Putin ,dunque, ottiene il quinto mandato non consecutivo al Cremlino con percentuali senza precedenti nella storia della Russia post-sovietica, un’affluenza ufficiale al 73% e code a molti seggi moscoviti e in altre città della Federazione alle ore 12, come da appello di Yulia Navalnaya. Secondo i primi exit poll diffusi dopo la chiusura delle urne in tutto il Paese, il presidente in carica ha raccolto l’87% dei voti, forse qualcosa in più. Gli altri tre candidati si spartiscono i resti, con il candidato del partito comunista Nikolai Kharitonov e Vladislav Davankov di Nuova Gente a contendersi il secondo posto con poco più del 4% ciascuno, mentre Leonid Slutsky del partito di destra nazionalista Ldpr si fermerebbe attorno al 3,0% dei voti. Il plebiscito per Putin era scontato, ma supera le aspettative. Meno scontata la partecipazione al voto, necessaria per ri-legittimare la leadership del capo dello Stato dell’ultimo quarto di secolo e il mandato per la cosiddetta Operazione militare speciale in Ucraina. Alla vigilia delle elezioni il presidente ha lanciato un appello a “venire alle urne ed esprimere la propria posizione civica e patriottica, votare per il candidato prescelto, per il futuro di successo della nostra amata Russia”. Partecipazione attiva da tradurre anche in approvazione della guerra e supporto alla crescente contrapposizione con l’Occidente, accompagnata da una retorica bellicista che sfocia sempre più spesso nella minaccia nucleare.
A seggi appena chiusi, dall’Ucraina e dalle cancellerie occidentali sono arrivate critiche e condanne, a cominciare dalla Casa Bianca, secondo cui le elezioni in Russia sono state “ovviamente né libere, né imparziali”, dato che Putin ha messo in carcere i suoi oppositori e impedito ad altri di correre contro di lui. Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, si è trattato di una “imitazione di elezioni”. I tentativi occidentali di rovinare le elezioni presidenziali in Russia “sono stati un fallimento” anche nelle zone presso il fronte in Ucraina, ha dichiarato a sua volta il ministero degli Esteri russo.