Economia e Lavoro

Dall’Istat la nota che disegna lo stato dell’economia nazionale e di quella mondiale. Ecco il Report

L’economia internazionale procede su un sentiero di sostanziale stabilizzazione ma resta caratterizzata da andamenti molto eterogenei tra paesi e da un aumento delle pressioni inflazionistiche.  In Italia, a novembre, l’indice della produzione industriale ha mostrato un deciso incremento che segue l’aumento della produzione del settore delle costruzioni nel mese precedente. E’ continuato a novembre il percorso di miglioramento del mercato del lavoro con una ripresa dell’occupazione e una riduzione della disoccupazione e dell’inattività.  La fase di accelerazione dei prezzi al consumo si è protratta anche a fine anno, mostrando una maggiore intensità. Nella media 2021, l’inflazione italiana è risultata comunque inferiore a quella della zona euro.  Nel quarto trimestre, la fiducia di famiglie e imprese si è mantenuta su livelli storicamente elevati, prefigurando il proseguimento della fase espansiva che ha caratterizzato i mesi precedenti. A novembre l’indice destagionalizzato della produzione industriale è tornato ad aumentare (+1,9% la variazione congiunturale). La ripresa della produzione risulta diffusa tra i settori. Tra settembre e novembre il livello della produzione è cresciuto in media dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. Nello stesso periodo solo la produzione di beni strumentali ha registrato un calo (-0,4% la variazione congiunturale) mentre quella dei beni di consumo ha segnato l’aumento più robusto (+4,0% per i beni di consumo durevoli e +2,6% per quelli non durevoli). A ottobre, la produzione del settore delle costruzioni ha registrato il terzo aumento congiunturale consecutivo (+0,8% rispetto a settembre); ancora più marcata è la crescita per il trimestre agosto-ottobre (+2,8% rispetto ai tre mesi precedenti). Anche il mercato immobiliare ha evidenziato un deciso dinamismo. Iprezzi delle abitazioni sono cresciuti, per il terzo trimestre consecutivo (+1,2% la variazione congiunturale per il terzo trimestre). L’incremento è dovuto soprattutto ai prezzi delle abitazioni nuove (+3,0%) e in misura minore a quelli delle abitazioni esistenti (+0,8%). Anche i volumi delle compravendite hanno segnato un forte aumento (+21,9% la variazione tendenziale registrata nel terzo trimestre secondo i dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale).  Nel terzo trimestre, gli investimenti fissi lordi delle società non finanziarie hanno mostrato un rallentamento (+0,8% rispetto ai tre mesi precedenti) dopo la fase di sostenuto aumento del primo semestre. Il tasso di investimento delle società non finanziarie, definito come rapporto tra investimenti fissi lordi e valore aggiunto, è diminuito per il secondo trimestre consecutivo (-0,7 punti percentuali) come effetto di un incremento degli investimenti inferiore a quello del valore aggiunto. Con riferimento agli scambi con l’estero, a ottobre sia le esportazioni sia le importazioni di beni hanno segnato un incremento rispetto al mese precedente: le importazioni sono aumentate complessivamente del 2,8% e del 6,6% nel periodo agosto–ottobre, a fronte di un incremento delle esportazioni rispettivamente dell’1,5% e del 2,4%. Nello stesso mese, le vendite dirette verso i paesi dell’area Ue hanno mostrato un discreto dinamismo sostenute dall’aumento delle vendite di prodotti in metallo verso le principali economie dell’area (Francia e Germania) e di prodotti farmaceutici verso Belgio e Paesi Bassi. Si è osservato, invece, un calo delle vendite di autoveicoli verso quasi tutti i principali paesi partner Ue ed extra Ue. Il rialzo dei prezzi delle materie prime si è riflesso sull’aumento del valore degli acquisti dall’estero dai paesi extra Ue e sul saldo commerciale che ha registrato un ridimensionamento rispetto all’anno precedente, risultando pari a meno di 4 miliardi (7,6 miliardi nello stesso mese del 2020). I dati relativi a novembre per i paesi extra Ue hanno segnalato un andamento positivo degli scambi, con aumenti sia delle esportazioni (+2,9% rispetto a ottobre) sia in misura minore delle importazioni (+0,6%). Entrambi i flussi hanno evidenziato un deciso aumento tendenziale, mentre le vendite verso il Regno Unito, la Svizzera e la Cina hanno mostrato una flessione. A dicembre, l’indice composito del clima di fiducia delle imprese ha mostrato una flessione a sintesi di una dimi- nuzione nell’industria manifatturiera e nei servizi di mercato e di un aumento nelle costruzioni e nel commercio al dettaglio. La fiducia delle imprese manifatturiere si è attestata su livelli comunque elevati, con ulteriori migliora- menti nei giudizi sugli ordini a fronte di un peggioramento delle aspettative sulla produzione. Nei servizi di mercato, il calo dell’indice è stato determinato dalle aspettative sugli ordini che sono peggiorate soprattutto nel settore dei servizi turistici. Considerando il trimestre ottobre-dicembre la fiducia delle imprese è migliorata per le imprese manifatturiere (+1,5 punti percentuali rispetto ai tre mesi precedenti) e per le imprese di costruzione (+2,6 p.p.) mentre ha registrato flessioni sia per i servizi di mercato sia per le vendite al dettaglio. A novembre, è proseguita la fase di miglioramento dell’occupazione che ha caratterizzato il mercato del lavoro negli ultimi mesi. Il tasso di occupazione si è attestato al 58,9%, circa 2 p.p. in più rispetto a gennaio (64mila unità in più rispetto a ottobre); si sono ridotti sia il tasso di disoccupazione (9,2% rispetto a 9,4 a ottobre) sia quello di inattività (-0,1 p.p). L’aumento degli occupati è dovuto soprattutto alla componente indipendente (+1,3% rispetto a ottobre, +66mila unità) e, in misura più contenuta, dai dipendenti temporanei (+0,6%, +19mila unità).  L’aumento dell’occupazione indipendente potrebbe legarsi alla fase di rialzo che, anche nel terzo trimestre, ha interessato specificatamente i settori delle costruzioni (+2,4% l’aumento congiunturale delle unità di lavoro) e del commercio, riparazione autoveicoli e motocicli, trasporto e magazzinaggio, e dei servizi di alloggio e ristorazione (rispettivamente +2,4% e +4,6%).  I miglioramenti sul mercato del lavoro si sono accompagnati all’aumento dei consumi, che nel terzo trimestre sono cresciuti del 3,6%, sostenuti anche dalla riduzione della propensione al risparmio (11,0%, -1,6 p.p. rispetto ai tre mesi precedenti. Tra settembre e novembre, è proseguito anche l’aumento del volume delle vendite al dettaglio (+0,9% rispetto al trimestre precedente) sostenute dall’andamento dei beni non alimentari (+1,8%) mentre sono state in lieve calo le vendite dei beni alimentari (-0,5%). Dal lato delle famiglie, le prospettive per i prossimi mesi appaiono ancora favorevoli. A dicembre, la fiducia dei consumatori ha mostrato un miglioramento marginale sostenuta dai progressi nei giudizi sul clima personale e su quello corrente, mantenendosi comunque su livelli elevati. La fase di accelerazione della dinamica dei prezzi al consumo è proseguita, con un’intensità significativa. In base alla stima preliminare, a dicembre la variazione tendenziale dell’indice per l’intera collettività (NIC) è stata pari a +3,9%, portando la media del quarto trimestre a +3,5% (+2,1% in T3). E’ proseguita a dicembre l’accelerazione tendenziale dei prezzi dei beni energetici (+29,1%), anche se in lieve flessione rispetto al mese precedente (+30,7%) grazie al rallentamento dei prezzi dei beni non regolamentati (+22,0% e +24,3% rispettivamente a dicembre e novembre) che hanno scontato una lieve discesa delle quotazioni del petrolio. Hanno contribuito alla dinamica inflativa i prezzi dei beni alimentari (+2,6% a dicembre), in particolare la componente dei beni non lavorati, in forte accelerazione rispetto a novembre (+3,6% a dicembre da +1,5%), spinta dal rialzo delle quotazioni delle materie prime agricole. Anche i prezzi dei beni durevoli hanno mostrato una risalita (+0,8% a dicembre da +0,4%). Per la componente dei servizi, il rialzo iniziato lo scorso settembre dei prezzi dei trasporti (+3,6% negli ultimi due mesi dell’anno) si è accompagnato a quello dei servizi ricreativi e culturali che hanno confermato la tendenza dei mesi precedenti (+2,3% e +1,9% a dicembre e novembre, rispettivamente). Gli aumenti delle diverse componenti dell’inflazione hanno avuto effetto sul costo del cosiddetto “carrello della spesa” delle famiglie, che sintetizza l’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari per la cura della casa e della persona, in crescita da agosto e con un incremento rilevante a dicembre (+2,4% da 1,2% a novembre). La dinamica delle componenti meno volatili si riflette invece sull’inflazione di fondo, nell’accezione che esclude gli energetici e gli alimentari freschi, che ha accelerato negli ultimi due mesi dell’anno (+1,5% e +1,3% a dicembre e novembre, rispettivamente). Nella media del 2021, i prezzi al consumo sono cresciuti dell’1,9% rispetto al 2020, essenzialmente per effetto degli aumenti nel comparto energetico. Al netto di questi ultimi, nel 2021 l’aumento dei prezzi al consumo è lo stesso registrata nell’anno precedente (+0,7%). Il differenziale inflazionistico tra l’Italia e la media dell’area euro si è confermato negativo di 8 decimi di punto, per effetto del perdurare delle differenze nell’andamento dei prezzi dei beni industriali non energetici. Nella media 2021, l’inflazione italiana è risultata inferiore a quella della zona euro, accentuando il vantaggio di competitività del nostro paese. Le pressioni inflative nelle fasi che precedono la distribuzione finale sono rimaste rilevanti a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e di quelli di spedizione delle merci che si riflettono sui prezzi dei beni importati. Complessivamente, gli incrementi su base annua si sono confermati meno accentuati per i prezzi all’importazione (+15,3% a ottobre) rispetto a quelli dei listini alla produzione dei prodotti industriali per il mercato interno (+27,1% su base annua a novembre). Oltre ai prezzi dei beni energetici anche quelli dei beni di consumo e intermedi hanno evidenziato decisi aumenti. In particolare, per i beni intermedi si segnalano forti aumenti tendenziali sia per i prezzi all’importazione (+ 16,7% a ottobre), sia per quelli alla produzione sul mercato interno (+17,1% a novembre). Le aspettative di consumatori e imprese sugli sviluppi dell’inflazione risentono dell’attuale fase di incertezza. A dicembre, le attese dei consumatori sono rimaste caute. Nella manifattura, tra i produttori di beni di consumo prevalgono nel breve periodo le intenzioni di rialzo.

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